
Il libro di Carlo Mazzucchelli La civiltà del vento al tempo del coronavirus è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital.
Paura, sicurezza, rischio
«Tutti gli uomini hanno paura. Tutti. Chi non ha paura non è normale, ciò̀ non ha niente a che vedere con il coraggio». – Jean Paul Sartre
Facciamo finta di niente ma i nostri tempi sono dominati dall’odio e dalla paura. La paura, componente costitutiva della nostra vita, oggi è abilmente gestita a scopi politici e economici. Paura e sicurezza sono collegati, la prima esprime preoccupazione, la seconda ne è l’antidoto o l’immunizzazione.
Online la sicurezza è quella (dis)informatica, nella vita reale è una condizione di certezza e di stabilità, capace di eliminare il timore e l’inquietudine grazie all’assenza del bisogno di prendersi cura della propria paura.
Sicurezza e paura viaggiano insieme. L’una alimenta l’altra generando una circolarità consumistica nella quale sono alimentate nuove paure e si finisce per aver paura di aver paura.
Alla ricerca costante di evasione abbiamo eletto gli spazi digitali come luoghi protettivi che ci permettono di fuggire dalla realtà, da paure, ansie e preoccupazioni. I social sono però a loro modo generatori di paure, spazi potenzialmente pericolosi e disorientanti, generatori di odio e di falsi valori.
Tutti d’accordo ma…
Il rischio è che la paura, compresa quella oggi generata dal contagio del coronavirus, sia alimentata a arte, allo scopo di coltivare il bisogno di essere rassicurati, messi in sicurezza, isolati e protetti. Un bisogno che trova risposte in nuove chiese securitarie (l’esatto opposto della chiesa di Papa Francesco), nuove cosmologie e visioni del mondo, fedi integraliste e forme di totalitarismi vari, tutti in via di formazione e che potrebbero oscurare gli orizzonti degli scenari prossimi venturi.