Babele è metafora perfetta per raccontare la confusione della comunicazione sulla pandemia. Gassosa è il risultato della sublimazione della realtà solida (liquida x Bauman). Babele fu opera di Dio, l'attuale di umani che, nella loro scalata al cielo, hanno disimparato a comunicare, collaborare e solidarizzare, lavorando alla loro stessa rovina.
La torre di Babele è artificiale come le piattaforme social sulle quali tutti si sono ritirati. Nessun Zigurrat ma lande orizzontali nelle quali ognuno si illude di essere visibile e felice. Un semplice trompe-l’oeil virtuale nel quale anche il linguaggio racconta le rappresentazioni della realtà piuttosto che le realtà del reale.
La pandemia sembrava aver dato un duro colpo alla società liquida cambiando abitudini, comportamenti, modi di lavorare e consumare e percezioni della realtà. La società tecnologica è stata messa fuori combattimento da un virus che ha fatto crollare certezze, convinzioni, economia, politica.
Perdono senso virtù e valori, a nulla serve la #tecnologia alla quale ci affidiamo come zombie. Tutti percepiscono la necessità di una svolta verso nuovi valori, diritti, politiche, modelli economici, comportamenti.
Può darsi che una società diventata gassosa possa renderla possibile.
Carlo Mazzucchelli
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Viviamo da tempo in una Nuova-Babele globalizzata con confini resi evanescenti dalla tecnologia, nella quale le torri in costruzione sono molteplici così come lo sono i muri in costruzione. Eppure questa Babele ha perso solidità e liquidità, è diventata sempre più gassosa.