Cinque le domande che hanno composto l'intervista: le startup come esperienza professionale,, i fattori che hanno caratterizzato e portato al successo le startup, i consigli ai giovani con idee che possono diventare startup, le opportunità insite nella crisi in atto e le startup possibili, i settori sui quali puntare con nuove startup.
Il successo di una startup deve essere misurato nella sua multidimensionalità.
Non può limitarsi ai risultati economici, spesso insignificanti o assenti, soprattutto in periodo di crisi e di elevata competitività come quello attuale. Il solo fatto di riuscire a dare forma a un progetto, trovare i finanziamenti necessari per implementarlo e individuare il team o i partner con cui realizzarlo è da considerarsi un primo successo importante.
BIG TECH SBOOM?
Non è un caso che molti protagonisti di startup, anche quando i loro progetti falliscono, continuino nell’approccio tipico dello startupper o vengano chiamati a innovare e creare nuove iniziative di business all’interno di organizzazioni più grandi, anch’esse nella necessità di muoversi sul mercato come startupper.
Fondamentale e critica è la capacità di mantenere sempre attiva e motivante la collaborazione tra le persone che partecipano al progetto di startup. Collaborare in periodo di crisi e di risultati incerti può essere complicato e portare a facili conflitti anticipatori di successive divisioni e rotture.
Coltivare una collaborazione proficua nella crisi significa al contrario riuscire a condividere esperienze complicate, buone pratiche, successi e insuccessi. Una condivisione che ritorna molto utile in una situazione nella quale la crisi è diventata praticamente permanente e che obbliga a fare continue scelte ricercando innovazione e cambiamento.