Il libro di Carlo Mazzucchelli La civiltà del vento al tempo del coronavirus è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital.
Non panicate
(Don’t panic, Ne paniquez pas, No entres en pánico, 不要驚慌英語, 영어를 당황하지 마십시오, не паникуй по-английски)
Il contagio biologico si sta diffondendo rapidamente e facilmente grazie alla globalizzazione. Tutti stiamo contribuendo all’entropia e all’aumento della criticità di un sistema complesso qual è il pianeta Terra.
Il contagio più pericoloso si manifesta però a livello psichico. Ne ha parlato lo psicanalista Luigi Zoja[1] riprendendo il concetto junghiano di infezione psichica per descrivere la paranoia collettiva che toglie lucidità, serenità e razionalità.
Anni tecnologici che hanno cambiato il mondo
In ogni situazione di paranoia prevalgono la psicologia della folla, i comportamenti irrazionali, allucinati e paranoici dettati da voci che si rincorrono sui social, l’incapacità ad ascoltare gli esperti e gestire le emozioni. La chiacchiera fa perdere il senso delle proporzioni, la comunicazione sbanda, la politica è quella che ci meritiamo.
Il risultato è tanta paranoia.
I media potrebbero giocare un ruolo fondamentale, nei fatti peggiorano la situazione focalizzandosi su cronaca e tempi brevi. Stare davanti a uno schermo non aiuta, fa sentire ancora più folla, semplice audience, senza guida, riferimenti o informazioni utili.
Senza smartphone ci sentiamo in crisi di astinenza, soffriamo di un serio disturbo psichico collettivo. Per correre ai ripari bisognerebbe respirare, agire e pensare con lentezza, pazientare, ragionare sui tempi lunghi, scandire il tempo con qualcosa di diverso dei dispositivi tecnologici dai quali ormai dipendiamo.
Senza panicare!
[1] Luigi Zoja (1943). Diplomato nel 1974 allo C.G. Jung Institut di Zurigo. Ha lavorato in clinica a Zurigo, poi privatamente a Milano, a New York e ora nuovamente a Milano come psicoanalista.