Il libro di Carlo Mazzucchelli La civiltà del vento al tempo del coronavirus è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital.
Il dopo Coronavirus
Una crisi può determinare un nuovo inizio. Prima ci può sprofondare nel baratro.
Per ripartire serviranno valori nuovi, una nuova cultura ambientale e politica, nuovi modelli di sviluppo economico. Si dovranno cambiare comportamenti, abitudini, stili di vita, fare i conti con la complessità e il suo livello di criticità attuale!
Questa crisi sta facendo sperimentare il digiuno, il ridotto consumismo (secondo Confcommercio nel mese di marzo 2020 i consumi sono crollati del 32%), il cielo pulito, il silenzio cittadino, le code ordinate davanti ai negozi, stili di vita dettati da letture e riscoperte di comportamenti sociali incarnati, meno digitali.
Ci siamo mangiati il futuro
Cambieranno i modelli di sviluppo?
Il Coronavirus è considerato una forza disruptive (dirompente), capace di creare una separazione netta tra un primo e un dopo, il dopo non è detto sia quello auspicabile in termini di nuovi rapporti di lavoro, ripensamento critico della globalizzazione, maggiore socialità e più solidarietà.
Gli effetti del coronavirus saranno un ‘durante’, diversi, complessi: sfiducia, risentimento, apprensione sugli scenari futuri, percezione degli impatti sulla vita delle persone, insicurezza, incertezza sul da farsi.
Bisogna sperare che prevalga la consapevolezza dei cambiamenti draconiani che ci aspettano, nel modo in cui viviamo, viaggiamo, consumiamo, relaziniamo e socializziamo. Il cambiamento auspicabile non è solo economico e sociale ma mentale, psichico, culturale e comportamentale.
Serviranno creatività, improvvisazione e spirito di adattamento.