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La mobile photography come strumento di consapevolezza

La mobile photography come strumento di consapevolezza

08 Maggio 2023 SIMONE MAGLI
SIMONE MAGLI
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“Chi non vede la bellezza ha il cuore bendato.”

Partendo da questo mio aforisma (potete trovarne altri qua nel mio libro “Imparando), vorrei parlarvi della mobile photography, come esempio di tecnologia positiva.

Nel mio percorso artistico e culturale di formazione (un essere umano non smette mai di crescere) ho utilizzato la mia vocazione per la poesia, gli aforismi e la scrittura in generale, da principio per esprimere la sofferenza e, da vari anni, soprattutto per mettere in luce la bellezza che si trova nelle tonalità più scure delle mie giornate interiori ed esteriori.

Successivamente ho adottato anche la mobile photography, cominciando ad immortalare dettagli e scorci all’apparenza banali o ordinari, per trasformarli in qualcosa di bello o significativo, attraverso lo sguardo dell’anima, contattando la mia parte profonda, insita in ogni essere umano disponibile ad arricchirsi interiormente e donare questa ricchezza agli altri.

Cominciai a interessarmi della fotografia da ragazzo, utilizzando un telefono cellulare con i tasti (allora non c’era il Touchscreen), immortalando ciò che incontravo, lungo la strada che percorrevo per andare da casa a lavoro. Con questo approccio di curiosità piano piano ho iniziato a vedere le cose diversamente, dipingendo di colore le immagini che prima vedevo e percepivo grigie o nere. Cambiando quindi il mio sguardo interiore.

Da qui iniziai a coltivare e diffondere la mobile photography, evoluta poi fino ad oggi grazie agli smartphone, strumento che abbiamo sempre in tasca e a portata di mano. Leggevo i fotoreporter che mi affascinavano, andavo alle mostre, studiavo le storie dietro alle fotografie dei grandi fotografi. Incontravo persone, andavo ai ritrovi di chi usava la mobile photography anche a livello professionale, per esporre in gallerie d’arte conosciute e non solo. Pensate che un fotoreporter entrato nella famosa agenzia Magnum, ha realizzato un reportage di guerra usando solo il suo iphone. 

Mi confrontavo quindi con fotografi e amici artisti (pittori, scultori, grafici etc.) che conoscono bene le immagini, sempre partendo da un approccio umanista, insito nel mio temperamento riflessivo e intellettuale, pur essendo creativo e originale. Qualità queste ultime due, secondo me molto significative a livello espressivo, lavorativo e personale. Utilizzabili per offrire un punto di vistacondivisibile, ma unico e autentico.

Nel progetto che porto avanti da poche settimane su Instagram (tuttosullafotomobile), in modo molto spontaneo sto cercando di raccontare con uno storytelling emotivo quello che provo mentre fotografo e quello che mi dona questa passione, nel mio approccio di ricerca della bellezza (il bello nel brutto), finalizzato allo sviluppo della gratitudine verso la natura e verso la vita e le persone.

Perché credo che ognuno di noi, grazie al proprio smartphone, abbia l’opportunità di cogliere e immortalare agevolmente i propri paesaggi interiori, durante le pause lavorative e nel tempo libero in generale, osservando con partecipazione emotiva (ascoltandosi e ascoltando) ciò che gli piace e lo sentire bene. Un dettaglio, un panorama, un oggetto, un volto... Mettere in luce quello che ci colpisce di un soggetto, semplicemente (e qui viene il difficile!), cambiando prospettiva, punto di osservazione e soprattutto sguardo. Perché “talvolta il cuore vede prima degli occhi.”.

 

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