A pensarci lo trovo molto drammatico, però meglio ragionarci su per acquisire tecno-consapevolezza, al fine di salvare e proteggere quello che si può.
Siamo veramente sicuri che questi suggerimenti invadenti dell’AI possano diventare un valido strumento nelle relazioni di conoscenza, finalizzate a un incontro teoricamente improntato sulla ricerca di un partner fisico? La mia speranza è che la risposta sia no, però non ho la bacchetta magica. Mi viene da pensare che un automatismo artificiale esterno non sia spendibile quando ci sono in gioco delle relazioni destinate a condividere anche qualcosa di naturale e chimico. Voi che ne pensate...?
Ridimensionare la qualità del tempo, attraverso la consapevolezza
Ce la farà l’AI, attraverso questa nuova arma apparentemente debole, ad entrare a pieno titolo nella nostra dimensione emozionale e fisica? I social e l’alfabeto delle messaggerie istantanee collegate (con emoticon e quant’altro) mi sembra ci siano riusciti. Centrando l’obiettivo grazie alla possibilità che ci hanno messo a disposizione, di usufruire di una facilitazione volta a un apparente soddisfacimento dei “bisogni”, tramite ad esempio la fruizione di feedback motivazionali (utili per l’autostima o solo per l’accrescimento dell’ego e del narcisismo imperante?) e del risparmio di tempo.
A me viene da dubitare che questo nuovo calciatore mercenario acquistato dai colossi digitali possa fare gol in rete. Cosa ne penseranno le nuove generazioni, secondo voi lo sentono il bisogno d’interrogarsi sull’interferenza dell’AI nel campo delle faccende amorevoli?