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Facebook è come il fuoco

Facebook è come il fuoco

19 Giugno 2013 Carlo Mazzucchelli
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Leggere l'ultimo libro di Howard Rheingold è una esperienza utile a tutti coloro che sono interessati a conoscere la nuova cultura digitale e a coloro che sempicemente la vivono senza interrogativi e analisi dei propri livelli di coscienza. Il libro, in alcune parti ridondante, ripetitivo e scontato, è ricco di spunti su tutti gli aspetti delle tecnologie che hanno invaso la nostra vita e sulle problematiche private e pubbliche ad esse associate.

Il libro di Rheingold, dal titolo "Perchè la rete ci rende intelligenti", è un viaggio attraverso i cinque alfabeti della cultura digitale: attenzione, capacità nel rilevare le bufale, parecipazione, collaborazione e intelligenza a misura di rete. ( Intelligenza, web e controllo della mente. Riflessioni dal libro di Howard Rheingold.).

Nell'illustrare l'alfabeto utile a vivere la parte sociale della rete, Rheingold propone una sua riflessione su Facebook e l'utilizzo che ne facciamo sostenendo che il social network è come il fuoco, un elemento che può essere pericoloso e al tempo stesso utile. La sua pericolosità e utilità dipendono da quello che si sa e si conosce ma soprattutto da quello che si tiene presente ogni volta si compie una azione, postando un link, una foto, un mi piace, ecc. 

Il richiamo alla conoscenza e alla consapevolezza è legato alle proprietà degli ambienti pubblici online, di cui non tutti, anzi probabilmente molti, non hanno alcuna nozione.

Queste proprietà determinano nuove dinamiche sociali e suggeriscono importanti riflessioni e cambiamenti:

  • Persistenza del dato: quello che viene detto o scritto in rete, lì rimane, a volte anche dopo che è stato cancellato ( mai provato la cache di Google?).  Perfetto se si sta conversando con amici e si vuole tenere traccia del dialogo e relativo scambio di informazioni, drammatico se il vostro capo o la persona che vi sta intervistando per un nuovo posto di lavoro scopre cose che non gli piacciono o che sono ritenute non coerenti con filosofia e cultura aziendale
  • Replicabilità: in rete è possibile ed anche molto facile fare copia e incolla. Lo si può fare anche prendendo pezzi di testo da una conversazione in chat o in un forum per poi incollarli e condividendoli su un network sociale. La cosa non è insignificante e i pericoli sono insidiosi perchè danno origine a comportamenti scorretti da cui è difficile difendersi. Un esempio è il bullismo praticato sui social network ma anche l'attività di chi estrapola frasi e concetti per poi usarli in contesti diversi.
  • Scalabilità: benchè ogni blogger racconti a sè stesso di avere una grande visibilità in rete, la media dei visitatori di una pagina blog è intorno ai 6/10 lettori. Ciò va bene se l'obiettivo è di avere un pubblico fedele e in qualche modo connesso. Va meno bene se si pensa che la media non descrive la realtà. Contenuti scritti per 6/10 persone possono diventare improvvisamente noti a pubblici molto più ampi e contenuti che si vorrebbero meno visibili, potrebbero diventare invece visibili a molti e anche distribuiti.
  • Ricercabilità: ciò che è in rete può essere oggetto di ricerca con Google e altri motori di ricerca. I social network con i loro cntenuti di status e contestualizzati rendono gli utenti facilemente rintracciabili, sempre e ovunque.

Queste proprietà degli spazi pubblici suggerisono a coloro che abitano gli spazi sociali di Facebook e altro social network simili di prestare attenzione all'esistenza sulla propria pagina di pubblici invisibili e non necessariamente invitati a partecipare. Con questi pubblici bisogna fare i conti e farlo può essere complicato e non ncecessariamente senza conseguenze. Le persone con cui si entra involontariamente e casualmente in contatto provengono da contesti, anche sociali, diversi e spesso tra loro conflittuali. La situazione è complicata anche dal fatto che sul social network online, pubblico e privato si mescolano. Non esistono separazioni nette tra i due piani ma la loro specifictà dipende essenzialmente dal livello di controllo che noi siamo in grado di esercitare.

A differenza di molti studiosi e autori di libri ( Nicholas Carr tra i primi) che negli ultimi anni stanno scrivendo per mettere in guardia dall'uso eccessivo delle tecnologie e per descrivere scenari più o meno pessimistiche che si richiamano alla Caverna di Platone o al Leviatano di Hobbes, Rheingold mantiene una fiducia illumistica nelle capacità umane di usare a proprio vantaggio le nuove scoperte della tecnologia. Anche se non propriamente ottimistico e venato da paure e preoccupazioni da studioso e conoscitore della rete e delle tecnologie digitali, l'approccio di Rheingold punta ad evidenziare il ruolo individuale che ogni persona può giocare nell'apprendere nuove conoscenze ed acquisire maggiore consapevolezza degli strumenti e media disponibili.

Chi vuole contribuire ad un esito positivo o condividere il bicchiere mezzo pieno di Rheingold dovrebbe però prestare una attenzione particolare a quanto segue:

  • I social media favoriscono la distrazione, serve invece mantenere livelli elevati di attenzione e imparare a farlo
  • Bisogna diventare consapevoli, saper respirare e prendere una pausa, saper dire di no alle sollecitazione dei nuovi media e dei nostri dispositivi sempre connessi, rendersi conto di come si sta utilizzando la propria attenzione sia online che offline ed esercitarne il controllo. Per faro è utile avere chiari i propri scopi e le proprie priorità.
  • In rete sembra esserci una ripsota ad ogni domanda, basta saper cercare. In realtà bisogna fare attenzione alle bufale, più numerose e insidiose di quello che si pensi.
  • Quando si usa un motore di ricerca megio non fermarsi ad una sola ricerca e megio scorrere le risposte ben oltre la prima pagina. La validità o meno di ogni risposta dipende dalla valutazione personale. Meglio mantenere un atteggiamento di scetticismo e verificare sempre le fonti e la veridicità del dato
  • I nuovi strumenti e le nuove tecnologie stanno facilitando la partecipazione e la capacità a perseguire il proprio interesse personale creando al tempo stesso un valore condivisibile con altri. La partecipazione deve essere consapevole ed essere preceduta dalla consapevolezza e chiara coscienza delle proprie tracce digitali online e dell'impatto che può avere il proprio profilo digitale. Ogni scritto o azione online può essere riprodotta e diventare disponibile ancge a persone sconosciute e rimanere indelebile a lungo.
  • Secondo le teorie antropologiche e sociologiche più recenti l'essere umano è nato e si è evoluto grazie alla collaborazione, Oggi i social media possono amplificare questa abilità ma bisogna sempre tenere presente che "bisogna avere bisogno di coordinazione per danzare da soli, di collaborazione per danzare con un partner e di cooperazione per organizzare un flash mob danzante".
  • Le reti hanno strutture che condizionano e influenzano il comportamento di individui e gruppi. Lo spiegano molto bene le teorie delle reti con i loro principi dei sei gradi di separazione, del numero di Dunbar, dei piccoli mondi, ecc.
  • I media sociali si basano e crescono su reti online che condividono le proprietà generali delle strutture di rete così come le propietà speicifiche delle reti umane.
  • Dalle reti sociali e dalle relazioni di fiducia e reciprocità tra persone e gruppi di persone nasce un capitale sociale che facilità i rapporti fiduciari e il collegamento con altre reti e persone.

Questi e altri suggerimenti sono elementi di riflessione che Rheingold condivide con i suoi lettori invitandoli ad una costante ricerca di conoscenza e impegno nell'elaborare nuove forme di coscienza e consapevolezza dei media e delle tecnologie usate ma anche dei contesti privati e pubblici frequentati. Uscendo dalle proprie pratiche online ci sono infatti problematiche molto più grandi e importanti come la privacy, la partecipazione alla vita pubblica, la democrazia, i beni pubblici, ecc. che richiederebbero ancora più attenzione e maggiore consapevolezza.

E' su questi ultimi aspetti che forse il bicchiere mezzo pieno dell'autore potrebbe svuotarsi rapidamente e mostrare quanto complicato sia, per persone non dotate degli strumenti cognitivi e di conoscenza adeguati, difendersi dalle tecnologie e dall'uso alienante e manipolatorio che di esse viene fatto. Basta citare a proposito lo scandalo recente sullo spionaggio del governo americano attraverso i Big Data di Apple, Microsoft, Google e Facebook o le informazioni che si hanno sull'uso che delle informazioni private fanno i grandi marchi come Facebook Google.

Un motivo valido, credo, per una lettura delle 400 pagine del libro di Rheingold.....

 

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