Tecnozoici

01 Gennaio 2015 Redazione SoloTablet
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Il libro 80 PROFILI DIGITALI di Carlo Mazzucchelli è pubblicato nella collana Tecnovisions di Delos Digital

Tecnozoici 

Il termine tecnozoico è spesso utilizzato nel dibattito sulla questione climatica che racconta modi diversi di rapportarsi alla Terra e alle sue risorse. Nel dibattito si mettono spesso a confronto due visioni, quella tecnozoica e quella ecozoica. La prima indica un'era nella quale si fa ricorso a potenti strumenti, frutto della ricerca tecnologica e scientifica, e che hanno permesso uno sfruttamento sistematico, diffuso e sempre più veloce delle risorse della Terra, spesso a vantaggio di minoranze che lasciano insoddisfatte e svantaggiate grandi parti dell'umanità. La visione ecozoica guarda invece alla Terra nella sua evoluzione complessa e unitaria. Adotta un approccio sistemico e uno sguardo lungo che non possono affidarsi alla semplice promessa tecnologica del qui e ora, del progresso continuo o alla sua pretesa di dominio sul genere umano. 

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Nel contesto di questo dibattito intellettuale (a parlarne tra i primi sono stati l'ecoteologo Thomas Berry e il teologo della liberazione Leonard Boff), molto aspro e combattuto, i tecnozoici sono coloro che difendono l'uso della tecnologia per aumentare la capacità di sfruttamento delle risorse senza preoccuparsi delle scorie e elementi tossici che ne derivano come tossine, gas serra e materiali chimici capaci di rendere inutilizzati per secoli territori interi. Per difendere le loro posizioni tecnofile, molti tecnozoici magnificano il ruolo della tecnologia nel ridurre l'impatto ambientale e nell'eliminazione delle scorie ma difficilmente sono disponibili a sposare le posizioni degli ecozoici perchè sarebbero costretti ad accettare limitazioni e vincoli alle loro attività e a rivedere le loro opinioni. 

Tecnozoici sono coloro che pensano al progresso in termini di controllo meccanicistico e deterministico crescente sulle forze della natura con l'obiettivo di trarne benefici immediati. Guardano al progresso in termini d'innovazione scientifica (tecnoscienza) e abilità tecnologica e puntano ad usare i nuovi strumenti tecnologici per un controllo sistematico e rapido delle risorse (ad esempio il fracking o fratturazione idraulica per l'estrazione del petrolio da strati rocciosi del sottosuolo), per creare ambienti artificiali, per una crescita economica infinita, per sviluppare industrie come quella degli armamenti. Una visione del mondo funzionale ai benefici delle minoranze che governano il mondo e meno per il resto della popolazione umana che vive su una Terra sempre più spogliata e saturata da tossine chimiche e forme di inquinamento sempre più difficili da metabolizzare (pensate alle città cinesi nelle quali vengono raccolti e riciclati gli scarti tecnologici elettronici). 

Il tecnozoico accetta un'economia dominata da multinazionali, scarsità e concorrenza e caratterizzata da uno sviluppo senza limiti. Politicamente sostiene la sovranità nazionale e un'autorità centralizzata fondata su oligarchie patriarcali e omogeneità culturale. La tecnologia non è solo consumerismo individuale e strumento di maggiore benessere ma anche di conquista, controllo e dominio del mondo naturale con una visione completamente antropocentrica. Con il tecnodeterminista condivide l'idea di un universo come macchina (meccanomorfico), causale e deterministico (meccanicistico). Con il tecnoentusiasta condivide l'idea di un nuovo paradiso in terra grazie a strumenti tecnologici (ingegneria genetica, intelligenza artificiale, nanotecnologia, energia nucleare) così potenti da ridefinire l'intero ecosistema planetario e quella dell'arrivo di un superorganismo transumano e cyborg. 

Non tutti i tecnozoici sono dei tecnofondamentalisti. Molti cono consapevoli della complessità e della fluidità della tecnologia e del fatto che i numerosi benefici da essa ragalati sono spesso collegati a conseguenze indesiderate (tutti oggi sono automuniti ma sono anche aumentati i morti sulle strade). In questo sono assimilabili ai tecnocritici.

 

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