Vi propongo una serie di miei pensieri e aforismi, che invitano a riflettere, interrogarsi e spero dialogare (di persona e con persone, non robot) sulla necessita di riprenderci almeno un po’ di spazio offline.
Per ritrovare un focus sulla nostra fisicità emotiva e spirituale, al fine di abbandonarsi a un’apertura naturale, biologica e chimica, volta ad essere più presenti e coscienti all’interno del nostro micromondo relazionale, sociale e globale (non globalizzato). Per vivere il mondo con uno sguardo più consapevole e critico, utilizzando la nostra impronta autentica, condividendo vibrazioni positivamente contagiose, al fine d’interagire in modo più costruttivo, sincero e funzionale ai nostri bisogni primari e ai nostri doveri civili, etici e morali. Ben venga anche l’utopia.
La breve raccolta che segue s’intitola “Pensieri offline”, buona lettura:
Oggi abbiamo tutto quello che non ci serve.
Un tempo i grandi parlavano e i ragazzi imparavano. Oggi entrambi chiedono a Google.
Oggi abbiamo tutto il necessario, ci manca giusto l’indispensabile.
Mai gli oggetti sono stati una tale fonte di problemi, come in quest’epoca.
Le parole di un solo uomo possono mettere a tacere le convinzioni di un’intera società.
Mondo, lì 2020: L'uomo era un animale sociale.
Ti conosco, mascherina. Adesso lo possiamo dire davvero.
Non di rado il disagio proviene dall'agio.
I colossi dei big data hanno studiato e creato per noi una rete di doveri e ricompense digitali, per distrarci dai diritti e dai bisogni reali.
Preferisco di gran lunga l’incertezza delle persone alla sicurezza delle cose.
Mi fido solo delle mie incertezze.
Non aver paura delle tue incertezze, perché non esiste cosa più sincera e importante di avere dubbi in un mondo così tanto distante dalle poche cose che dovrebbero ancora contare.
Non sento più parlare.
Comodi si sta bene, ma dopo un po’ si sprofonda.