Il libro di Carlo Mazzucchelli 100 strategie analogiche per resistere al digitale (e allo smartphone) è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital
La musica in streaming è sempre disponibile, i concerti dal vivo no, non perderli
La musica non è solo una sequenza di note e neppure un'espressione artistica fondata sulla matematica e sulla codifica di simboli e di semplici numeri. Non è un fenomeno naturale ma un concetto umano, onnipresente in ogni tipo di cultura e civiltà umana (un concetto ben descritto da Philip Ball nel suo libro L'istinto musicale).
Scegli di partecipare, non delegare alla tecnologia la difesa dei diritti
L'ascolto della musica è un'esperienza inconscia, istintuale, intellettualmente utilitaristica, coinvolgente ed emozionante. Mette in azione cervello e cuore, razionalità ed emozioni, psicologia e fisicità. Fa bene al corpo e alla mente ed è un evento che si svolge in contesti sociali dei quali caratterizza la cultura, i comportamenti, gli stili di vita delle persone e i loro modi di ascoltare la musica. Oggi l'ascolto della musica avviene prevalentemente attraverso strumenti tecnologici e digitali, lettori MP3, radio connesse a Internet, cuffie, walkman, diffusori e amplificatori vari. La musica può arrivare attraverso impianti Hi-Fi ma sempre più attraverso connessioni Bluetooth e Wi-Fi che permettono di usare dispositivi mobili, apparecchi televisivi, diffusori e sistemi audio come quelli di Samsung o gli speaker della Denon.
La musica, con le sue scale, note, intervalli, melodie e tonalità arriva all'orecchio degli ascoltatori odierni prevalentemente nella forma di flussi musicali continui, sempre disponibili e accessibili, selezionabili, organizzabili e ascoltabili in streaming attraverso piattaforme come Pandora, Spotify, TuneIn, Google Play, Shoutcast, Accuradio, Radio Tunes, Radio.net e innumerevoli altre. Sono flussi musicali che soddisfano tutti i gusti musicali e si fanno ascoltare in base alla capacità di ogni ascoltatore di estrarre da essi sequenze di note e di figure musicali, di individuarne le chiavi, i loro schemi e legami, le melodie e le armonie, i significati narrativi, le allusioni e gli abbellimenti vari con i quali i musicisti vanno a caccia di nuove audience.
La cresente digitalizzazione della musica ha completamente stravolto il mercato della musica e obbligato gli stessi musicisti a scelte radicali per la promozione della loro musica. Non ha però cancellato la possibilità di esperienze di ascolto diverse, come quelle che si possono sperimentare partecipando a un concerto dal vivo. La trasformazione in digitale dell'offerta musicale ha spinto molti musicisti e le stesse case discografiche a puntare sui concerti dal vivo, diventati in molti casi, soprattutto per gruppi e bande musicali di piccole dimensioni o poco note e per piccole etichette, l'unico mezzo per farsi conoscere e guadagnare.
Mentre l'offerta di musica in streaming è infinita, quella dei concerti è limitata, nell'offerta ma soprattutto per i vincoli concreti che pone come il prezzo del biglietto, le località scelte per l'esibizione e la loro lontananza, la dimensione degli spazi, le imprevedibili condizioni climatiche e le sempre possibili cancellazioni. Ma l'esperienza di un concerto del vivo non è mai comparabile con quella sperimentabile con un ascolto musicale in streaming.
Il concerto dal vivo dal vivo è un'esperienza immersiva, cognitiva e soggettiva, sensoriale, ergonomica ed estetica, affettiva ed olistica, spaziale (lo spazio vissuto) e contestuale, temporale e limitata, relazionale (fatta e in contatto con altri), somatica e fisica (Robert Haig Coxon). Un'esperienza impossibile da ripetere nella sua ricchezza con strumenti tecnologici e digitali e ascoltando musica in streaming. Un'esperienza la cui qualità è risultata evidente ai 200000 partecipanti al concerto di Vasco Rossi che si ricorderanno quell'evento per sempre, e non solo per la qualità della musica di Vasco.
Nessuno o quasi ha parteciparo al concerto di Vasco abbandonato il suo dispositivo tecnologico a casa, tutti o quasi lo hanno usato per mandare segnali luminosi a Vasco e alle telecamere. Tutti hanno avuto la possibilità di vivere dal vivo un'esperienza unica, difficilmente ripetibile, ricca cognitivamente ed emotivamente. Tutti tranne coloro che, disponendo di un dispositivo intelligente e ricco di funzionalità come uno smartphone, hanno passato il loro tempo a filmare l'evento, vivendolo come semplice flusso da memorizzare per un ascolto futuro in streaming e perdendo così un'occasione unica come quella che sempre rappresenta un concerto dal vivo.
Chi oggi ama la musica dovrebbe partecipare a eventi dal vivo e nel farlo spegnere il proprio cellulare, lasciare a casa il tablet e le auricolari, ridare all'orecchio la possibilità di esperienze dal vivo, alla mente l'opportunità di godere di nuovi stimoli che non seguano gli schemi e i modelli digitali e alle emozioni la chance di venire a galla ed esprimersi danzando, cantando e di farlo insieme ad altri.