Secondo il famoso e pluripagato e “in linea con le condizioni generali di mercato” storico dell’arte Germano Celant bisogna “impoverire i segni”. Ecco l’origine della corrente artistica italiana che fa dell’arrangiarsi e dell’ingegno creativo i suoi punti di forza. Un po’ come la cara - che suscita sentimenti e non perché costa molto - e amata schedina del Totocalcio, dove 1, X, 2 rendevano 90 minuti della domenica gustosi come uno spezzatino che non si chiama calcio e scommesse di ogni tipo e nome. U canusch a Robet?
L’Arte Povera è importante non solo per l’Italia, ma per tutto il settore artistico mondiale. Dal concetto alla terra, gli esteti dell’evento distribuiscono poesie visive di legno, ferro, plastica, scarti industriali, materiali di qualsiasi uso e genere sociale. Altro che network digitali in pattern grafici geometrici con colori per l’ennesima App, le installazioni e performance “povere” dimostrano come digital fabrication, robotica e stampanti 3D sono l’evoluzione e non l’innovazione. Se non siete d’accordo, scrivete a: waltercoda@artecoltemporana.nonloso.
Accumula, affianca e poi mostra.
Michelangelo Pistoletto è entrato a pieno titolo nel percorso dell’Arte Povera. Egli sa miscelare passato, presente e futuro con l’attenzione per il naturale e l’artificiale che non fa male a nessuno. La sua Venere degli Stracci è simbolo della corrente artistica italiana, un Terzo Paradiso anticipato. Sai quante divinità si potrebbero realizzare a Foggia al mercato delle “pezze americane” del Venerdì? E poi si dice che c’è crisi!
Tu, dunque Noi.
Povera ma non troppo: perché considerarla arte?
Il riciclo e il riuso di oggetti di qualsiasi materiale permette all’uomo di allargare le possibilità creative. E di scoprire che il primo vero artista è la Natura, con tutta la sua bellezza e la diversità glocale. Si, capire il globale attraverso la realtà locale, e riscoprire interessi da un semplice volo di farfalla o dai mille movimenti di un gatto in un prato vicino casa. E divertirsi sempre.
Poveri con dignità, si. Ricchi senza dignità, no.
La carne triste non la vuole nemmeno Cristo!
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