
🍒 LA TRASFORMAZIONE E' GLOBALE
La trasformazione non è solo personale/individuale, è globale, interessa qualsiasi cosa, si realizza nel tempo e si scopre al termine della sua durata. Nulla può la pretesa del soggetto, oggi molto individualista, supponente, superficiale e narcisista, di governare i tempi e la durata della trasformazione in costante movimento. Nulla può perché, immerso com’è nel presentismo corrente, fatto di (re)azioni binarie, l’individuo non si dà tempo per riflettere sugli eventi e sulle situazioni, non ha (tecno)consapevolezza di quanto i suoi comportamenti online lo stiano, anche cognitivamente, modificando, influenzando, trasformando, e con lui, tutti gli altri, compresi i contesti nei quali opera, i suoi pensieri e il suo modo di percepire la realtà e il mondo. Nulla può anche perché le narrazioni che parlano di cambiamento e di trasformazione pagano lo scotto di un linguaggio e di una cultura tipicamente occidentali nei quali il soggetto è più importante della relazione e del contesto.
🍒 CONDIZIONATI COME SIAMO
Condizionati dalle macchine binarie e dalle reazioni stimolo-risposta delle piattaforme social, non vediamo alcuna sfumatura di grigio (possiamo esprimerla con la scelta di un emoji ma sappiamo tutti quanto sia limitante), ragioniamo sempre su un prima e un dopo, mai su un mentre evenemenziale, situazionale o esperienziale, abbiamo perso la capacità di cogliere le modificazioni in atto (ogni MiPiace ci modifica) e la continuazione (biforcazioni) da esse determinate in un evento, un’azione, una situazione, ecc..
Mai come oggi, anche frequentando questa piattaforma, si vive dentro un surplus di parole che richiamano il cambiamento, la trasformazione (soprattutto digitale), la transizione e l’innovazione. Tutti si sentono protagonisti nel trasformare queste parole in atto, spesso nella inconsapevolezza che il cambiamento, la trasformazione non sono percepibili, spesso anche ormai incapaci di esercitare l’immaginazione. Non lo sono perché sono condizionati dal loro modo di guardare le cose, da un modo di pensare superficiale, riduzionista che tende a semplificare, frammentare, categorizzare e stabilizzare.
🍒 TEMPI DI CRISI
Viviamo tempi di policrisi e di disincanto che ci sollecitano a prendere consapevolezza dei cambiamenti in atto. Questi cambiamenti sono continui, impercettibili, come quelli del magma incandescente che si muove e si estende ramificandosi sotto i Campi Flegrei o il vulcano islandese Fagradalsfjall. Il magma della trasformazione si propaga ovunque, si globalizza e si deglobalizza in continuazione, si espande. La trasformazione in atto è economica (qualcuno pensa che abbia avuto origine nella crisi finanziaria del 2008), è sociale (disuguaglianza, povertà e precarietà sempre in peggioramento, in movimento), è individuale (comportamenti, stili di vita, disturbi psichici, violenze di genere, ecc.), è tecnologica.
🍒 LE TRASFORMAZIONI TECNOLOGICHE
Considerando il tema della mia newsletter la trasformazione di cui voglio parlare è quella tecnologica. E’ una trasformazione subdola, sottile, quasi metabolica, che si sta imponendo senza generare allarmi, nella più piena accettazione passiva e inconsapevole di moltitudini di persone. Non è visibile a uno sguardo superficiale, a persone la cui attenzione è stata rubata e imprigionata, a influencer e storyteller che per vivere e guadagnare devono fare finta di nulla, a individui che, avendo rinunciato da tempo a essere cittadini, si accontentano di essere trattati come target, merce, semplici consumatori e complici produttori.
La prima grande trasformazione tecnologica interessa il sistema economico (capitalistico) nel quale tutti viviamo, alcuni prosperando e molti soffrendo e impoverendosi. Interessa l’accumulo di immense ricchezze nelle mani di poche aziende tecnologiche che oggi, grazie ai loro profitti, sono in grado di dominare la politica, strumentalizzare e sottomettere i governi nazionali, ma anche di impensierire Wall Street e il potere finanziario attuale. Questa trasformazione di cui nessuno realmente parla, sta determinando i molteplici cambiamenti geopolitici a cui stiamo assistendo e che si manifestano in guerre sul terreno, guerre economiche, ecc. tra i resuscitati imperi del mondo.
La terza trasformazione in atto, forse quella più significativa è una sommatoria di trasformazioni scatenate dalle prime due. Sono trasformazioni che scaturiscono da strategie (geo)politiche che cambiano (pensate alla guerra dei microprocessori per bloccare la strada alla Cina verso il dominio del mondo), da reazioni obbligate per mantenere posizioni di forza o per evitare di perderle (pensate a come è cambiato il mercato delle transazioni mondiali dopo l’imposizione delle sanzioni alla Russia). Se uno stato, gli Stati Uniti, si permettono di bloccare i benei di un altro stato, la Russia, cosa dovrebbe fare la Cina che in USA possiede asset multimiliardari? Quantomeno non si fida più e si prepara, trasformandosi, a un mondo futuro che sarà molto diverso da quello attuale.
Tutte queste trasformazioni che non percepiamo perché fuori dal nostro radar attenzionale e motivazionale, che non ci vengono raccontate da media ormai impoveriti nella loro funzione a anche rappresentanza professionale, che non ci interessano perché ciò che più ci preme è fare transazioni veloci, usare AirBnb (e chi se ne frega della gentrificazione!), Uber, Amazon o Deliveroo, che non ci riguardano perché nella trappola non ci sono solo gli utenti finali ma anche milioni di piccole aziende e artigiani che non possono vendere più in modo profittevole uno spillo senza pagare una tangente ad Amazon, Apple, Mcrosoft, Google, ecc.
🍒 CONCLUDENDO
Non so a quanti di voi possano interessare le riflessioni di una persona che, dentro la fluidità della sua vita, invecchiando, continua a trasformarsi. A questa trasformazione, per quanto la si possa percepire nelle sue mille sfumature, non serve resistere, meglio praticarne la sua accettazione. Meglio prepararsi alle tante modificazioni in atto, consapevoli che più della meta o del risultato finale, conta il viaggio, il movimento stesso. Inutile cercare di incasellare la realtà che si percepisce in categorie e ideologie con cui configurare e modellare la realtà, meglio non porsi scopi particolari, ma limitarsi a dare un proprio contributo. Da parte mia io provo a farlo con un lavoro intellettuale e culturale che ha la pretesa di poter contribuire a dare una inclinazione positiva/favorevole a trasformazioni sulle quali sono consapevole di avere scarso potere. Nella convinzione che non serva essere eroi, neppure spacciarsi per influencer, è più importante essere cittadini. Ma per esserlo bisogna saper coltivare la conoscenza, adottare linguaggi gentili e adeguati per condividere conoscenze e saperi, per praticare la (tecno)consapevolezza, per continuare a coltivare la speranza, per esercitare la responsabilità, per agire in modo etico.
Bibliografia:
- Francois Jullien, Le trasformazioni silenziose, RaffaelloCortina Editore, Verona 2010
- Yanis Vaoufakis, Tecno-Feudalesimo. Cosa ha ucciso il capitalismo, La nave di Teseo, Milano 2023