2017 - 100 strategie analogiche per resistere al digitale (e allo smartphone) /

Reagisci alla perdita del tuo smartphone ritrovando te stesso e gli altri

Reagisci alla perdita del tuo smartphone ritrovando te stesso e gli altri

01 Ottobre 2017 Redazione SoloTablet
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Il libro di Carlo Mazzucchelli 100 strategie analogiche per resistere al digitale (e allo smartphone) è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital

Reagisci alla perdita del tuo smartphone ritrovando te stesso e gli altri 

 

Ci si può perdere in mille modi diversi. Si può perdere il controllo e la propria vita, perdere se stessi per non perdere il partner, perdersi per mancanza di autostima o per depressione, per eccessiva concentrazione e stress da lavoro, per scoprire il piacere di ritrovarsi, per perdere peso rinunciando alla propria immagine, quando si perde il lavoro. Ci si può perdere al cinema, a teatro, al concerto o in viaggio, quando si abbandona il mondo reale per quello immaginario, esperienziale, sognante e utopico delle storie, del viaggio e dell'immaginazione. 

Ma cosa succede quando ci si sente persi per avere perduto il proprio smartphone? Cosa si sperimenta quando, dopo essersi perduti per una esperienza traumatica dovuta a una malattia o a una depressione, ci si perde per molto meno provando sentimenti simili di tristezza, irritabilità, angoscia e senso di vuoto? Esattamente ciò che capita a coloro che hanno visto volatilizzarsi il loro dispositivo mobile nelle mani di un mariuolo o lo hanno semplicemente perduto. Un evento non frequente ma che può capitare, che trasporta persone sempre connesse dall’essere always on al sentirsi sole, isolate dal mondo, incapaci di comunicare e praticare forme di fuga diverse da quelle dei mondi digitali e virtuali di Internet e dei social network, dei videogiochi e delle Realtà Virtuali online. 

Senza lo smartphone alcuni sperimentano la perdita di se stessi come conseguenza di un ritorno non voluto alla realtà, della impossibilità di fuga in mondi virtuali e paralleli, della mancanza di distrazioni alla portata di un click o di un touch. La perdita fisica del dispositivo può generare uno shock con stress persistente (nomofobia), causa di sofferenza, perdita di senso e orientamento. Fa sentire persi e infelici, destabilizzati e in difficoltà a cercare, trovare e usare strumenti alternativi e non tecnologici. 

La preoccupazione nasce dalla quasi certezza di non potere ritrovare (50/50) il proprio dispositivo e dalla convinzione assoluta che qualcuno abbia tentato di accedere a dati privati e personali. Ci si lascia trascinare nell’infelicità come quando si è in depressione e con reazioni simili: gesti compulsivi, perdita di controllo delle emozioni, difficoltà a concentrarsi su qualcos’altro, stress, ansia e colpevolizzazione di se stessi. Reazioni che possono sembrare esagerate a persone normali che usano il loro dispositivo come semplice strumento, o almeno pensano di farlo. Persone che tengono lo smartphone in tasca, che non fanno la coda per ogni nuovo modello di iPhone o Galaxy, che non controllano ogni secondo le notifiche ricevute e che non amano fotografare o auto-riprendersi con selfie vari. 

Queste persone, normali lo sono fino alla perdita del loro smartphone. Qualora l’evento dovesse accadere la loro esperienza diventa simile a quella di coloro che lo smartphone lo vivono da sempre in modo molto più impegnativo. Con loro sperimentano la sensazione di essere persi e le emozioni che ne derivano. Passano dal negare a sé stessi che un evento simile possa essere accaduto a loro, all’arrabbiarsi perché è successo e a vivere momenti di sconforto fino a quando non sono riusciti ad elaborare il lutto per la perdita subita. 

La soluzione non è alla portata di tutti ma esiste. Consiste nell'approfittare dell'evento per sperimentare la perdita di sé stessi e farlo per libera scelta o divertimento. Un modo per scoprire e accettare talenti e abilità, nuove passioni così come punti di debolezza e fallimenti. Perdersi per ritrovarsi è sempre un’esperienza interiore, in parte spirituale, fondata sulla capacità di guardarsi dentro e di farlo rilassati e con lentezza, rimanendo sempre autentici e lontani dalle numerose maschere con cui si recitano molte vite reali e soprattutto virtuali. Provare per credere!

 

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