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Tablet a scuola: come cambia la didattica

Tablet a scuola: come cambia la didattica

13 Dicembre 2014 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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Capitolo 9

Il tablet richiede la riconfigurazione dell’aula

(Il libro Tablet a scuola: come cambia la didattica è stato pubblicato nel febbraio del 2014 nella collana Technovisions di Delos Digital)


Per usare in modo produttivo il tablet in classe una tinteggiatura delle pareti non è sufficiente. Non lo è neppure la predisposizione dei poster sul muro o il cambio di atmosfera e di clima. Bisogna in realtà ripensare e ridisegnare la configurazione dell’aula e intervenire con nuove idee di utilizzo degli spazi.

Considerata la situazione drammatica in cui versa la scuola italiana, ha fatto notizia, nel 2013, il gesto di un  cittadino extra comunitario  che, per sdebitarsi di un aiuto ricevuto dal comune di residenza, ha deciso di pitturare gratis l’aula scolastica nella quale studiava suo figlio e poi, contento del risultato, ha proceduto a tinteggiare anche tutte le altre. Non è dato sapere se nelle classi interessate dalla tinteggiatura fosse presente il tablet come strumento didattico e di apprendimento ma anche se lo fosse stato, la tinteggiatura non sarebbe stata sufficiente a predisporre l’ambiente necessario a ispirare gli studenti a sfruttare al meglio il nuovo dispositivo tecnologico.

Dall’arrivo del tablet a scuola molti si sono interrogati sulle nuove forme della didattica, pochi hanno realizzato che queste obbligano anche a ripensare la configurazione fisica dell’aula. Una didattica che da frontale diventa collaborativa e sociale suggerisce di rivedere la predisposizione di scrivania, tavoli e banchi, di pensare a come attrezzare diversamente pareti e angoli dell’aula, di scegliere colori alle pareti diverse e luci collocate diversamente e molto altro ancora.

La ridefinizione degli spazi non deve essere casuale, anche se soggetta a numerose sperimentazioni, rese necessarie dalla novità che il tablet introduce nella didattica e nel confronto, dialogo e interazione tra docente e discente. Il primo passo verso una soluzione ottimale è la presa di coscienza sull’importanza del luogo in cui avviene l’apprendimento e sulla sua influenza sul tipo di coinvolgimento e di capacità di resa dello studente sia nell’apprendimento che nella relazione con il docente e i compagni di scuola.

L’uso del tablet in classe rende la cattedra obsoleta

Primo cambiamento da operare è la nuova collocazione o eliminazione della cattedra. La scrivania del docente in molte aule è percepita dagli studenti, ma anche dai professori che vi siedono dietro, come una muraglia cinese, una barricata invalicabile o difficilmente espugnabile (dipende dai docenti!!) per la sua iconicità legata alla posizione di predominio fisico in aula ma soprattutto al potere e al controllo che da essa vi viene esercitato.

Una soluzione è di eliminarla completamente. In alternativa, se non se ne può fare a meno, di metterla contro un muro per svuotarla della sua iconicità e posizione di preminenza in termini di visibilità e ruolo.

Intervenire sulla cattedra significa cambiare radicalmente la percezione dello spazio fisico da parte degli studenti e passare da un ambiente didattico frontale (con un centro) ad uno distribuito e senza centro. Nella situazione frontale che caratterizza la quasi totalità delle classi attuali, il modo con cui gli studenti entrano, si predispongono e si muovo nello spazio fisico è condizionato dalla predisposizione centralizzata della cattedra. Cosa succede se questa sparisce? Come si muoveranno e organizzeranno gli studenti? Cosa bisogna fare per predisporre uno spazio di lavoro di tipo collaborativo, condiviso e sociale? Da queste domande nascono le sfide e le nuove opportunità per un uso intelligente e proficuo del tablet a scuola.

Se si procede al cambiamento, bisogna essere coscienti che esso non sarà duraturo. I progetti e le diverse modalità di utilizzo delle applicazioni del tablet suggeriranno nel tempo cambiamenti ed innovazioni costanti dettate dalle nuove tecnologie che arriveranno e dalle nuove pratiche che emergeranno. La predisposizione degli spazi e degli oggetti deve essere flessibile e temporanea e pensata per coinvolgere gli studenti, oltre che avere le dovute autorizzazioni dell’ufficio del preside.

L’intervento nello spazio orizzontale non è comunque sufficiente. Meglio intervenire anche sugli spazi verticali e sulle pareti. Più che cambiare colori, lavagne, quadri e poster, serve far passare il messaggio che lo spazio delle pareti è a sua volta condiviso e proprietà di tutti. Lo spazio in parete deve rimanere ben organizzato e pulito ma deve poter essere usato dagli studenti come superficie utile a illustrare l’avanzamento dei loro progetti,  a visualizzare mappe, grafici, tabelle, ecc.

Predisporre un’aula senza centro con pareti che diventano superfici su cui scrivere significa permettere agli studenti maggiore libertà di movimento nello spazio fisico dell’aula. Ciò significa che anche la persona fisica dell’insegnante è soggetta a nuove esperienze, di vicinanza e interazione, che cambiano il rapporto con lo studente. La nuova situazione non è semplice e richiederà sempre attente valutazioni, da parte dell’insegnate, sul tipo di libertà e sul livello di privilegi da concedere agli studenti.

L’ambiente ha sempre condizionato l’apprendimento, fin qui nulla di nuovo! L’introduzione del tablet in classe obbliga a rivedere questo ambiente e a riorganizzare gli spazi. Farlo non è una opzione ma una necessità. Il tablet cambia la didattica, ispira nuove forme di coinvolgimento e di creatività. L’ambiente non può non cambiare a sua volta e non può non ispirare nuova creatività e fantasia organizzativa da parte del corpo insegnante.

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