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NON HO TEMPO PER LA FRETTA

NON HO TEMPO PER LA FRETTA

06 Maggio 2021 Redazione SoloTablet
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Non c’è tempo per la fretta: i pensieri e la vita di un contadino che non conosce lo smartphone, il computer e il conto in banca, non per snobismo ma, semplicemente, perché non li considera necessari: nelle parole di Felice non c’è retorica, né nostalgia, né finzione, solo acquafresca e quella sapienza che nessuna scuola può insegnare.

Il libro NON HO TEMPO PER LA FRETTA di Felice Rosario Colaci è pubblicato da PENTÀGORA


 

Parole di terra in rima baciata

Il libro di un contadino che ha rinunciato al superfluo provando ad accordarsi con l’orologio della natura, orientato alla terra con la bussola del buonsenso verso l’autosufficienza, distante dal consumismo, dalla competizione, dalle luci artificiali, dalle ossessioni cosmetiche e, per quanto può, dal denaro.

Nella loro semplicità, i versi in rima baciata di Felice sono viatico per una buona vita.

Così presentava l'uscita del libro nel 2016 Massimo Angelini, Direttore Ediroriale di PENTÀGORA: 

"Non avrei mai pensato di pubblicare un libro così, sono sincero, ma la sua semplice bellezza mi ha conquistato, con parole di buon senso, senza ostentazione, senza citazioni, senza complicazioni, in rima baciata indifferente alla metrica, naif come Ligabue (il pittore) ma con una sonorità che ricorda i testi rap: semplicemente prezioso come i disegni di Daniele Garota che lo accompagnano."

Felice, contadino di 62 anni, laureato sulla terra (a pieni voti!), vive a San Severino nelle Marche; con il secondo terremoto un mese fa ha perso il cascinale dove viveva, ma non si perde d'animo e continua a ringraziare la vita, lo stesso. Quando non zappa scrive versi a modo suo, dove, senza riccioli letterari, senza retorica, racconta come ha rinunciato al superfluo provando ad accordarsi con l’orologio della natura, orientato alla terra con la bussola del buonsenso verso l’autosufficienza, distante dal consumismo, dalla competizione, dalle luci artificiali, dalle ossessioni cosmetiche e, per quanto può, dal denaro.Nella loro semplicità, i versi in rima baciata di Felice sono viatico per una buona vita.

Che farai da grande?

 

"Figlio mio cosa farai quando sarai grande?"

"Farò il pittore di madonne, uomini e santi,

di quadri famosi, pittori importanti.

li dipingerò sul pavimento

in balia di passanti, pioggia e vento.

li farò con cura e amore abbondanti,

come dovessero durare anni e secoli tanti"

 

"Figlio mio perché tanto lavoro e tanta devozione 

per ciò che durerà una si breve stagione?

Non è meglio dedicare il tuo tempo e lavoro 

per guadagnarti ricchezze e decoro?"

 

"Quando i miei più semplici bisogni siano soddisfatti

cercare il di più mi sembra cosa da matti!

 

La vita sembra lunga ma dura solo un momento,

poi anche noi saremo polvere al vento.

La mia pittura effimera ma appassionata

sarà il mio monito a una generazione troppo indaffarata,

sempre occupata ad accumulare

sorda perché non vuole ascoltare.

 

Il mio messaggio più evidente

è che al denaro non pongo mente,

anche se ho del talento

io di poco mi accontento,

mi affido alla provvidenza

che non mi faccia restare senza.

Non penso a fama nè gloria futura

che esorcizzi dubbi e paura

sulla nostra sorte effimera e incerta

come la mia pittura all'aria aperta.

 

Quando pensi troppo al domani

ti leghi piedi e mani

di cui avresti molto bisogno

per realizzare il tuo sogno.

 

Se non vivi ora e adesso, ma ti attacchi ad ogni tuo possesso,

sarebbe come se il madonnaro 

del suo talento fosse avaro

volendo salvare ogni suo dipinto

 col timore che poi venga estinto."

 

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