[ Un mio articolo pubblicato sulla rivista Computer Business Review Italia ]
Il Bosone di Higgs (smettiamo di chiamarlo particella di Dio), conferma la teoria dell’esistenza di una forza speciale (da alcuni definita melassa) impressa nel tessuto della materia e dell’energia e in grado di favorire l’evoluzione dell’universo, per come lo conosciamo finora. Nella tecnologia stiamo assistendo a qualcosa di simile.
Una forza speciale tende verso una sempre maggiore complessità e una rete di connessioni globale che coinvolge siti web e persone, cose e oggetti (Internet of Things). I computer connessi in rete sono già più di un miliardo (un numero paragonabile a quello dei transistor presenti in un processore) ma la rete globale comprende ormai altri oggetti, dotati di tecnologie e sensori capaci di connessioni, comunicazione, condivisione di informazioni in Internet.
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
Banda larga, cloud computing, data mining, piattaforme di social networking, interfacce intelligenti e intuitive per tablet, console per i giochi e TV porteranno entro il 2014 il mercato globale dei dispositivi interconnessi a crescere del 60%, quello dei dispostivi mobili a quadruplicare entro il 2020 e, in base all’ultimo report di Cisco, entro il 2014 quadruplicherà anche il traffico complessivo di Internet. L’arrivo di autovetture, macchinari, elettrodomestici e altri oggetti dotati delle tecnologie anche minime per l’interconnessione cambierà ulteriormente l’ scenario.
Nell’ecosistema tecnologico che ci aspetta il cellulare o il tablet trasmetteranno informazioni sulla nostra salute al medico, il frigorifero ci avviserà che abbiamo terminato la birra e invierà una email per ordinarne dell’altra, un monumento ci racconterà la sua storia e la porta d’ingresso di casa nostra ci avviserà di un tentativo di effrazione. Quanto alla macchina, comunicherà con altre autovetture e con la strada per portare la sicurezza e il controllo del traffico a livelli mai raggiunti e terrà aggiornati noi e il centro assistenza sulle sue sue condizioni di funzionamento. Quanto ai prodotti sullo scaffale di un supermercato, ci offriranno sconti personalizzati e vantaggiosi.
Questi sono solo alcuni semplici esempi di una rivoluzione in atto che porterà alle città intelligenti, a reti elettriche e del gas intelligenti (Smart Meter) e a filiere alimentari controllate dal produttore al consumatore. Una vera rivoluzione, che sta interessando in modo consistente anche il mercato dell’auto. Autovetture come la classe S della Mercedes. sono dotate di un numero di computer paragonabile a quello di un Airbus. Con la Ford Sync è possibile interagire vocalmente per regolare il clima interno dell’auto e con l’applicazione Mobile per iPhone MyFord è possibile attivare comunicazioni remote attraverso un modulo wireless dell’AT&T. Le generazioni future di autovetture disporranno di nuove funzionalità integrate con interfacce simili a Apple Siri.
Nuove idee in arrivo
L’internet degli oggetti apre nuove opportunità ad aziende e startup. Evrythng è una startup che sta esplorando la realizzazione di identità digitali per prodotti e altri oggetti in modo che possano essere raggiungibili, perché interconnessi, attraverso internet. La tecnologia è semplice. Il prodotto è equipaggiato con un tag/sensore tipo codice QR o NFC che viene usato dall’applicazione per portare online i profili di ogni singolo prodotto e per interagire con altri oggetti e persone della rete.
In Italia Reply ha fatto delle reti degli oggetti una componente della sua strategia. Con la piattaforma Hi Reply la società ha creato degli oggetti, prodotti dalla integrazione di componenti hardware, software e firmware, in grado di agire in modo intelligente, di comunicare e interagire tra loro.
Relay Rides ad esempio trae vantaggio dall’internet degli oggetti fornendo disponibilità di noleggio auto in car sharing a viaggiatori e pendolari. La prenotazione è condivisa e permette una pianificazione migliore e una programmazione dell’uso personalizzata in termini di posti, parcheggio ecc.
Il numero di dispositivi dotati di tecnologia M2M (machine to machine) continua a crescere, dai 6 milioni del 2010 ai 7 milioni del 2011.
Gli oggetti connessi tra loro e in grado di comunicare diventeranno anche capaci di apprendere, auto-organizzarsi ed evolvere verso nuove forme di organizzazione sempre più complesse e senzienti, capaci di innovare l’accesso alle informazioni di semplificarci la vita.