Il libro di Carlo Mazzucchlli 80 PROFILI DIGITALI - Identità, personalità e stili di vita determinati tecnologicamente, è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital
Tecnonichilisti
Il nichilismo è una visione filosofica moderna che emerge storicamente in periodi di transizione, crisi o decadenza e che punta alla distruzione dei valori stabilizzatisi nel tempo. La sua nascita è collocata tra la fine del Settecento e gli inizi dell'Ottocento con l'emergere di critiche al criticismo kantiano e all'idealismo ma in generale a tutte le costruzioni speculative idealistiche e ai grandi sistemi. Ha assunto varie forme (esistenziale, morale, epistemologico, ecc.) in ambiti diversi, non solo filosofici, ma anche economici, sociali, tecnologici e politici. Ha trovato manifestazioni di tipo esistenzialistico, con impronta atea, materialistica e positivistica nella Russia dell'ottocento, di critica radicale ai valori e alla cultura tradizionale che portarono a forme di anarchismo e individualismo esasperato ma anche a radicalismi politici finalizzati all'emancipazione sociale. Con Nietzche il nichilismo diventa strumento per sottolineare e denunciare la decadenza della cultura occidentale greco-cristiana, concetto ripreso da Heidegger ma riferito in termini esistenzialistici ad una riflessione sull'Essere e sul suo oblio nella cultura occidentale. Il nichilismo di Nietzche non si limita alla critica ma assume la forma di un principio attivo di forza e di testimonianza, esprime la capacità di reazione e di non accetazione della decadenza come destino. Con Heidegger la riflessione ci avvicina all'oggi e a forme di nichilismo fondate sulla tecnologia (tecnica) e sull'organizzazione e con le quali ha esteso il suo dominio sulla vita e sul mondo.
Tecnottimisti
Il nichilismo (dal latino nihil, nulla) teorizza la negazione di uno o più aspetti significativi della vita. E' una visione che porta a sostenere la non conoscibilità della realtà, l'impossibilità di comprendere la verità, l'assenza di senso e di scopo di entità come il mondo, l'esistenza umana e la vita stessa. Nelle sue espressioni metafisiche e ontologiche sostiene che la conoscenza non sia possibile o che la realtà non esiste (la realtà frutto di semplice interpretazione di Nietzche). Accompagnato al termine anomia, il nichilismo è usato per spiegare lo stato d'animo di angoscia e disperazione che genera in chi lo pratica e lo vive esistenzialmente. Rinnega l'esistenza di una morale perchè tutti i valori sono stabiliti in modo artificioso e astratto. Secondo il filosofo italiano Severino, l'intera storia occidentale è storia di nichilismo, di una progressiva discesa dell'uomo verso il nulla sul sentiero della notte. La discesa è oggi facilitata e accelerata dal ruolo che la tecnologia (la tecnica nei libri di Severino) ha assunto nel determinare il divenire umano e farsi struttura stessa di ogni futuro divenire.
Abbandonati i temi dell'etica, i tecnonichilisti odierni esprimono una nuova visione del mondo, postmoderna, strumentale e legata allo sviluppo tecnico e scientifico, che fa del nichilismo uno strumento teorico per accelerare la crescita economica e tecnologica su scala planetaria e per dare forma e concretezza ai nuovi mondi tecnologici emergenti. Questa visione celebra l'onnipotenza del mercato e riduce gli essere umani a oggetti, manipolabili tecnologicamente e quantificabili economicamente. Dimenticati gli aspetti culturali e politici, tutto è ridotto al valore di scambio, compreso l'essere umano. Tutti i valori diventano interscambiabili così come possibiili diventano tutte le realtà (la realtà come pura rappresentazione e narrazione, un pesniero tipico della postmodernità). Il tecnonichilista condivide l'idea di Nietzche sulla morte di Dio ma ha fatto morire con lui anche tutti gli altri valori assoluti, affidandosi unicamente alla tecnologia e all'economia come elementi determinanti nell'imporre alla società la loro visione etica in termini politici, sociali, culturali e artistici.
Tecnonichilisti sono, per usare la terminologia del professor Mauro Magatti, i nuovi capitalisti del sistema economico e sociale in cui viviamo. La loro visione dell'uomo, della libertà e della verità, sta determinando il modo con cui produciamo, consumiamo, ci relazioniamo e viviamo. Il loro pensiero è frutto di una rivoluzione, soprattutto tecnologica, che negli ultimi decenni ha cambiato il mondo in termini di globalizzazione, scoperte scientifiche, finanza e sviluppi tecnologici. Ne è derivata una nuova etica e una cultura che si regge su leggi e regole proprie, e sulla volontà di potenza, diventata motore potente per il soddisfacimento dei bisogni e dei desideri e per il profitto. Per i tecnonichilisti l'evoluzione del genere umano non segue alcun ordine o disegno predefinito ma è l'esito casuale di equilibri e di fenomeni che si affermano in modo autorganizzato e autonomo in base a criteri simili a quelli dell'adattamento e della selezione darwiniana. Ogni ordine non è altro che l'affermarsi di realtà emergenti, frutto di autorganizzazione e evoluzione tecnologica.
I tecnonichilisti sono immersi nella cultura della liquidità sociale e dell'etica della mobilità (Magatti). Da esse fanno dipendere relazioni, affetti e libertà. Tutto viene vissuto nell'immediatezza e nel 'Big Now' imposto dalla evoluzione tecnologica e dai sistemi a cui fornisce oragnizzazione e struttura, tutto deve essere consumato perchè lo impongono la 'macchina desiderante' in cui siamo stati trasformati dalla tecnologia e il prodotto tecnologico. I tecnonichilisti credono ciecamente nella potenza della tecnica e nelle sue illusioni, credono meno a valori di solidarietà o diversi da quelli strettamente economici e finanziari.
Tecnonichilisti sono oggi numerosi pensatori ed economisti che si richiamano alla scuola del liberismo economico che punta a liberarsi dal substrato culturale che ha caratterizzato la società moderna e sociale. Il loro approccio è postmodero, senza vincoli culturali e aperto alla piena manipolabilità e rimessa in gioco dei significati culturali. E' un approccio tipicamente nichilista che tende a negare significati e valori, frammentandoli e relativizzandoli con l’aiuto delle tecnologie e con l’obiettivo di ricondurli all’interno di una visione del mondo in cui tutto è in continuo cambiamento ma anche asservito ai sistemi di potere esistente e fortemente tecnocratici.