Il libro OLTREPASSARE - Intrecci di parole tra etica e tecnologia è pubblicato da Delos digital
🍒VIVIAMO TEMPI FILOSOFICI
Non tutti lo percepiscono ma viviamo tempi filosofici, di disincanto. L’epidemia da Coronavirus, la sua durata e astuta resilienza hanno evidenziato la fragilità di un genere umano ibridato con la tecnologia ma pur sempre vulnerabile nelle sue interazioni con il mondo, gli altri e la natura. Viviamo tempi di crisi, di violenza e distruzione, di grande avvizzimento, sotto il vulcano, per alcuni millenaristi la prefigurazione delle apocalissi che verranno, per altri semplicemente tempi di grandi cambiamenti, forse rivoluzionari, epocali. Tempi complicati, di grande incertezza, anche esistenziale per colpa di una pandemia le cui onde sussultorie arrivano ovunque. Dentro un terzo millennio che si è presentato con disastri successivi a cui siamo precariamente scampati o da cui siamo stati lambiti. Viviamo tempi duri ma anche molto filosofici. Tempi incerti e senza bussola, nei quali sentiamo forte il sentimento di precarietà (non si tornerà più alla vita di prima) e cresce il bisogno di conoscere, insieme al desiderio di sapere. Il bisogno in molti è ancora implicito, manca l’appetito del desiderio. Scarsa è la capacità di resistere alle innumerevoli lucciole luminose ma ingannatrici che abitano i mondi online. Eppure qualcosa è possibile fare!
🍒RITORNARE A PENSARE
Questi sono tempi nei quali, mentre si diffonde il pensiero binario e veloce, la maggior parte delle persone sembrano aver rinunciato a pensare, persone semplici così come governanti e politici, imprenditori e liberi professionisti. Il non pensare non è solo legato al troppo tempo passato online, dipende anche dai tempi superficiali ed eccezionali che stiamo vivendo. L’effetto è che non ci si sofferma più, mettendosi in una posizione esterna, a valutare le cause delle proprie azioni, soprattutto quelle guidate dalle emozioni, dagli istinti e dalle pulsioni, come quelle che emergono dalla comunicazione e dalle narrazioni che caratterizzano la realtà fattuale. Il non pensare ha effetti sulla vita interiore, si finisce per non conoscersi, per giustificare tutto, per non fare delle scelte, ma soprattutto per isolarsi dal mondo esterno e dai suoi fatti, sempre utili a mettersi in discussione, a sperimentare reazioni di attrito e conflitto, tutti eventi e situazioni che possono servire a misurare l’ambizione e la vanità personali, la convinzione di avere sempre ragione e di essere nel giusto, l’uso delle parole che si fa e la loro falsità. La misurazione può facilitare la presa di coscienza, primo passo verso una maggiore consapevolezza e responsabilità.
🍒IL DISINCANTO EMERGENTE
Il disincanto tecnologico crescente sta facendo emergere la percezione forte di tempi in cambiamento. Sta ispirando scelte individuali non necessariamente conformistiche o politicamente corrette, nuovi stili di vita e comportamenti diversi, da parte di un numero crescente di persone. Le une e gli altri caratterizzati dalla maggiore conoscenza e consapevolezza, dalla disponibilità a uscire dalle zone di conforto abituali per mettersi alla ricerca di verità. La ricerca così come la riflessione non può che muoversi entro una prospettiva antropoietica, a partire dalla consapevolezza che le nuove tecnologie hanno delineato per noi il nuovo ambiente socio-culturale, e non solo, nel quale ci muoviamo. Questo ambiente tecnologicamente modificato, ibridato, modifica lo spazio dimensionale autopoietico umano, dà forma a quello che siamo (diventati), ci modella mentalmente, culturalmente e socialmente attraverso riti di iniziazione suoi propri, fatti di nuove mitologie, di luoghi di culto come le piattaforme, attraverso linguaggi e narrazioni, ritualità di gruppo e pratiche che finiscono per essere percepite completamente naturali, anche se non lo sono.
🍒IL PERCORSO È OLTREPASSARE
Il percorso che il libro suggerisce è OLTREPASSARE. È una ricerca o prassi filosofica. Parte dalla comprensione di chi si è, come soggetti e come genere umano. La comprensione deve abbracciare la realtà tecnologica nella quale siamo immersi, l’era dell’Antropocene che sta forse portando alla sesta estinzione di massa, il come rimanere umani in un’epoca caratterizzata dall’affermazione di tendenze negative quali razzismo, omofobia e demagogia, che si manifestano nella brutalità del linguaggio e soprattutto nell’assenza di (tecno)consapevolezza, responsabilità e coscienza. Osservare, comprendere, analizzare, elaborare pensiero critico, riflettere sono tutti verbi transitivi che suggeriscono di risvegliarsi dalla narcolessia che ha colpito moltitudini, e di agire concretamente, impegnandosi a testimoniare che è possibile superare i tempi correnti attraverso il cambiamento, resistendo al tentativo di indirizzamento algoritmico dell’esistenza, investendo sull’individuo come soggetto critico e autonomo.
🍒IL LINGUAGGIO
Nella pratica dell’Oltrepassare, un ruolo particolare lo rivestono il linguaggio, la comunicazione, il dialogo e le parole. Comunicare, dialogare e parlare è un modo per entrare in contatto con sé stessi e con gli altri, “[…] è uscire da sé stessi e immedesimarsi nella vita interiore di un altro da noi, nei suoi pensieri e nelle sue emozioni”. Nella comunicazione, nel dialogo, nella conversazione contano le parole ma contano anche il silenzio e il corpo. Oggi le parole sembrano diventate scatole vuote, semplici valigie dentro le quali far viaggiare messaggi veloci e atrofizzati, privi della ricchezza semantica di cui sono sempre portatrici. Il silenzio è reso impossibile dal brusio costante dei dispositivi e dalle infinite chiacchiere stereotipate quotidiane. Il corpo è in evanescenza virtuale, si rispecchia in schermi luccicanti ma è incapace di quella risonanza emozionale che sempre caratterizza l’incontro tra esseri umani. In questo corpo un ruolo particolare lo assume il volto con il suo sguardo umano. L’uno e l’altro capaci di trasmettere emozioni come gioia e tristezza, angoscia e speranza e, attraverso di esse, capaci di colpire la nostra interiorità, cambiandoci dentro. Nello sguardo che nasce dal volto e più nello specifico, all’interno del volto, si intrecciano etica e tecnologia. È dentro lo sguardo che si scontrano da un lato il bisogno di un altro volto, fatto di carne e di sguardi, che possa incrociarlo, comprenderlo o “salvarlo”, e dall’altro la spasmodica ricerca di uno schermo. Uno schermo da tenere sempre acceso e illuminato, dentro il quale rispecchiarsi e riflettersi, mentre si è online ma anche quando la mente è offline.
🍒TRA ETICA E TECNOLOGIA
Nella pratica dell’Oltrepassare l’etica gioca un ruolo chiave, in particolare se associata a parole, da noi descritte come etiche, quali responsabilità, solidarietà, condivisione, gentilezza, generosità e molte altre ancora. Agire eticamente significa oggi misurarsi con la tecnologia e le sue espressioni. Infilati dentro reti infinite di nodi, contatti, connessioni e conversazioni, ognuno di noi ha oggi la responsabilità di interrogarsi e fare delle scelte. La prima domanda da porsi è quanto si conosca veramente di sé stessi e degli altri. La prima scelta da fare nasce dalla comprensione di quanto l’essere connessi sia lontano dall’essere in relazione con gli altri, a essi congiunti. Interrogarsi e scegliere non possono che partire da un cambio di prospettiva, da uno sguardo diverso da quello dominante, dal cambiare modi di pensare modificando comportamenti, linguaggi e narrazioni. I comportamenti da cambiare sono quelli dettati dalla velocità di reazione e dalla fretta, contraddistinti online dall’assenza di empatia, dalla difficoltà a parlarsi e a comunicare, dalla mancanza di attenzione e di ascolto verso l’Altro. Passaggio chiave in tutto questo è ridare senso alle parole, andare oltre gli (ab)usi, i significati e le interpretazioni correnti delle parole, assegnando loro nuovi significati, per cercare di rigenerarle, ridando loro la ricchezza polisemica di cui sempre sono portatrici ed espressione. Lavorare sul linguaggio significa riflettere sulle forme attuali della comunicazione, delle conversazioni, delle narrazioni e del dialogo disincarnati, e non solo, tipici delle piattaforme tecnologiche che quasi tutti frequentiamo. La pratica dell’Oltrepassare sta dentro una visione etica relazionale del mondo che suggerisce il recupero delle parole necessarie per ridare nuovi orizzonti di senso a una umanità in cerca di sé stessa, per fornire risposte alla solitudine esistenziale che caratterizza la vita di molte persone nell’era della connessione, della globalizzazione, e dei social ma anche della crisi, della disconnessione, del cinismo e del nichilismo diffusi. Parole come solidarietà, accoglienza, generosità, gentilezza, condivisione, sollecitudine, compassione e molte altre. Su questi effetti, sulla realtà mediata e ibridata tecnologicamente è diventato urgente interrogarsi, antropologicamente, umanisticamente, criticamente ed eticamente, fuori dai solchi già tracciati, ponendosi continue domande, provando a suggerire alcune risposte, per andare Oltre, Altrove, verso scenari futuri sempre umani, sempre limitati e incompleti ma umani.
🍒DI COSA PARLA IL LIBRO
Dentro mondi virtuali, in assenza di corpo, di volti e di sguardi, viviamo pseudo-vite digitali, determinate dal volere di codici stranieri, algoritmi prepotenti e servitù volontarie. Il disincanto tecnologico emergente suggerisce il distacco dal tempo presente per andare oltre e altrove, per mettersi in viaggio, oltrepassare, alla ricerca esperienziale di nuove formule esistenziali utili a vivere dentro le innumerevoli crisi di questo mondo. Obiettivo di questo viaggio, tra etica e tecnologia, è la riscoperta del valore umano dell’esistenza e di nuovi orizzonti di senso, è il recuperare una socialità incarnata che permetta di incontrare ed entrare in contatto con l’Altro nella sua alterità e unicità, inteso come persona con la quale ritrovarsi. Lungo questo cammino, il primo passo consiste nel tornare a porre attenzione alle parole, al linguaggio, al parlare comune.
Attenzione particolare meritano parole etiche come solidarietà, consapevolezza, responsabilità, benevolenza, generosità, gentilezza, compassione, cura e molte altre a cui è dedicata la seconda parte del libro. L'andare oltre i significati anchilosati e fossilizzati, è la via per essere umani, nelle parole, nei gesti, nei comportamenti e nelle relazioni. Si può cambiare il ritmo della propria vita e tornare a esistere davvero, veramente!