La seconda metà degli anni Settanta, quelli che con 500 lire ci passavi un pomeriggio con gli amici senza richieste d’amicizia e potevi condividere la sala giochi senza condivisione virtuale di link, hashtag e foto inutili, ha dato origine alla Transavanguardia, movimento artistico tutto italiano. Checousa? Certo, non penserete mica che l’Italia è il paese del menefreghismo dell’Arte, dove si perde Tempo e si va dietro ad una Rana? Dalle poesie può nascere un modello creativo tutto Made in Mater!
La Transavanguardia descrive con semplicità e affinato studio il percorso della storia dell’arte tra astratto e figurativo. Con i 5 artisti geniali - di Achille Bonito Oliva più! - con quel gusto di pitturao che dipinge su e giù, puoi gioire alla Trans anche tu! Essa riprende un fare dimenticato e sviluppa un nuovo concetto di transizione di linguaggio da un’opera all’altra, “una immagine che contemporaneamente è enigma e soluzione”, come troviamo scritto nel manifesto del movimento di Bonito Oliva del 1979, anno-titolo del brano pubblicato nel 1995 dagli Smashing Pumpkins. Pure questo sibillino (giuro che questo sinonimo l’ho ricavato dal Thesaurus di Word!) no?
Impara l’arte e muoviti nella direzione che vuoi. Basta sentirsi #artecoltemporana
Mimmo Paladino è un esempio di transavanguardista che scandisce la propria creatività col linguaggio dei segni tra figurativo e installazione. Egli assume un atteggiamento mistico, saltellando di volta in volta tra il geometrico-intuitivo e il reale-evocativo. Come se immaginassimo un Tiki Taka stile Barcellona effettuato da Zeman con gli omini del calcio balilla su di una distesa di sale colorato monocromatico. Avete capito qualcosa?
ART-icolo 23: Installa l’azione. In stalla.
La Transavanguardia: e quindi cosa dobbiamo pensare?
La critica d’arte è la sorella minore dell’arte visiva. Il suo compito è quello di rendere oggettivo e razionale il gioco creativo realizzato dall’elucubrazioni manuali e concettuali degli artisti. E, in molti casi, determina l’inizio e la fine di una fase che si inserisce a pieno titolo nella storia dell’arte. Con la bellezza di rendere funzionale l’opera e di lasciare il commento al fruitore. Con la saggezza di determinare un parere del più sprovvisto spettatore e poter sottolineare che c’è a chi piace e a chi no.
Con la consapevolezza che il corpo da esporre lo concediamo a chi se lo può permettere.
Ehi, che vai a rinfrescare il mazzo!
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