Le aziende farmaceutiche hanno già integrato l'intelligenza artificiale nelle loro attività quotidiane: più della metà (55%) progetta i loro prodotti e servizi, in particolare i farmaci, con l'aiuto dell'IA. La utilizzano anche nelle operazioni specifiche del settore e nelle aree della cybersicurezza, del marketing e dei sistemi. È quanto emerge dall'analisi settoriale del rapporto Ascendant di Minsait (Indra Group) che, con il titolo AI: radiografia di una rivoluzione in corso, analizza il suo grado di adozione nelle aziende private e nelle istituzioni pubbliche.
Lo stesso rapporto evidenzia le operazioni specifiche in cui le aziende stanno concentrando o concentreranno i loro sforzi sull'uso dell'intelligenza artificiale, tra cui il miglioramento significativo della velocità e dell'accuratezza della scoperta dei composti, la previsione dei risultati delle sperimentazioni cliniche, l'ottimizzazione dei processi di produzione e la gestione intelligente della catena di approvvigionamento.
Inoltre, il 33% delle aziende intervistate sta già applicando l'intelligenza artificiale nell'analisi delle malattie e il 29% nello sviluppo e nella produzione di farmaci. In questo modo, lIA funge da calcolatore per i professionisti del settore medico per prevedere se un paziente con diabete svilupperà un'altra malattia o per rilevare se una persona con una malattia cardiaca sta peggiorando. Nella produzione di farmaci, il documento menziona l'installazione di telecamere per la visione artificiale per l'analisi della qualità, tra le altre possibilità.
Il rapporto considera inoltre quattro dimensioni principali per analizzare il grado di maturità delle aziende farmaceutiche nell'adozione dell'intelligenza artificiale, evidenziando la motivazione e l'adozione. Nel primo caso, le organizzazioni esprimono l'eccellenza operativa come obiettivo principale: sette intervistati su dieci cercano di ottenere una maggiore efficienza nelle loro operazioni come leva fondamentale per migliorare la loro competitività. Altre due motivazioni sono il miglioramento del processo decisionale (34%) e il miglioramento dell'esperienza dei clienti e dei cittadini con cui interagiscono (31%). Per quanto riguarda l'adozione, le aree della catena del valore su cui si concentra maggiormente l'attenzione sono le operazioni interne al settore specifico (65%) e l'applicazione dell'IA alla gestione del rischio e alla sicurezza informatica (54%).
Per quanto riguarda le barriere o i fattori che rallentano il percorso verso l'applicazione dell'intelligenza artificiale, il documento cita la carenza di competenze e talenti di professionisti specializzati nell'IA (36%), la mancanza di visione strategica da parte del senior management (35%) e l'incertezza causata da un quadro normativo che varia a seconda della geografia e del settore nella fase di sviluppo e implementazione (31%).
I prossimi passi
Il settore farmaceutico è un motore fondamentale dell'economia europea; genera 300 miliardi di euro, contribuisce per 175 miliardi di euro alla bilancia commerciale dell'UE e guida il capitolo dell'innovazione con 41,5 miliardi di euro investiti.
L'emergere dell'intelligenza artificiale ha generato enormi aspettative nel settore , dove la sua capacità di automatizzare compiti sofisticati e ad alto valore aggiunto sta aprendo possibilità insospettate, secondo il rapporto Ascendant: l'IA sta emergendo come strumento essenziale per accelerare lo sviluppo di nuovi farmaci, migliorare l'efficienza operativa e rispondere alle principali sfide del settore.
L’ adattamento posturale: gli effetti fisici, cerebrali e comportamentali
Le aziende farmaceutiche hanno già integrato l'intelligenza artificiale nelle loro attività quotidiane: più della metà (55%) progetta i loro prodotti e servizi, in particolare i farmaci, con l'aiuto dell'IA. La utilizzano anche nelle operazioni specifiche del settore e nelle aree della cybersicurezza, del marketing e dei sistemi. È quanto emerge sempre dall'analisi settoriale del rapporto Ascendant di Minsait (Indra Group) che, con il titolo AI: radiografia di una rivoluzione in corso.
Lo stesso rapporto evidenzia le operazioni specifiche in cui le aziende stanno concentrando o concentreranno i loro sforzi sull'uso dell'intelligenza artificiale, tra cui il miglioramento significativo della velocità e dell'accuratezza della scoperta dei composti, la previsione dei risultati delle sperimentazioni cliniche, l'ottimizzazione dei processi di produzione e la gestione intelligente della catena di approvvigionamento.
Inoltre, il 33% delle aziende intervistate sta già applicando l'intelligenza artificiale nell'analisi delle malattie e il 29% nello sviluppo e nella produzione di farmaci. In questo modo, l'intelligenza artificiale funge da calcolatore per i professionisti del settore medico per prevedere se un paziente con diabete svilupperà un'altra malattia o per rilevare se una persona con una malattia cardiaca sta peggiorando. Nella produzione di farmaci, il documento menziona l'installazione di telecamere per la visione artificiale per l'analisi della qualità, tra le altre possibilità.
Il rapporto considera inoltre quattro dimensioni principali per analizzare il grado di maturità delle aziende farmaceutiche nell'adozione dell'intelligenza artificiale, evidenziando la motivazione e l'adozione. Nel primo caso, le organizzazioni esprimono l'eccellenza operativa come obiettivo principale: sette intervistati su dieci cercano di ottenere una maggiore efficienza nelle loro operazioni come leva fondamentale per migliorare la loro competitività. Altre due motivazioni sono il miglioramento del processo decisionale (34%) e il miglioramento dell'esperienza dei clienti e dei cittadini con cui interagiscono (31%). Per quanto riguarda l'adozione, le aree della catena del valore su cui si concentra maggiormente l'attenzione sono le operazioni interne al settore specifico (65%) e l'applicazione dell'IA alla gestione del rischio e alla sicurezza informatica (54%).
Per quanto riguarda le barriere o i fattori che rallentano il percorso verso l'applicazione dell'intelligenza artificiale, il documento cita la carenza di competenze e talenti di professionisti specializzati nell'IA (36%), la mancanza di visione strategica da parte del senior management (35%) e l'incertezza causata da un quadro normativo che varia a seconda della geografia e del settore nella fase di sviluppo e implementazione (31%).
Prossimi passi dell’industria farmaceutica
Il settore farmaceutico è un motore fondamentale dell'economia europea; genera 300 miliardi di euro, contribuisce per 175 miliardi di euro alla bilancia commerciale dell'UE e guida il capitolo dell'innovazione con 41,5 miliardi di euro investiti. In Italia, secondo gli ultimi dati di Farmindustria, le esportazioni sono cresciute del 150% negli ultimi dieci anni, raggiungendo i 49 miliardi di euro entro il 2023 e consolidando il Paese come punto di riferimento nella ricerca clinica.
IA: da 0,8 a 2,5 miliardi nel periodo 24-27
In Italia l’IA oggi ha un valore approssimabile attorno agli 0,8 miliardi di euro, ma sarà destinato a crescere fino a toccare i 2,5 miliardi nel 2027. E’ quanto emerge almenp dal Global Technology Report 2024 di Bain & Company, che però evidenza anche le criticità: “L’adozione dell’IA nelle imprese italiane è ancora inferiore rispetto alla media europea – spiega Mauro Colopi, partner di Bain & Company e responsabile italiano Tmt – solo il 7% delle Pmi e il 24% delle grandi imprese italiane hanno implementato soluzioni di AI, contro una media UE rispettivamente del 9% e del 30%. Questo evidenzia la necessità di iniziative strategiche per accelerare l’adozione dell’AI, ma indica anche un significativo potenziale di crescita per le imprese italiane”.
“L’Italia – aggiunge Colopi – ha un posizionamento solido in settori strategici come robotica industriale, manifattura e l’aerospazio, dove l’adozione dell’AI potrebbe incrementare il vantaggio competitivo. Tuttavia, un ritardo nell’adozione dell’IA potrebbe compromettere la competitività del Paese nei prossimi anni. Le aziende italiane devono quindi sviluppare una roadmap chiara per implementare l’AI che includa la trasformazione dei processi aziendali e lo sviluppo di competenze specifiche”.