METAMORFOSI

01 Gennaio 2022 Etica e tecnologia
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La vita è per definizione una metamorfosi continua, una trasformazione nel tempo, prima e durante la vita del singolo individuo, un passaggio di stato, estesa a tutti gli esseri viventi della Terra, esseri umani, animali e piante, una evoluzione da uno stadio a un altro che interessa la zoologia così come la botanica.

La parola deriva dal latino metamorphòsis (trasformazione), e dal greco μεταμόρϕωσις (μεταμορϕόω trasformare), composto di meta (μετα)- ‘oltre’ e morphé (μορϕή) ‘forma’. Secondo la Treccani metamorfosi descrive la trasformazione di un essere o di un oggetto in un altro di natura diversa. In zoologia, l’insieme dei cambiamenti morfologici e fisiologici, implicanti un diverso rapporto dell’organismo con l’ambiente, che dallo stadio larvale conducono allo stadio adulto, tipici di alcuni pesci (anguilla), degli anfibî e di molti invertebrati. Negli insetti può essere graduale e incompleta (insetti emimetaboli, come le cavallette) o completa (insetti olometaboli, come le farfalle). b. In botanica, ogni profonda modificazione nella conformazione esterna e nella struttura interna di una pianta cormofita, comparsa e affermatasi nel corso dell’evoluzione, in quanto ha costituito un vantaggio selettivo nell’adattamento funzionale o ecologico a mutamenti ambientali. 3. In senso estens. e fig., cambiamento, modificazione in genere, nell’aspetto, nel carattere, nella condotta, nell’atteggiamento morale o spirituale d’una persona.

Autore: Carlo Mazzucchelli

Sulla parola metamorfosi sono state scritte opere intere. Per comprenderne il significato più profondo si può pensare alla vita, come estesa, comprendente sia la vita dentro di noi sia quella fuori di noi, un flusso continuo, nel quale tutto è in trasformazione continua. Nessun attimo è uguale a un altro, tutto scorre, si trasforma. Anche noi e in noi! E con noi anche l’ambiente, il contesto, l’evento, nel quale siamo inseriti, coinvolti, gli altri con cui abbiamo relazioni, ecc.

Sempre in trasformazione e in relazione con il nostro ambiente, anche noi come il bruco e la farfalla, facciamo parte di meccanismi di trasformazione simili. Molti di tipo culturale ma simili. Le trasformazioni non riguardano solo noi ma tutto ciò che ci circonda, ciò in cui siamo immersi, non come osservatori capaci di intelligenza, comprensione e conoscenza, ma compartecipanti, coinvolti nella più grande trasformazione sempre in atto, non necessariamente antropomorfica.

Oggi la metamorfosi comprende anche le molte entità tecnologiche che hanno riempito il tempo e la vita di tutti. Giocano un ruolo importante e non possono essere ignorate ma con una differenza. Le macchine evolvono ma non vivono l’esperienza della metamorfosi, della trasformazione. Le macchine sono deterministiche, la vita è quantistica direbbe Federico Faggin. Ogni vita umana è la metamorfosi di qualcosa che ha vissuto prima e vivrà dopo, la macchina viene sostituita, cambiata. La vita ha sempre qualcosa di magico, non a caso la parola metamorfosi veniva usata nei testi classici per descrivere trasformazioni magiche o miracolose, da uomo ad animale, a pianta, ecc.

Metamorfosi è una parola che può oggi essere usata come una allegoria per provare a raccontare e/o anticipare, nell’era tecnologica, domani in quella dominata dalle macchine, che tipo di vita vivremo, da esseri umani o probabilmente da cyborg ibridati con la tecnologia.

Il futuro si sa non è mai prevedibile ma nulla vieta di poterlo in qualche modo anticipare attraverso la nostra immaginazione. Nel farlo potrebbe venire in mente la metamorfosi che, nel racconto di Kafka, trasformò un essere normale in un enorme insetto dalle sembianze ripugnanti che porterà il protagonista Samsa a vivere una situazione di ansia crescente. Sente angosciato di non poter fare nulla per sfuggire o ritornare indietro, la metamorfosi avvenuta non è stata né causata dalle sue scelte né voluta. È stata scoperta all’improvviso al suo risveglio, molto probabilmente frutto di scelte di altri.

Nel racconto di Kafka gli altri sono da collegare alle condizioni economiche, morali e sociali della società moderna che generano l’alienazione del singolo individuo. Ne deriva una prigionia inconsapevole, simile ma complice nel mondo virtuale della rete di oggi. Ma cosa succede se gli altri sono pochi monopolisti, proprietari di piattaforme e infrastrutture tecnologiche con cui hanno imprigionato il mondo. Non c’è il rischio che la percezione di essere in gabbia si trasformi in realtà, una gabbia vera e propria, in forma di acquario o voliera senza vie di uscita?

Dentro una gabbia quale sarà il destino dei molti Samsa cyborg futuri?

In che modo opererà la metamarfosi, se la trasformazione, anche nel senso di fuga, sarà limitata o impedita?

La visione di Kafka è negativa per le sorti dell’individuo Samsa e consimili, quasi rassegnata. Oggi lo è forse anche quella di molti di coloro che vivono la loro vita prevalentemente online. Eppure, si può sempre essere protagonisti di cambiamento, innovazione e trasformazioni varie, in modo da tenere vivi e alimentare il flusso e l’energia di una metamorfosi positiva. Basta fare delle scelte, continuando a pensare alla vita umana come un grande processo di trasformazioni, di metaformosi continua.

Esercitare immaginazione e pensiero critico sono due modi per resistere alle costrizioni di chi vorrebbe trasformare l’umano in macchina, una metamorfosi lineare senza ritorno, e riscoprire il diritto e la bellezza dello stare dentro metamorfosi più grandi, cercando di comprenderle per meglio vivere, anche intraprendendo nuove strade.

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