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Evoluzioni e metamorfosi necessarie

Evoluzioni e metamorfosi necessarie

06 Giugno 2012 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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Una riflessione paradossale sulle nuove tecnologie a partire dalla lettura dell'ultimo libro 'La Via' di Edgar Morin, il filosofo e pensatore multidisciplinare teorico della complessità. La riflessione è sull'importanza del cambiamento e dei segnali emergenti che indicano che è già in qualche modo iniziato. Per cogliere il cambiamento bisogna operare a livello cognitivo riconoscendo che spesso il problema non sta nell'ignoranza ma nella nostra stessa conoscenza, nelle nostre convinzioni e abitudini consolidate nel tempo.

Il tablet è il paradigma di una rivoluzione tecnologica in atto ma anche emblema dell’evoluzione di un pianeta terra sempre più globalizzato, interconnesso e interdipendente. Uno dei molti punti di arrivo di una evoluzione iniziata, tecnologicamente, economicamente e socialmente nel 1492 con la scoperta dell’America e nel ‘500 con la scoperta di nuovi cieli da parte di Nicolò Copernico.

Il cambiamento indotto dal tablet e dalle nuove tecnologie non è ancora percepito appieno perché, come direbbe Edgar Morin, la conoscenza è sempre in ritardo rispetto all’immediato e il presente è percepibile solo in superficie. La velocità con cui le nuove tecnologie entrano nelle vite di molte persone e in quella delle aziende, crea sconcerto per la rapidità del cambiamento imposto e per le nuove complessità che comporta.

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Per evitare lo sconcerto, il tablet così come altre tecnologie contemporanee non possono  essere valutate e sperimentate solo ed esclusivamente in base a metriche di calcolo ma collocate nel contesto più allargato e umano, che non può essere misurato, dell’esperienza dell’utilizzatore in termini di gioia ed entusiasmo, di divertimento e interazione, di benessere e di conoscenza.

Come ogni nuova novità tecnologica, anche il tablet è ricco di ambivalenze che si portano appresso rischi e opportunità. Spesso l’opportunità sta nel rischio e non è un caso che le aziende che per prime hanno sperimentato l’iPad di Apple sposandone la filosofia, siano quelle che hanno tratto dai loro progetti vantaggi e benefici tangibili ed immediati. A determinare la loro scelta è stata la visione di poter cambiare via, rispetto ai contesti e alle consuetudini attuali. Un segnale importante che indica come l’opportunità diventa possibile solo se è possibile e si è disponibili ad accettare il cambiamento.

Molte aziende e i loro dipartimenti IT si stanno oggi confrontando con la necessità di rivedere le loro infrastrutture tecnologiche e di farlo prima che si degradino e diventino insufficienti a gestire i problemi vitali che la nuova realtà economica e di mercato impone loro. La mutata situazione in cui le aziende operano e i nuovi scenari globalizzati sempre più guidati dalla economia e dalla tecnologia suggeriscono la necessità di affrontare il cambiamento con nuove strategie e approcci ma anche adottando le nuove tecnologie sociali, mobile, cloud e big data come strumenti importanti per una evoluzione e metamorfosi capaci di rigenerare risorse e nuove capacità creative e innovative.

Se per molti il tablet è rivoluzionario, meglio forse pensarlo come strumento abilitante di una metamorfosi verso una realtà tecnologica, sociale ed economica fatta di cloud computing, di applicazioni mobili e collaborative e di un accesso costante a banche dati federate nel Big Data. In quest’ottica il tablet diventa un elemento di innovazione ma legato alla conservazione di quanto è già stato fatto con successo in passato.

Ma per favorire questa metamorfosi evolutiva bisogna sempre essere convinti dell’importanza del cambiamento. Non sono necessarie grandi scelte o complicati processi decisionali. Spesso infatti “tutto comincia con una iniziativa, una innovazione, un nuovo messaggio di carattere deviante, marginale e spesso invisibile ai contemporanei” (Edgar Morin).

Il fenomeno della consumerizzazione può essere questo fatto marginale e deviante.

Un fenomeno che indica come probabilmente tutto è già cominciato, anche se non lo sappiamo ancora.

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