Il libro di Carlo Mazzucchlli 80 PROFILI DIGITALI - Identità, personalità e stili di vita determinati tecnologicamente, è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital
Tecnoluddisti
La visione del tecnoluddista è lineare e coerente con quella del movimento alle sue origini. Mentre le e macchine delle fabbriche tessili della rivoluzione industriale servivano a render schiavo l'operaio, le tecnologie digitali sono potenziali minacce per la libertà personale e collettiva e formidabili strumenti di controllo e di oppressione nelle mani di governi e istituzioni che le usano per una gestione gerarchica, manipolatoria e autoritaria della società. L’uso delle nuove tecnologie favorisce l’emergere di poteri centrali tecnocratici e dispotici. Per questo motivo il tecnoluddista pensa che queste tecnologie vadano combattute, ostacolate e distrutte.
Alcune considerazioni finali
Esistono due tipologie di tecnoluddisti, quelli tecnofobi e quelli tecnofili. I primi hanno meno problemi nel vivere la loro fede luddista. Non amano la tecnologia, neppure quella digitale, e vorrebbero che il mondo fosse liberato dalle macchine. I loro intellettuali di riferimento sono Ivan Iliich che sosteneva la pericolosità della tecnica quando i suoi sistemi crescono oltre certi limiti, e il radicale e anarchico John Zerzan che si batte per cancellare Internet, agricoltura, linguaggio in quanto strumenti di dominio. I tecnoluddisti tecnofili si comportano in modo schizofrenico perché apprezzano le comodità e le opportunità offerte dalla tecnologia ma evitano di sfruttare sua componente e caratteristica sociale. Il loro disinteresse li porta a fare affidamento su persone esperte e a spianare la strada ai tecnocratici. Scoperto l’inganno, mostrano la loro anima luddista attaccando questi ultimi come responsabili degli effetti della tecnologia e della riduzione di libertà e democrazia.
I tecnoluddisti del diciannovesimo secolo sfidavano la visione del mondo tipica di un capitalismo senza freni che manifestava la sua ricerca di progresso fatta di potere, risorse e ricchezze. La visione dei tecnoluddisti era più centrata sul lavoro, la comunità e la famiglia e vedeva nelle macchine una minaccia reale ai valori, alla qualità della vita e alla struttura delle comunità che amavano. I Tecnoluddisti moderni (post-moderni) condividono la stessa percezione di minaccia da parte di un capitalismo diventato ancora più invadente perchè globale, finanziario e fortemente legato alla evoluzione tecnologica e alle nuove tecnologie dell'informazione. I tecnoluddisti guardano in faccia la società tecnologica e valutano le tecnologie disseminate in ogi ambito della vita moderna come elementi fuori controllo, capaci di mettere a rischio la fragile vita del nostro pianeta e della nostra società civile e di provocare catastrofi prossime venture. Con i loro progenitori hanno in comune il rigetto verso le tecnologie e la difesa di valori umani considerati fondamentali per la vita individuale e sociale, familiare, relazionale e comunitaria.
La visione dei neoluddisti non nasce dal vuoto ma trova radici profonde nelle critiche che molti stanno facendo al progresso tecnologico come naturale e normale evoluzione umana. E' una visione che trova riscontri letterari in filosofi come Lewis Mumford che sottolinea come la tecnologia non può essere semplicemente associata alle macchine ma debba includere anche le tecniche e le pratiche di utilizzo così come l'organizzazione sociale che permette alle macchine di funzionare. Le macchine fanno parte di una visione del mondo, il loro ruolo e il loro peso dipendono dalla percezione che le persone hanno della natura, delle relazioni sociali, della vita e della morte. I tecnoluddisti rifiutano la visione della tecnologia oggi prevalente come eccessivamente meccanicistica, razionale e fondata su principi utilitaristici quali l'efficienza, la ricerca scientifica e la produttività. E' una visione che ha portato alla diffusione delle centrali nucleari, alla colonizzazione dello spazio con navette spaziali e satelliti, alla cementificazione del territorio, all'inquinamento ambientale e all'industria militare.
Per opporsi a questa visione tecnologica e deterministica del mondo i tecnoluddisti propongono un cambio nella programmazione politica ed economica ma soprattutto di cultura, con l'obiettivo di dare forma a nuove visioni del mondo, avvenire diversi e futuri meno tecnologicamente inquinati.
Come ha scritto Chellis Glendinning nel suo Notes toward a Neo-Luddite Manifesto i moderni tecnoluddisti non sono contrari alla tecnologia, ma alle tecnologie che possono rivelarsi distruttive per la natura umana e le comunità dei viventi. Rigettano la visione razionalista che vede nell'evoluzione tecnologica la chiave del progresso futuro. Rifiutano la presupposta neutralità della tecnologia perchè le tecnologie hanno sempre una valenza politica, sono espressione del Potere e di interessi particolari che portano a sistemi sociali rigidi e ad istituzioni incapaci di rispondere ai bisogni delle persone. Ne deriva una maggiore difficoltà nel sottarsi al controllo sociale e politico, la trasformazione di molte utopie in distopie (ad esempio l'utopia del nucleare che si trasforma in incubo per un evento straordinario come uno Tsunami). Non è un caso che i nuovi tecnoluddisti si battano per lo smantellamento delle tecnologie nucleari, di quelle chimiche (no OGM), delle tecnologie di ingegneria genetica, delle tecnologie elettromagnetiche e di quelle della tecnologia dell'informazione (IT, computer, ecc.).
Le tecnologie che piacciono ai tecnoluddisti sono quelle che vedono le persone coinvolte nella loro creazione, meno quelle che escono dai laboratori di ricerca e sviluppo e sono create da tecnici, ingegneri, imprenditori di startup e scienziati. Le nuove tecnologie create collaborativamente devono soddisfare bisogni reali e in modo flessibile senza imporre, come ad esempio sta succedendo nell'ambito delle tecnologie Mobile, un imprinting ai consumatori e una dipendenza che li porta ad un consumismo sfrenato e un utilizzo insensato e poco ecologico e eco-salutare. Le tecnologie che i tecnoluddisti suggeriscono di coniugare tre elementi importanti, politica, etica ed ecologia in modo da dare risposte concrete a bisogni di tipo sociale e comunitario. Esempi di queste tecnologie sono le fonti di energia alternative, le culture agricole biologiche e organiche, le tecnologie sociali che sviluppano responsabilità e partecipazione e quelle capaci di ridurre le conflittualità, perchè centrate sulla cooperazione, la comprensione reciproca e la continuità nella relazione.
A sostenere questa visione dei Tecnoluddisti ci sono sempre la percezione della catastrofe incombente e la certezza che non ci sia nulla da perdere nell'opporsi al potere della tecnologia attuale perchè l'alternativa è solo la distruzione della vita e della Terra. Opporsi alla visione tecnologica significa lavorare alla costruzione di un mondo diverso e realizzare nuove forme di vita, più consone ai bisogni e alla sopravvivenza del genere umano.