Umberto Galimberto, Psiche e techne. L'uomo nell'età della tecnica - Feltrinelli
Al centro del discorso filosofico di Galimberti c’è la tecnica, diventata il tratto comune e caratteristico dell’occidente. La tecnica è descritta da Galimberti come il luogo della razionalità assoluta, un luogo nel quale non troavano spazio passioni o pulsioni ma che è finalizzato alle funzionalità e alla organizzazione che guidano l’azione.
Noi continuiamo a pensare la tecnica come uno strumento a nostra disposizione, mentre la tecnica è diventata l'ambiente che ci circonda e ci costituisce secondo quelle regole di razionalità (burocrazia, efficienza, organizzazione) che, misurandosi sui soli criteri della funzionalità e dell'efficienza, non esitano a subordinare le esigenze dell'uomo alle esigenze dell'apparato tecnico. Inconsapevoli, non ci rendiamo conto che il rapporto uomo-tecnica si sia capovolto, ci muoviamo ancora con i tratti tipici dell'uomo pre-tecnologico che agiva in vista di scopi iscritti in un orizzonte di senso, con un bagaglio di idee e un corredo di sentimenti in cui si riconosceva.
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
Il tema di fondo è la consapevolezza che quanto ci ha guidato nella storia (sensazioni, percezioni, sentimenti) risulta oggi inadeguato e insudfficiente. Agiamo come anafebti tecnologici ma anche emotivi assistendo all'irrazionalità che scaturisce dalla perfetta razionalità dell'organizzazione tecnica, ignorandoe gli effetti e sottovalutandone le conseguenze. La sottovalutazione nasce dalla mancanza dei mezzi intellettuali necessari per una migliore cmprensione della rivoluzione tecnologica e per comprendere la nostra posizione nel cosmo. Finiamo per affidarci ciecamente alla tecnica e per subirne gli influssi adagiandoci nelle comodità che la tecnica ci offre.
Latecnica non tende a uno scopo, non promuove un senso, non apre scenari di salvezza, non redime, non svela verità: la tecnica funziona. E poiché il suo funzionamento diventa planetario, questo libro si propone di rivedere i concetti di individuo, identità, libertà, salvezza, verità, senso, scopo, ma anche quelli di natura, etica, politica, religione, storia, di cui si nutriva l'età umanistica e che ora, nell'età della tecnica, dovranno essere riconsiderati, dismessi o rifondati alle radici.
Umberto Galimberti - Filosofo, psicoanalista, docente e editorialista, è stato dal 1976 professore incaricato di Antropologia Culturale e dal 1983 professore associato di Filosofia della Storia. Dal 1999 è professore ordinario all’università Ca’ Foscari di Venezia, titolare della cattedra di Filosofia della Storia. E' oggi in Italia il maggior traduttore e divulgatore della filosofia di Karl Jasper. Le sue opere più importanti: “Heidegger, Jaspers e il tramonto dell'Occidente” (Il Saggiatore, 1975), “Il corpo” (Feltrinelli, 1983), “L'uomo nell'età della tecnica” (Feltrinelli, 1999),“Psiche e techne” (Universale, 1999), “L'ospite inquietante - il nichilismo e i giovani” (Feltrinelli, 2007), “I miti del nostro tempo”, (Feltrinelli, 2009), “Il viandante della filosofia” (Aliberti, 2011).