2017 - 100 strategie analogiche per resistere al digitale (e allo smartphone) /

Rilassa i nervi, non vivi in tempo reale o in emergenza continua

Rilassa i nervi, non vivi in tempo reale o in emergenza continua

01 Ottobre 2017 Redazione SoloTablet
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Il libro di Carlo Mazzucchelli 100 strategie analogiche per resistere al digitale (e allo smartphone) è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital

Rilassa i tuoi nervi, non vivi in tempo reale e neppure in emergenza continua

 

La conversazione è componente essenziale del galateo che, ben prima dell'arrivo degli smartphone e dell'era della comunicazione, ha tratteggiato le regole che dovrebbero animarla. Regole che suggeriscono di astenersi da interruzioni, dispute o discussioni animate, gli argomenti da evitare, la misura, la punteggiatura e il tono della conversazione, il timbro della voce e i gesti da usare e soprattutto una grande capacità di ascolto.

L'arrivo del telefono cellulare e la pervasività successiva dello smartphone hanno cambiato in pochi anni la natura, la forma, le regole della conversazione e il relativo  galateo. Agli inizi qualsiasi chiamata arrivasse a un telefonino era percepita come il possibile annuncio di una disgrazia alla quale non si poteva non rispondere con urgenza e immediatezza. Una prima rottura con il galateo tradizionale che ha cambiato la conversazione a tavola o in salotto, durante il sonno e anche in pubblico. L'urgenza della risposta è oggi diventata emergenza, quella della tirannia del tempo presente, imposto dalla tecnologia e dalle sue applicazioni ma anche dalle pratiche diffuse di milioni di nativi digitali per i quali non ci sarebbe eccitazione, divertimento, emozione senza situazioni di emergenza e senza poter contribuire a crearne di nuove essi stessi.

A dirlo è Sherry Turkle nel suo ultimo libro La conversazione necessaria - La forza del dialogo nell'era digitale nel quale illustra la sua visione di un'era tecnologica che ha sacrificato i piaceri e i benefici della conversazione sull'altare delle tecnologie digitali. Questa esperienza dell'emergenza continua, praticata nell'illusione di catturare sempre l'attenzione degli altri, sta portando i nervi dei nativi digitali, e non solo, a fior di pelle. È una conseguenza del surplus informativo e cognitivo che nasce dalla quantità di dati e informazioni in circolazione ma soprattutto dalle sollecitazioni dei numerosi canali che li veicolano, sempre attivi, sempre interconnessi e allacciati, sempre trafficati e intasati di notizie, eventi, iniziative e messaggi che si trasformano per i destinatari in altrettante emergenze. Spesso solo per essere primi e protagonisti nel dare una risposta, balzando in testa alla lista della visibilità online.

L'emergenza continua vissuta attraverso la tecnologia è paragonata a quella che viene quotidianamente descritta dai media (migrazione, terrorismo, terremoti, catastrofi climatiche, incidenti, ecc.) regalando l'illusione che entrambe siano affrontabili e gestibili. La verità è che non lo sono, quantomeno nei tempi brevi. In assenza di una loro contestualizzazione, di un'analisi e una riflessione che portino a reazioni lente e consapevoli, il risultato non può che essere un aumento dell'ansia e della tensione, due sensazioni che non aiutano certamente il rilassamento dei nervi e la tranquillità. Ma nella situazione attuale è proprio questo ciò di cui abbiamo tutti bisogno: un rilassamento generale della mente e dei nervi, prodotto dalla lentezza e dall'astinenza dal mezzo tecnologico oltre che evitando di vivere la vita come una continua emergenza.

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