Il libro di Carlo Mazzucchelli La civiltà del vento al tempo del coronavirus è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital.
Tutti d’accordo ma…
L’euforia da smartphone è finita da tempo, molti percepiscono che la relazione con il loro dispositivo produce effetti nella sfera personale, sociale, psichica e cognitiva. La relazione non è paritetica, le piattaforme hanno la meglio esercitando la loro egemonia. Ideologica e linguistica, sul tempo e sullo spazio del vivere quotidiano.
Paura, sicurezza, rischio
Tutti paventiamo il rischio della dipendenza. Pochi si preoccupano veramente di come essa possa manifestarsi. Il rischio è tacitato da pratiche quotidiane che li vedono protagonisti, sulle piattaforme social (i palcoscenici e i vaudeville della tecno-modernità) e attraverso le applicazioni digitali, di una rappresentazione senza fine, guidata da sceneggiature, colonne sonore e scenografie allestite da altri.
Le piattaforme ci vogliono moltitudine, massa in movimento, nella forma di orde fameliche e branchi di lupi, greggi di pecore che continuano a procedere in avanti anche se il capo branco le sta portando nel burrone, folle anonime che si celano dietro profili trasparenti e condivisi, spesso anche nella loro falsità.
Tutto ciò genera preoccupazione, non si traduce in azione. Si celebra la soggettività ma al tempo stesso si vive di emulazioni e comportamenti imitativi. Bisognerebbe invece sfruttarla per un’analisi critica e decostruttivista, sarebbe necessario acquisire nuovi linguaggi, imparare a riprogrammare il tempo, la comunicazione, i media e il linguaggio, la cultura.
Così facendo, anche la propria identità. Una identità individuale e sociale, sempre relativa e dipendente dall’altro, il prodotto di uno sforzo negoziale continuativo nel tempo. Riprogrammare la propria identità è l’unico modo per scrollarsi di dosso quella stereotipata, codificata in algoritmi e profili digitali, all’origine di tante solitudini odierne. La via di uscita sta nella capacità di analisi delle logiche e dei meccanismi di alienazione tipici del mondo tecnologico, di cambiamento e trasformazione a contatto con gli altri.