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L’INTELLIGENZA DELLO SCETTICO

L’INTELLIGENZA DELLO SCETTICO

06 Novembre 2023 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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Intelligenza e intelligente sono termini dall’uso controverso. Talmente controverso che io ad oggi non ho ancora capito e fatto chiarezza su cosa sia l’intelligenza e come possa essere associata senza ambiguità, resipiscenze varie e dubbi a qualsiasi macchina che mostri di sapere fare bene, in modo efficiente ma anche molto ruffianamente quello per cui è stata costruita a fare. L’incapacità a discernere e a capire è un mio limite molto umano, reso più evidente anche dalla diffusa pratica dell’intelligenza come astuzia, una pratica nella quale si dimostrano abili molti di coloro che sono attivi nel convincere che l’intelligenza delle macchine è assimilabile a quella umana.

Impossibilitato ad approfondire le tecnicalità delle intelligenze artificiali e non condividendone molte narrazioni, ho deciso di assumere uno sguardo scettico, distaccato. Leggo, mi informo, percepisco cose che mi piacciono e altre che non mi piacciono, ma non mi cimento su un argomento così tanto di moda e con così tanti esperti in circolazione. 

Lo scetticismo nasce dal notare che le opinioni sull’intelligenza artificiale sono spesso in disaccordo, comprese quelle espresse con finalità puramente marketing e agite con lo scopo di alimentare la narrazione sul tema, anche esagerandone le sue potenziali negatività distopiche. Se il disaccordo è grande il conflitto è irrisolvibile. Meglio essere scettici e sospendere il giudizio. 

Lo scetticismo si alimenta anche dal notare le spiegazioni usate per dare un fondamento di validità, verità e scientificità alle tesi sostenute. La ricerca di eventuali prove o cause originarie potrebbe andare all’infinito e diventare un puro esercizio retorico e narrativo. In attesa che questa discesa nelle cause volga al termine meglio essere scettici e porsi in tranquilla attesa. 

Considerando che l’intelligenza artificiale, anche nella sua versione generativa, appare in modi diversi a persone diverse, la pratica di un sano relativismo potrebbe essere la scelta oggi più adeguata. Il relativismo porta allo scetticismo e viceversa. 

Lo scetticismo nasce anche dal vedere quante sono le posizioni (opinioni) dogmatiche che animano il dibattito sull’IA e sulle ChatGPT. Molte di queste posizioni sono costruite semplicemente su ipotesi e questo non può non suggerire un sano scetticismo, una sospensione di giudizio. 

In sintesi, essendo diventato quasi impossibile verificare se una opinione, che crediamo sia vera, lo sia veramente, finiamo per cercare altre opinioni che provino la sua veridicità. Queste opinioni però vengono accettate sulla base di assunzioni che non siamo in grado di provare. Un gran casino, da cui è forse meglio star lontano, praticando un sano scetticismo, raccontandoselo come una scelta di saggezza.

Chi ha letto fin qui deve adottare a sua volta un approccio scettico, anche nei confronti delle cose che ho scritto. Infatti non credo fino in fondo di essere uno scettico, anche perché vorrei evitare di essere confuso con i tanti negazionisti che popolano la Terra malata dei nostri giorni dal clima impazzito e dagli spillover sempre attivi. 

E voi, quanto siete scettici? Anche nei confronti dell’IA?

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