Il libro 80 PROFILI DIGITALI di Carlo Mazzucchelli è pubblicato nella collana Tecnovisions di Delos Digital
Tecnoscettici e tecnoperplessi
Lo scetticismo è noto come corrente filosofica del pensiero greco (esercizio del dubbio e analisi critica della conoscenza), dell’empirismo (scetticismo metodologico e il dubbio metodico, alla Cartesio), e della scienza (scetticismo scientifico fondato sulla verifica delle idee e delle scoperte attraverso il metodo scientifico) oggi anche nella versione di tecnoscetticismo.
Per definizione lo scettico (dal greco σκεπτικός - σκέπτομαι «osservare, esaminare»), è una persona che dubita molto, che non crede in nulla, per principio o per inclinazione naturale. Perplesso (dal lat. perplĕxu(m) ‘intricato, tortuoso, confuso’, propr. part. pass. di perplectĕre ‘intrecciare’.) è invece un individuo dubbioso, confuso, indeciso. Qui accumuniamo il primo e il secondo nel comportamento che si esprime nello scetticismo verso le capacità taumaturgiche e trasformative della tecnologia.
80 Identikit digitali
L'atteggiamento del tecnoscettico (tecnoperplesso) può derivare da esperienze negative passate o essere guidato da incredulità, sospetto, diffidenza, e scarsa convinzione. Rivolto alle tecnologie il suo atteggiamento non è abituale e costante ma legato a singoli fatti, affermazioni particolari, attese, prospettive o aspettative. Essere tecnoscettico (chi esprime scetticismo nei confronti della tecnologia) può diventare un atteggiamento di posa e un’ostentazione di persona riflessiva, disincantata e non facilmente catturabile da messaggi marketing e commerciali.
La filosofia del tecnoscettico si basa su alcune semplici opinioni che indicano un atteggiamento di fondo, difficilmente scalfibile da facili entusiasmi e sorprese, o semplici messaggi e narrazioni marketing. Per il tecnoscettico un prodotto tecnologico semplice può fornire lo stesso servizio di uno complesso, è possibile trarre godimento dalle nuove tecnologie apprezzandone la novità senza buttare quelle vecchie considerandole superate, il valore di un dispositivo tecnologico non dipende dalla sua più o meno elevata qualità ma dall'uso che ne viene fatto, molti prodotti considerati obsoleti potrebbero erogare un servizio di qualità con semplici ammodernamenti, la validità di un oggetto tecnologico dipende dal coinvolgimento umano che esso è in grado di esercitare. Molti atteggiamenti tecnoscettici spiegano l'emergere di comportamenti nostalgici che guardano al passato e a prodotti vintage come ad esempio il vinile o le cecchie apparecchaiture Wi-Fi.
Alcuni comportamenti tecnoscettici sono dettati da una visione non-tecnologica e naturalistica del mondo, altri dalla nostalgia dei tempi passati fatti di lentezza, concentrazione e tranquillità mentale, lettere scritte a mano, vita e pratiche relazionali di tipo comunitario e di economie sostenibili e con minora ineguaglianza sociale. Il tecnoscettico è consapevole che l'evoluzione tecnologica non sia più interrompibile ma agisce come se lo fosse, alla ricerca continua di un modo per rallentare la velocità tecnologica e affievolire la sua capacità disruptive. I tempi andati non torneranno più ma il tecnoscettico ritiene che sia possibile coltivare relazioni differenti con la tecnologia e comportamenti diversi da quelli che caratterizzano la vita odierna di molte persone come leggere la posta elettronica appena svegliati,pranzare con lo smartphone sempre attivo, andare al concerto con un iPad, ecc.
Molti tecnoscettici sono oggi i rappresentanti della generazione Millennial (18-24 ani). Una generazione che vive circondata da dispositivi tecnologici ma che manifesta un elevato scetticiismo sulla tecnologia perchè ci sta rendendo meno umani e perchè la società vi fa troppo affidamaneto. Il loro tecnoscetticismo nasce anche dal timore che Frankestein possa tornare e dal potere invasivo di molti prodotti tecnologici, capaci di violare la privacy delle persone per raccogliere dati e informazioni su abitudini e preferenze e poi usarle a scopi commerciali.
A questi tecnoscettici Millenial offre pieno supporto il lavoro condotto da Eugeny Morozov, tecnoscettico e tecnocritico per definizione, che nei suoi libri sta analizzando da tempo l'evoluzione della tecnologia e i suoi effetti perversi, mettendo sotto critica atteggiamenti, politiche e strategie delle grandi imprese tecnologiche californiane. La critica tecnoscettica principale va alla visione tecnottimista della Silicon Valley nella quale innovazione e progresso possono continuare per sempre ("Innovazione o morte"). A quest'aspirazione Morozon propone con divertito sarcasmo la previsione di una futurologa che prevede per il 2020: "[...] l'umanità, dotata di potenti dispositivi di self-tracking, sconfiggerà finalmente l'obesità, l'insonnia e il riscaldamento globale, dato che tutti mangeranno meno, dormiranno meglio e controlleranno in modo più efficace le proprie emissioni inquinanti. Anche la fallibilità della memoria umana verrà sconfitta, perchè gli stessi dispositivi di monitoraggio registreranno e immagazzineranno tutto quello che facciamo. [...] La politica sottoposta al costante scrutinio tecnologico dell'elettorato, sarà libera dalla sordida corruzione..." Alle aspirazioni dei tecnottimisti, Morozov oppone la sua visione tecnoscettica per criticare il tentativo di farci entrare tutti nella camicia di forza digitale allo scopo di promuovere l'efficienza, la trasparenza, la certezza e la perfezione e per invitare tutti a prestare attenzione ai costi proibitivi che la visione tecnofila oggi prevalente comporterà. La critica e lo scetticismo sono necessari perchè gli effetti negativi e i relativi costi non sono oggi percepibili o visibii all'opinione pubblica e tali rimarranno fino a quando "nella nostra sventata ricerca dell'Eden di silicio" non riusciremo, da tecnoscettici, a mettere radicalmente in discussione la nostra infatuatìzione (tecnofeticismo) per la tecnologia.
“I tecno-scettici guardano di traverso le esaltazioni farneticanti dei cyber-pazzi, mentre i sociopatici dell’industria faranno il voodoo ai nuovi guru della disintossicazione da consumo. E i normali cittadini dovranno tornare alle torce a fuoco o passare al nucleare? Laveranno i panni con acqua e cenere o con schiuma ultraveloce urticante?” (dal blog Ilmerlodelcastello)