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Tecnologia, genitori preoccupati e figli tecnorapidi

Tecnologia, genitori preoccupati e figli tecnorapidi

23 Novembre 2017 Redazione SoloTablet
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Molte notizie di cronaca sembrano create appositamente per aumentare la preoccupazione di genitori e nonni di ragazzi Tecnorapidi la cui attenzione è imprigionata dentro i mondi virtuali dei loro dispositivi. Ne deriva una frustrazione crescente, la preoccupazione che qualcosa non funzioni e la necessità di una nuova consapevolezza.

Frustrazione e preoccupazione

La preoccupazione nasce da forme di comunicazione tra genitori e figli ormai dettate dai tempi della comunicazione tecnologica e dalle urgenze delle loro applicazioni. La conversazione in casa, a tavola e in famiglia si è fatta intermittente, caratterizzata da mugugni e risposte che ricordano i cinguettii di Twitter, senza più l'adeguato livello di attenzione e di coinvolgimento emotivo e sempre con il rumore di fondo della scrittura veloce sulle tastiere virtuali di uno smartphone. Tanti piccoli segnali che indicano ai genitori la loro crescente irrilevanza per la crescente importanza assunta dalle nuove tecnologie nella vita dei loro ragazzi.

A questo tema ha dedicato un interessante articolo la rivista americana The Atlantic. Un articolo scritto per richiamare l'attenzione, senza alcun tipo di retro-pensiero tecnofobico, degli adulti sugli effetti e sui pericoli che derivano da un uso illimitato e fuori controllo dello smartphone da parte dei teenager. Un problema reale considerando che la stragrande maggioranza dei ragazzi ne possiede almeno uno.

Pervasività tecnologica

La pervasività dello smartphone tra i ragazzi ha fatto dimunuire drasticamente il tempo speso in incontri dal vivo e fatto aumentare la solitudine e l'isolamento ma anche le difficoltà del sonno e i disturbi psicologici e mentali. I genitori, da immigrati digitali, fanno fatica a comprendere la nuova realtà determinata dai tempi tecnologici. Non capiscono i benefici dell'essere sempre connessi ma neppure i suoi effetti e le nuove sfide che ne derivano. Al tempo stesso subiscono loro stessi l'attrazione del mezzo tecnologico con comportamenti simili a quelli dei ragazzi. La distrazione da smartphone e la difficoltà a comprendere si traducono in una crescente incapacità nel definire confini precisi all'interno dei quali muoversi con scelte diverse da quelle dettate dai tempi veloci e sempre presenti della tecnologia.

La corsa nella quale si è coinvolti lascia poco spazio alla lentezza, alle pause, al relax, alla conversazione, all'attenzione verso elementi esterni alla corsa stessa, in poche parole a una cultura diversa rispetto a quella espressa dai modelli e stili di vita prevalenti. Una cultura diversa che dovrebbe investire molto sulla conversazione e il dialogo intergenerazionale, sulle relazioni nella vita reale e meno su quelle virtuali. Una cultura che non si deve favorire seguendo modelli preconfezionati e che si manifesterà in modalità disomogenee a seconda dal tipo di famiglia, del suo grado di istruzione, sociale e di reddito. Ad esempio in qualche famiglia la conversazione potrebbe essere favorita dalla creazione di spazi liberati dalla tecnologia, spazi no Wi-Fi, no Facebook e no smartphone, tablet o laptop. Oppure spazi nei quali la tecnologia può esistere ma essere percepita come meno importante rispetto alle attività possibili in corso come giochi, letture, ascolto di audiolibri, ecc. Altre famiglie potrebbero optare nella definizione di limiti da non superare, nell'uso dello smartphone in casa, nel tempo dedicato al videogioco o alla televisione, ecc. Altre ancora puntare non solo sul motivare i ragazzi alla lettura ma anche a leggere loro ad alta voce, soprattutto ai più piccoli, fiabe e racconti prima che si addormentino.

Approcci da evitare

L'approccio da evitare, sottolinea l'articolo di The Atlantic, comunque è quello tecnofobico che punta alla demonizzazione della tecnologia. Bisogna al contrario trovare il modo di trarre vantaggio dei benefici e dei vantaggi delle nuove tecnologie per favorirne un utilizzo critico e consapevole, anche d parte dei ragazzi. Ci sono benefici concreti che i genitori possono trarre dal ricorso a dispositivi tecnologici indossabili. Possono essere usati per monitorare (non controllare) salute, attività fisiche e come strumenti di prevenzione. Questi strumenti sono particolarmente utili per ragazzi che soffrono di autismo e in futuro potrebbero servire anche per aiutare ragazzi che soffrono di crisi di ansia e altre tipologia di difficoltà psicologiche e /o mentali.

I nuovi dispositivi digitali con le loro APP possono diventare strumenti di creatività, produzione di contenuti ed elaborazione di nuove idee. Grazie alle nuove tecnologie i ragazzi sono esposti a stimoli innumerevoli e provenienti da ogni parte del mondo. Stimoli che possono far nascere nuove idee, progetti, collaborazioni di vario tipo basate sulla collaborazione, la condivisione e l'interazione che permettono di coltivare interessi personali e implementare progetti individuali e collettivi.

Le nuove tecnologie, se usate correttamente, possono anche essere usate per essere sempre al corrente di dove si trovino i ragazzi e su cosa stiano facendo, anche online.

Alcune considerazioni finali

In conclusione, la frustrazione vissuta oggi da molte famiglie, genitori e nonni è reale. La soluzione non sta nel negare o impedire la tecnologia ma nel comprenderne il ruolo e imperare a usarla in modo da capirne i benefici e i vantaggi così come gli effetti e le sfide che ne derivano. La conversazione con i propri figli può nascere sicuramente dal minore tempo da essi passato online ma soprattutto da una cultura e da una predisposizione alla conversazione e al dialogo. Adolescenti e bambini cercano l'interazione e la conversazione con gli adulti perchè hanno bisogno di un rapporto ma soprattutto di percepirne l'importanza e la validità. Ad abbandonare lo smartphone, in molti casi, dovrebbero essere per primi gli stessi genitori. Non per dare il buon esempio ma per capire cosa significhi farne a meno e per avere più tempo e attenzione da dedicare ai ragazzi. Un passo non semplice ma che se venisse fatto porterebbe a scoperte interessanti, ad esempio quanto sia cresciuto l'amore per la tecnologia e calato al contrario l'amore per gli esseri umani, quanto si sia vittime del mezzo tecnologico e impreparati ad affrontare problemi complessi ma che potrebbero diventare semplici se solo si dedicasse loro maggiore attenzione e coinvolgimento emotivo.

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