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Vita virtuale e vita reale, vivile entrambe ma in modo diverso!

Vita virtuale e vita reale, vivile entrambe ma in modo diverso!

26 Aprile 2019 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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Chi lo dice che la realtà virtuale non è reale? E se anche non lo fosse le nostre percezioni veridiche o ingannevoli (secondo Braudillard i nuovi media hanno fatto perdere il senso di ciò che è vero e ciò che è falso) sarebbero comunque qualcosa di reale.

La realtà virtuale può essere paragonata all'esperienza di un'oasi in un deserto, percepita come reale anche se in realtà non esiste, è illusoria, frutto di un miraggio, di una allucinazione o semplice immaginazione. La vita sullo schermo è vissuta attraverso profili digitali e proiezioni della molteplicità frammentata del Sé ma è altrettanto reale di quella fattuale e vissuta giorno per giorno, perché l'esperienza che se ne fa è nella testa (Searle) e il nostro cervello confonde realtà e sua rappresentazione. 

Se così è non rimane che sviluppare la consapevolezza che le due esperienze, quella virtuale e quella reale, sono simili ma differenti, sovrapponibili ma non combacianti e soprattutto capaci di produrre esperienze diverse. Per viverle bene entrambe è necessario comprendere quanto la prima stia compenetrando la seconda, ampliando lo spazio esperienziale degli individui e riducendo il loro tempo a un semplice istante, sempre presente. Smaterializzati e trasparenti gli individui digitali sono diventati esseri senza un'ombra, per avere assunto un corpo digitale con il quale interagiscono tra di loro anche senza alcun contatto fisico. In cambio hanno guadagnato ubiquità, simultaneità, maggiore socialità e la possibilità di vivere vite parallele. Vite la cui narrazione è diventata più complessa perché deve mescolare passato, presente e futuro rendendo più  complicato individuare le trame dei racconti e dare vita ai loro protagonisti. 

La commistione e la complementarietà di reale e virtuale destabilizza così come destabilizza la migrazione asiatica e africana in atto che sta trasformando la società occidentale, impaurita e indebolita, in un vulcano in eruzione. Entrambe le esperienze non possono essere evitate ne esorcizzate. Meglio allora viverle con passione e in modo attivo, percependone le differenze e le opportunità. 

La vita virtuale, in velocità e nel presente continuo, quella reale e fattuale con lentezza e nella commistione di passato presente e futuro. La prima fatta principalmente di rappresentazione simbolica degli oggetti ("ceci n'est pas un pipe" - Magritte), di informazione, mappe e narrazioni, la seconda di oggetti reali, contatti, territori e significati condivisi. La prima composta da profili digitali e individui senza corpi, la seconda da corpi in carne e ossa, sentimenti e linguaggi del corpo, emozioni e sensazioni del corpo. 

Imparando a cogliere le differenze tra le diverse realtà vissute quotidianamente si può forse evitare, nel passaggio da una vita all'altra, la sperimentazione di quella forma di infelicità che sempre nasce dalla percezione di una vita normale troppo monotona e lontana da ogni personale fantasia e immaginazione. Con il risultato di trarre vantaggi  e benefici da entrambe le esperienze, reali e digitali.

 

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