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Utopia del Software Libero

Utopia del Software Libero

04 Luglio 2018 Redazione SoloTablet
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BIBLIOTECA TECNOLOGICA - Nella prefazione alla versione italiana del testo, Giorgio Graziotti lo presenta come un "saggio che rientra nella grande tradizione della ricerca sociologica francese". Attraverso lo studio e l'amalisi di tre progetti come Linux, Debian e Wikipedia, l'autore ci fornisce una interessante rivisitazione di concetti fin troppo abusati e dai significati contraddittori come libero e utopia. Libero, riferito al software è stato anche un'utopia. Prima si chiamava Free Software, poi è arrivato l'Open Source. Il primo era anche un movimento politico fondato sull'eticità del bene comune (non a caso Griziotti associa il software libero al Sessantotto), il secondo ha trasformato l'utopia in senso utilitaristico e commerciale.

Il libro Utopia del software libero . Dal bricolage informatico alla reinvenzione sociale di Sébastien Broca è pubblicato da Mimesis / Editopie


Nato negli anni ’80 dalla rivolta degli hacker contro la privatizzazione del codice informatico, il movimento del Software Libero, non sembrava destinato a rinnovare l’immaginario politico. I suoi valori e le sue pratiche si sono tuttavia estesi ad altri campi, elaborando gradualmente una vera e propria “utopia concreta”. Eppure il Software Libero solleva anche molti interrogativi per le sue relazioni con l’economia di Internet, per l’entusiasmo tecnofilo o per le ambiguità politiche. Sébastien Broca li evidenzia, raccontando una storia in cui gli hacker ispirano il pensiero critico e gli imprenditori open source si confrontano con i sostenitori dei beni comuni.

Sébastien Broca è sociologo e docente di Scienze dell’informazione e della comunicazione all’Università Paris 8. Utopie du logiciel libre è stato ben accolto in Francia tanto dal mondo accademico che dai media.

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