Fai firmare il manifesto ai tuoi famigliari, poi ai parenti, agli amici e ai colleghi. Alle persone più convinte potrai chiedere che facciano lo stesso con altri nei loro contesti quotidiani.
Cara/o firmataria/o del Manifesto “Salviamo la Ricerca biomedica Italiana”,
innanzitutto grazie per il tuo supporto: abbiamo raggiunto, attraverso passaggio di mail nel mondo dell’università e ricerca e senza forme di pubblicizzazione, 3380 firme alle 18 di lunedì 16 settembre.
Oggi, martedì 17 settembre, il documento sarà reso pubblico con una conferenza stampa che si terrà alle ore 12 a Milano.
Il successo dell’iniziativa e i risultati che si potranno ottenere grazie a tutto il lavoro fatto da tante persone che ci hanno aiutato fino a questo momento dipende ora dal TUO contributo.
- Fai firmare il manifesto ai tuoi famigliari, poi ai parenti, agli amici e ai colleghi. Alle persone più convinte potrai chiedere che facciano lo stesso con altri nei loro contesti quotidiani.
Non temere di scoprire che qualcuno che non ti aspettavi non la pensa come te: cogli l’occasione per un confronto pacato e civile. Oltre il 90% delle persone dichiarano con le loro abitudini alimentari di accettare un approccio “specista” al mondo animale, e pressoché tutte usano farmaci e conquiste derivate dalla sperimentazione animale. Comunque ritengano di pensarla sul tema, costoro partono da una premessa inevitabilmente favorevole ed è perciò nostro dovere informarle. Lo scopo di convincerle a firmare il manifesto sarà soltanto il primo, strumentale passo di un percorso culturale più lungo e complesso, in cui ciascuno potrà decidere il proprio ruolo. Magari con un po’ più di consapevolezza.
- Condividi e diffondi il manifesto con ogni mezzo a disposizione (social networks vari, Mail, WhatsApp, siti web, etc.)
- Divulgalo nei gruppi di cui fai parte, quelli “virtuali” e quelli reali in cui puoi parlare con le persone (gruppi di studenti di corsi di laurea/facoltà/ecc., gruppi tematici, ricreativi, culturali…)
- Per chi ha la possibilità di ottenere l’uso di mailing list di atenei, facoltà/dipartimenti/istituti, divulgate con il testo che ritenete più opportuno in base alla realtà in cui vi muovete. Ma divulgate.
- Sfruttate iniziative pubbliche di qualsiasi genere nelle prossime settimane per divulgare e diffondere il manifesto, fare informazione sul tema sperimentazione animale e ottenere firme: un’occasione può essere, per esempio, la Notte dei Ricercatori (per chi fosse interessato a coordinare iniziative in quest’ambito può fare riferimento a Micaela Morelli, Pro-Rettore Ricerca Università di Cagliari: morelli@unica.it) ma anche congressi, seminari eventi di divulgazione pubblica di qualsiasi genere.
Intervista con la New Media Art
Raccogliere firme è necessario perché la fondatezza delle ragioni e l’autorevolezza di chi le sostiene purtroppo non bastano per ottenere attenzione dalla classe politica ed evitare derive antiscientifiche cui sempre più spesso assistiamo: servono anche i numeri.
Ma lo scopo del manifesto è soprattutto quello di far parlare e comunicare di scopi, metodi e regole che caratterizzano il ricorso al modello animale nella ricerca biomedica. Riaffermandone la validità, il valore etico e la necessità di recuperare un giusto equilibrio tra esigenze della ricerca e di tutela del benessere animale, riallineandosi alla Direttiva Europea.
L’impegno di ciascuno contribuirà al successo di tutti: non lasciare che siano altri a fare al posto tuo. Non perdiamo questa occasione.
Certi della vostra convinta collaborazione,
un saluto cordiale,
Luca Bonini (Università di Parma) e Marco Tamietto (Università di Torino)
SALVIAMO LA RICERCA BIOMEDICA ITALIANA
Il progresso della ricerca biomedica per trovare rimedi alle malattie, nuovi farmaci e vaccini, nonché per fornire le basi del sapere medico e veterinario richiede, in molti ambiti, di ricorrere alla sperimentazione animale.
Gli animalisti, che rappresentano meno del 3% della popolazione, rifiutano categoricamente qualsiasi forma di impiego degli animali, sia per l’alimentazione sia per la ricerca scientifica. Costoro stanno esercitando una crescente pressione sull’opinione pubblica, sulla politica e sulla società per l’abolizione della sperimentazione animale. Diffondono notizie false, talora supportate da sedicenti esperti privi di qualsiasi competenza documentata, e alimentano una campagna di sospetto e odio nei confronti di chi opera a favore del progresso scientifico e della salute umana e animale.
Ben 97 su 109 premi Nobel per la Medicina e la Fisiologia (e tutti quelli degli ultimi 30 anni) sono stati assegnati per scoperte che hanno richiesto l’impiego di animali. Dai risultati della sperimentazione animale sono derivati i testi e le basi su cui si formano i nostri medici, veterinari, psicologi e professionisti della salute. Inoltre, la sperimentazione animale ha reso possibili progressi medici rivoluzionari come gli antibiotici, i trapianti d’organo, la terapia di malattie come diabete, il Parkinson, la depressione, le paralisi da lesioni spinali, patologie cardio-vascolari e molte altre. Infine, è indispensabile che tutti i nuovi farmaci siano testati su modelli animali prima che sull’uomo, affinché soltanto quelli risultati più sicuri e promettenti possano essere sperimentati sui pazienti.
L’impiego degli animali per la ricerca è quindi incontrovertibilmente indispensabile.
Tuttavia, persino chi si ciba di carne nutre a volte perplessità rispetto all’impiego degli animali nella ricerca (appena lo 0,001% rispetto agli animali utilizzati a scopo alimentare). Com’è possibile? Cadendo nell’inganno di una equivalenza tra sperimentazione animale e tortura, incarnata nel concetto dispregiativo di “vivisezione”. Si tratta di un’equivalenza insensata, particolarmente in Italia, che è il paese con la legislazione più restrittiva d’Europa in materia di tutela degli animali utilizzati a fini scientifici. Animali come conigli e suini sono sottoposti a cure e tutele largamente superiori quando destinati ad un uso scientifico rispetto a quando allevati a scopo alimentare. I roditori, eliminati in quanto animali infestanti nelle nostre città, rappresentano quasi il 90% degli animali utilizzati per la ricerca, dove sono invece tutelati da rigide normative. Infine, se gli scopi dell’esperimento richiedono la soppressione dell’animale al termine delle procedure, la legge impone che ciò avvenga da parte di personale adeguatamente formato senza arrecare sofferenza. L’impiego di animali per la sperimentazione è delicato, costoso, strettamente controllato dalle autorità competenti e viene evitato ogni qual volta esistano validi metodi alternativi.
Ad oggi, l’uso degli animali è considerato ancora imprescindibile dalla comunità scientifica internazionale in molti settori di ricerca, come gli studi sul cervello, sulle dipendenze patologiche e sui trapianti, minacciati nel nostro Paese da una normativa inadeguata.
Questo manifesto è supportato da scienziati, compresi premi Nobel, e da tante ricercatrici e ricercatori che difendono la dignità e il valore della ricerca. Unisciti a loro per chiedere al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Salute, al Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, e al Parlamento tutto di adottare ogni iniziativa utile per permettere al nostro Paese di adeguarsi alla normativa europea in tema di sperimentazione animale (Direttiva 63/2010), per un maggiore equilibrio tra le esigenze della ricerca scientifica e quelle della protezione degli animali.
Non lasciare che la ricerca nel nostro Paese muoia e che le ricercatrici e i ricercatori italiani siano costretti ad abbandonarlo o a spostare le loro ricerche all’estero.
Il Manifesto è promosso da Luca Bonini e Marco Tamietto, psicobiologi e titolari di progetti ERC, e dai seguenti primi firmatari:
- Giacomo Rizzolatti – Neurofisiologo, scopritore dei “neuroni specchio”
- Silvio Garattini – Farmacologo, fondatore dell’Istituto Mario Negri
- Eric Kandel – Neuroscienziato, Premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia 2000
- Françoise Barré-Sinoussi – Immunologa, Premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia 2008
- Jacopo Meldolesi e Ernesto Carafoli – Presidenti Commissione Salute e Ricerca, Accademia dei Lincei
- Micaela Morelli – Farmacologa, Presidente della Società Italiana di Neuroscienze (SINS)
- Joseph LeDoux – Neuroscienziato, membro della National Academy of Sciences (USA)
- Francesca Pasinelli – Direttore Generale di Telethon
- Guido Silvestri – Medico Immunologo e co-fondatore del Patto Trasversale per la Scienza
- Angela Sirigu – Neuropsicologa, Direttrice di Ricerca al CNRS (Lione)
- Corrado Sinigaglia e Giulio Giorello – Filosofi della Scienza e divulgatori scientifici
- Silvia Priori – Cardiologa molecolare, Direttore Scientifico ICS Maugeri
- Giorgio Vallortigara – Neuroetologo e divulgatore scientifico
- Simone Pollo – Bioeticista e Filosofo Morale
- Massimo Piattelli Palmarini – Scienziato cognitivo, membro dell’American Philosophical Association, Università Arizona
- Tullio Pozzan – Biologo molecolare, Accademia dei Lincei, Royal Society of London e National Academy of Sciences (USA)
Supportano il Manifesto anche la Associazione Internazionale Ricercatori Italiani (AIRIcerca), Associazione Luca Coscioni, European Animal Research Association (EARA), Federation of European Neuroscience Societies (FENS), Federazione Italiana Scienze della Vita (FISV), Patto Trasversale per la Scienza, Società Italiana di Fisiologia (SIF)