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Scienza ed etica

Scienza ed etica

09 Marzo 2013 Antonio Fiorella
Antonio Fiorella
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Il dialogo di Margherita Hack con Marco Santarelli su scienza ed etica affronta molti punti dolenti della nostra Italietta. L’astrofisica sembra aver distolto lo sguardo dal cielo per occuparsi di ciò che avviene Sotto una cupola stellata. E lo fa con piglio combattivo come chi si è dovuto sottrarre, suo malgrado, da cose più importanti.
La moralità dovrebbe essere considerata come un ramo ancora da sviluppare della scienza.” (Sam Harris)

Nel diffondere ragguagli sugli ultimi traguardi della ricerca scientifica, rivendica il diritto per la scienza di avere il campo sgombro da posizione dogmatiche. “Dio è un’invenzione.” La ricerca non può essere limitata da ingerenze religiose. Ricerca e fede si trovano agli antipodi. La conoscenza acquisita nell’astronomia, lo studio delle leggi della fisica, la comprensione dei mutamenti atmosferici (che coinvolgono l’uomo direttamente nella sua vita quotidiana), hanno abbattuto antiche credenze. Una caterva di divinità, che erano state immaginate per spiegare quei fenomeni naturali che nell’antichità apparivano misteriosi minacciosi e inspiegabili, sono evaporate nel nulla. Il fatto che l’immenso Olimpo degli dèi greci e romani sia stato ridotto a un tabernacolo abitato da un Dio, spirituale, onnipotente e unico (salvo poi scoprire che ogni angolo della terra rivendica il proprio), non ne avvalora l’esistenza.

Margherita Hack  all’inizio della carriera ha capito che l’universo “era una palestra di fisica” e ha voluto sperimentarla. Avendo speso larga parte della sua esistenza studiando la volta celeste, può tranquillamente affermare di non aver mai intravisto un disegno divino nel cielo stellato. Per spiegare l’irrazionale, ossia quello che l’uomo non ancora riesce a comprendere, l’uomo si è inventato le divinità. E tuttavia ci sono anfratti che la scienza “forse” non potrà mai illuminare. Perché esiste l’universo? perché la materia ha la proprietà di aggregarsi? Certo, in quel “forse” risiede e riaffiora tutta la caparbietà della studiosa alle prese con quanto appare tuttora ignoto, la determinazione a non darsi mai per vinta di fronte all’imponderabile.

Non crede alla vita dopo la morte. In sintonia con Epicuro, dice di non avere paura della morte in quanto tale, facendo suo il detto: “Finché vivo non c’è morte; quando ci sarà la morte, non ci sarò più io.” Il dilemma semmai sta nel come affrontare, oltre al dolore, le incognite in agguato nella transizione dalla vita alla morte. Da qui la risoluta convinzione del diritto, dell’essere umano, di decidere della propria esistenza. Poiché “la vita e la morte appartengono all’uomo.” Non a Dio quindi, né tantomeno ai sacerdoti che in suo nome si arrogano diritti, sugli altri esseri umani, inconciliabili con uno Stato non teocratico. Va pertanto riconosciuta ai cittadini la facoltà di decidere su eutanasia, aborto, unioni di fatto, ricerca sulle cellule staminali embrionali.

La libertà di ricerca, finalizzata al miglioramento delle condizioni generali degli esseri viventi, è irrinunciabile. Unico limite, moralmente “abietto,” sarebbe quello di concepire sottoclassi della specie umana, “dar vita a ominidi allo scopo di affidare loro particolari mansioni.”

La Hack rivendica un’etica laica rispettosa del prossimo. Vegetariana dalla nascita (ovviamente per scelta dei genitori seguaci di una filosofia indiana), ci tiene ad affermare che il rispetto del prossimo non deve escludere il mondo animale.

Più che porre limiti alla ricerca scientifica, nello studio delle leggi che regolano il mondo reale, è necessario vigilare sulle applicazioni. Le ricadute scientifiche, che non vengono poste al miglioramento dell’esistenza degli esseri viventi, tradiscono l’etica e il mandato ricevuto dalla comunità.

 

La conversazione con Marco Santarelli tocca numerosi aspetti irrisolti con la società: carenze nell’istruzione, risorse lesinate, interrogativi pressanti e sfide ancora aperte nella comprensione del mondo circostante. Uno dei principali enigmi,  secondo la scienziata, è capire la distanza tra il cervello degli scimpanzé e quello degli esseri umani. Il DNA è pressoché identico, ma le capacità sono molto diverse; “qual è stato il salto che ha permesso all’uomo di superare così tanto gli altri animali?”

La questione femminile la spinge a parlare di Ipazia d’Alessandria (vissuta nella seconda metà del IV secolo): astronoma, matematica, rappresentante della filosofia neo platonica, fu uccisa da una folla di cristiani. “Penso che il suo assassinio sia un episodio chiave,” dice con amarezza la Hack. “Meglio uccidere una persona che con il suo essere diversa... ha messo in discussione una cultura fatta da soli uomini, piuttosto che condividere con lei i risultati o i suoi pensieri.” Purtroppo non mancano episodi di oscurantismo neppure nei nostri giorni, e indica nomi e circostanze.

L’Italia sconta ancora l’influenza del pensiero di Croce e Gentile, i quali propendevano per le materie umanistiche, a scapito della scienza. La divulgazione della cultura scientifica, a parte le trasmissioni condotte da Piero e Alberto Angela, trova pochi sbocchi. Il programma Leonardo (Rai 3 Piemonte), in onda ogni giorno dopo il tg delle 14,20, rappresenta un’altra eccezione degna di essere menzionata.

 

La conversazione verte quindi su alcune innovazioni. Margherita Hack  ritiene che ci sia una sorta di ostracismo verso gli OGM; il rifiuto totale sembra alquanto discutibile a causa di timori infondati (di essere cancerogeni) che finora non hanno trovato riscontro alcuno.

Vero è che ci sono argomenti contrari altrettanto forti: il nodo cruciale è che a volte occorre decenni prima che si manifestino danni in maniera evidente; inoltre essendo sterili i semi prodotti dalle piante, gli agricoltori sono costretti a ricomprarli ad ogni semina. Essendo il progresso la parola d’ordine del nostro tempo, perché meravigliarsi dei comportamenti pirateschi? Forse stiamo prestando poca attenzione al fatto che un “limite è imposto proprio dalla natura.”

Internet ha accelerato i tempi e moltiplicato il flusso delle informazioni. Alla maggiore diffusione di notizie fa eco l’incapacità di “vagliarla criticamente.” La tempestiva comunicazione della scoperta, poi smentita, che i neutrini erano più veloci della luce ha sconcertato più di uno. “Ma le teorie raramente sono eterne, nuove scoperte ci obbligano a rivederle” continuamente.

I ricercatori devono studiare, indagare, verificare ogni passaggio. Prima di intraprendere un nuovo percorso esplorativo occorre accertarsi ad esempio “cosa è già stato fatto, quali stelle presentino delle anomalie.” Le osservazioni stellari sono di tipo fotometrico oppure spettrometrico; ossia consistono nel misurare lo splendore della stella, se è costante o variabile, e il tipo di variabilità; e nel ricavare, interpretare gli spettri della stella per ottenerne dati e informazioni possibili. La luce bianca della stella viene fatta passare attraverso “un mezzo disperdente.” Un prisma di vetro ad esempio scompone la luce nelle componenti monocromatiche dal rosso al violetto.

La Via Lattea contiene 300 miliardi di stelle, ci saranno almeno altrettanto e forse più pianeti. Essendo le leggi della fisica  le stesse in tutto l’universo, è probabile che altre forme di vita su altri pianeti abbiano le stesse leggi biologiche, e siano basate sulla chimica del carbonio e sull’acqua. Appurato che la maggioranza delle stelle è più antica rispetto al Sole, è ipotizzabile che su alcuni pianeti ci siano civiltà più sviluppate della nostra.

Il metodo scientifico procede dall’ipotesi alla ricerca e allo studio dei fenomeni. L’ignoranza scientifica invece fa sì che, ancora oggi, ci si affidi all’oroscopo prima di prendere delle decisioni importanti.

Mentre cresce il divario scientifico-tecnologico con altri paesi, la Hack qualifica “vergognose” le interferenze da parte della Chiesa su prerogative, come la fecondazione assistita, fondate sulla fede e considerate monopolio del pensiero religioso.

Intanto è nei paesi dove non prevale la scelta dogmatica che la ricerca fa miracoli.

Ma anche all’estero non mancano le interferenze. E vedremo come le neuroscienze cercano di dipanare il groviglio esistente tra fatti e valori, tra le leggi del mondo fisico e le dinamiche della moralità, che non devono più essere appannaggio solo dell’autorità religiosa.

 

Antonio Fiorella

 

Margherita Hack, Sotto una cupola stellata, Einaudi

(Dialogo con Marco Santarelli su scienza ed etica)

 

 

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