2020 - La civiltà del vento al tempo del Coronavirus /

Le macchine apprendono, gli umani disimparano

Le macchine apprendono, gli umani disimparano

01 Aprile 2020 Redazione SoloTablet
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Il libro di Carlo Mazzucchelli La civiltà del vento al tempo del coronavirus è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital.

Le macchine apprendono, gli umani disimparano

I tecnofili ci ricordano ogni giorno che l'Intelligenza Artificiale ha imparato a apprendere. Un’abilità umana che sembra indicare l’arrivo della singolarità e il superamento dell’uomo come lo conosciamo oggi. Ma siamo proprio sicuri che è/sarà così?

Le macchine apprendono ma continuano a essere limitate, sono veloci a elaborare un’immagine o un testo ma quanto a fornire una loro analisi simbolica, a interpretarli e leggerli consapevolmente ce ne passa. Vuoi mettere la creatività e la fantasia umane? Che dire del nostro cervello analogico, della sua capacità di elaborare immagini e pensieri e farlo con creatività? 

Gli algoritmi di Intelligenza Artificiale evolvono, migliorano la loro comprensione del linguaggio, la elaborazione dei dati e il ragionamento logico ma applicando sempre gli stessi modelli a ambiti diversi, sulla base di classificazioni predeterminate.  

Il nostro cervello è flessibile, opera in modo selettivo a partire dalla capacità di fare analogie. Noi cerchiamo sempre di “dare un senso al nuovo e all’ignoto a partire dal vecchio e dal conosciuto” (Hofstadter[1]). Un modo diverso di utilizzare i dati con efficacia! 

Il problema è che mentre le macchine imparano a imparare noi stiamo disimparando a farlo, assomigliando sempre più a esse, prima dell’apprendimento.  

Si può imparare anche da questo!


[1] Citazione tratta da Superfici ed essenze, un libro di Douglas Hofstadter, pubblicato da Codice Edizioni nel 2018. “Alla base della nostra attività mentale non c’è il ragionamento logico ma uno strumento cognitivo più raffinato: l’analogia, ovvero la percezione, spesso inconsapevole, di similarità profonde tra ciò che succede adesso e ricordi o concetti familiari, immagazzinati chissà dove o come, nel nostro cervello.“

 

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