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L' impero virtuale. Colonizzazione dell'immaginario e controllo sociale

L' impero virtuale. Colonizzazione dell'immaginario e controllo sociale

13 Settembre 2016 Redazione SoloTablet
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BIBLIOTECA TECNOLOGICA - Nonostante il titolo non è un lavoro su Internet. La tecnologia di cui si parla fa da sfondo ad una riflessione, non di tipo tecnofobica, finalizzata a sostenre il ruolo e l'importanza del pensiero critico nell'analizzarne il ruolo e gli effetti sulla nostra società e siula sua evoluzione attuale. L’esigenza di mantenere un pensiero critico forse non è sentita da molti, ma prioritaria in un'epoca dominata da molto pensiero unico, viene sottolineata da Renato Curcio, un protagonista controverso della vita politica di una stagione ormai trascorsa ma sempre molto attento ai cambiamenti in corso. Con il suo libro l'autore cerca, senza demonizzare le condizioni reali ma problematizzandole a fondo, di comprendere come sia possibile che il diffuso lavoro intellettuale sia sfruttato da un’oligarchia di aziende e di permettere che la merce si autoproduca alle nostre stesse spalle. La sfida da raccogliere è quella di rilanciare la nostra comune capacità di immaginare in modo autonomo.

Il libro di renato Curcio L' impero virtuale. Colonizzazione dell'immaginario e controllo sociale è edito da Sensibili alle foglie


Alcune aziende che quindici anni fa non esistevano, come Google e Facebook, oggi costituiscono la nuova e potente oligarchia planetaria del capitalismo digitale. Internet ne rappresenta l'intelaiatura, e i suoi utenti, vale a dire circa tre miliardi di persone, la forza lavoro utilizzata.

Le nuove tecnologie digitali fanno ormai parte della nostra vita quotidiana, le portiamo addosso e controllano tutti gli ambienti della vita sociale, dai luoghi di lavoro ai templi del consumo.

Questo libro propone una riflessione sui dispositivi attraverso i quali questa oligarchia e queste tecnologie catturano e colonizzano il nostro immaginario a fini di profitto economico e di controllo sociale.

E mette in luce il risvolto di tutto ciò, ovvero l'emergere di una nuova e impercepita sudditanza di quel popolo virtuale che, riversando ingenuamente messaggi, fotografie, selfie, e desideri su piattaforme e social-network, contribuisce con le sue stesse pratiche a rafforzare il dominio del nuovo impero. N

on conosciamo ancora le conseguenze sui tempi lunghi di questo ulteriore passaggio del modo di produzione capitalistico. Chiara invece appare la necessità di immaginare pratiche di decolonizzazione.

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