Il libro di Carlo Mazzucchelli La civiltà del vento al tempo del coronavirus è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital.
Infosfera e realtà
Con il neologismo Infosfera[1] il filosofo Luciano Floridi[2] invita a riflettere sulla trasformazione in atto che interessa gli esseri umani e potrebbe portare homo sapiens a perdere la sua centralità, nell’era dell’Antropocene.
Il grande sonno
Il richiamo nasce dal rischio di un deragliamento dovuto a ciò che la tecnologia ci sta facendo, cambiandoci. Un rischio non percepito se si pensa al (tecno)conformismo e al (tecno)nichilismo, anche narrativo, che in modo acritico celebra la tecnologia senza valutarne criticamente effetti, impatto psicologico e cognitivo, economico e sociale.
L’infosfera dipinge una realtà mista fatta di virtuale e reale che per essere compresa necessita di nuovi concetti, di un nuovo framework intellettuale. Il concetto è valido ma sembra fornire l’ideologia perfetta al consolidamento del potere tecnologico corrente nascondendo il reale della realtà. Un reale fatto di disuguaglianze crescenti, catastrofi ambientali, sofferenze mentali e cognitive, crescente controllo e finta flessibilità.
L’infosfera è una fantasia con cui misurarsi.
Capire l’infosfera non è abbastanza, meglio elaborare alternative reali al mondo corrente. I nuovi concetti servono, meglio cercare di scoprire le cause reali delle nostre azioni svelando la magia ipnotica della tecnologia che ci sta aiutando ma anche intossicando.
[1] Il primo utilizzo documentato della parola è rintracciabile su Time Magazine dove si può leggere "Così come un pesce non può concepire l'acqua o gli uccelli nell'aria, così l'essere umano allo stesso modo difficilmente comprende la sua infosfera, quello strato concentrico e avviluppante di "smog" elettronico e tipografico composto da cliché tratti dal giornalismo, dal mondo dell'intrattenimento, dalla pubblicità e dalle informazioni governative". Nel 1980 il termine fu utilizzato da Alvin Toffler nel suo libro "La terza onda" La definizione di Toffler si è rivelata profetica in quanto l'utilizzo del termine "infosfera" negli anni Novanta si è diffuso persino oltre il settore dei media permettendoci di riflettere riguardo l'evoluzione di Internet, della società e della cultura, ad esempio nei lavori di Pierre Levy, di Steven Vedro (con riferimento alla noosfera di Teilhard de Chardin) e altri. Il filosofo etico Luciano Floridi ha ripreso il conetto per definire lo spazio informativo dell’epoca digitale che coinvolge tutti gli ambiti della vita, ponendo sfide sconosciute. Il concetto è al centro anche del suo ultimo libro: Pensare l’infosfera, appena pubblicato da Cortina Editore.
[2] Luciano Floridi (Roma, 16 novembre 1964) è un filosofo italiano naturalizzato britannico, professore ordinario di filosofia ed etica dell'informazione all'Università di Oxford presso l'Oxford Internet Institute, dove dirige il Digital Ethics Lab.