Il libro di Carlo Mazzucchelli La civiltà del vento al tempo del coronavirus è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital.
Resistenza e resilienza
Viviamo tempi di crisi, ignoranza e stupidità dilaganti, viralità contagiose, disastri politici e ambientali. Chi ne è criticamente consapevole si attrezza per resistere, elabora pensiero e idee, attivandosi per fornire soluzioni, progettare scenari futuri non distopici, per continuare a vivere.
Carrelli pieni e bulimia
Resistere non è sufficiente, bisogna imparare la resilienza[1], per sapere gestire il mutamento continuo che caratterizza la realtà vissuta, al tempo stesso imparare dalla resistenza allo stesso. Si è perché si resiste al mutamento. Per continuare a esistere bisogna saper gestire il proprio continuo trasformarsi. Diventando resilienti.
L’adattamento riguarda i cambiamenti in atto dentro sé stessi, nell’ambiente, nell’economia, nel lavoro, nel modo tecnologico di vivere socialità, relazione e comunicazione, ma anche noi stessi.
Se non si è capaci di cambiare si finisce per soccombere.
Oggi la resilienza serve anche per un nuovo tipo di battaglia. La volontà di potenza dell’organismo umano si deve confrontare con quella della tecnologia impegnata nel dare forma alla sua idea (l’Homo Deus di Harari), di cambiamento e di futuro.
Uomo e macchina operano per l’immortalità. L’uomo però è anche alla ricerca della felicità.
Una ricerca che trova nella resilienza la sua forza e caratteristica principale.
[1] In origine resilienza indicava la capacità (opposta alla fragilità) di un metallo di resistere alle forze che gli vengono applicate. In campo psicologico si dice che una persona è resiliente per distinguerla da una più vulnerabile e fragile. Resilienza in psicologia è l’atteggiamento di andare avanti senza arrendersi, nonostante le difficoltà da affrontare. È la capacità di persistere con motivazione (volontà) salda nel perseguire obiettivi sfidanti e di affrontare tutti gli ostacoli che si frapporranno al loro raggiungimento. Non tutti sono resilienti. Lo sono meglio di altri persone ottimiste e capaci di leggere eventi negativi come semplicemente momentanei e circoscritti, di mantenere margini di controllo su sé stessi e sull’ambiente/contesto, guarda ai cambiamenti come opportunità e tende a non mollare mai.