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ABBIAMO TUTTI PERSO L’AURA

ABBIAMO TUTTI PERSO L’AURA

30 Maggio 2024 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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L’aura con l’apostrofo, mi raccomando. Lo stimolo per la scrittura mi è venuto continuando il riordino dei miei libri che mi ha messo tra le mani i libri di Elémire Zolla (chi era costui?).

Immersi nella retorica della “reputation” che tanto interessa gli storyteller dei social, ci siamo dimenticati del “fascino” che, per usare le parole di Zolla “è una brezza, un’aura spirante dalle persone e dai luoghi, che a volte cresce, diventa turbine, nembo, nube abbagliante, riverbero dorato, ingolfa e stordisce. 

Tutti con maggiore o minore “reputation” non ci si rende conto di avere perso ogni capacità di sprizzare energia, elettricità, di creare con le proprie azioni stordimento e meraviglia. 

Tutti dotati della propria tanto decantata e ricercata “reputation” siamo diventati semplici “prodotti”, che vivono le loro esperienze con cose e persone in serie, dentro contesti caratterizzati dal conformismo e dall’appiattimento. 

In questi contesti chiunque se ne andasse in giro con un’aure(a)ola verrebbe considerato un matto, un tarantolato! Chiunque non fosse folle o avesse smesso di sognare, potrebbe passargli accanto, senza voltarsi. Questa incapacità, molto diffusa nei nostri tempi egoisti, individualisti e psichicamente malati, rende aridi, inquieti, impedendo di cogliere ebbrezza e meraviglia, di lasciarsi emozionare, interiormente emozionare. 

Quali e quanti dei protagonisti della nostra triste e petulante scena contemporanea sono in grado oggi di suscitare brezze leggere, capaci di scompigliare i capelli e di far sorridere l’anima di persone sempre più annoiate, svagate dai tanti divertimenti online e prigioniere di narrazioni che non aiutano ad andare là dove tutte le cose avranno un senso. 

Andate sono le aure di un tempo, il presente non ce ne regala più alcuna. Chi all’aura aspira o vuole comunicare di averla, finisce per fare semplici operazioni di marketing e di comunicazione, senza alcun effetto, anche perché, in un mondo senza aure, abbiamo tutti sensi appannati “dal diuturno grigiore”. 

Nessuno dei protagonisti della scena pubblica odierna, con l’eccezione in Italia di Mattarella e Papa Francesco, può vantare di avere un’aura. Per averla dovrebbero sapere trarre saggezza dagli archetipi da cui deriva conoscenza (veda) e dalla storia, dall’eterno epifanico che è sempre con noi ma che arride a pochi perché incapaci di guardare al mondo con trasognata presenza. In poche parole, se la tirano, essendo però incapaci di immaginazione, impossibilitati come sono a una riforma interiore di cui avrebbero tanto bisogno. 

Io non credo di possedere alcuna aura ma mi piacerebbe averne una. Sono però legato agli archetipi ai quali lascio plasmare la mia percezione della realtà, vado in cerca delle corrispondenze tra le realtà esterne e la mia vita segreta interiore. 

E voi credete di possederne una? A quali archetipi (conoscenze) si richiama? Senza archetipi non si va da nessuna parte, sono il lievito di ogni cosa, nella politica, nella storia, nella poesia, nell’immaginazione individuale e collettiva, un capitale su cui ognuno di noi dovrebbe investire, per “fare luce”.

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