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Il Metaverso: mondo simbolico o astratto?

Il Metaverso: mondo simbolico o astratto?

07 Febbraio 2022 Veronica Zanini
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Veronica Zanini
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L’azienda Facebook (non il social!) ha cambiato nome ormai da qualche mese in metaverso ponendosi in parallelismo con il termine universo. Universo deriva dal latino unus e versus e significa “tutto intero”, “volto nella stessa direzione” e sta ad indicare la sede dei corpi celesti; metaverso invece deriva dal greco meta, significa“oltre”, e si riferisce a uno spazio digitale in cui è possibile vivere un’altra vita, una vita oltre la vita appunto socializzando, effettuando compravendite e partecipando a diversi eventi.

Ad oggi le problematiche etiche sono legate soprattutto al controllo che i colossi big- tech esercitano sulla vita delle persone, alla privacy ma anche per esempio alle leggi di mercato che lo regolano poiché l’economia capitalista si è spostata in questo limbo digitale, molte aziende soprattutto di moda come Nike, Louis Vuitton o la casa d’aste Christie’s stanno investendo nei metaversi aprendo negozi, affittando stanze e vestendo gli avatar.

È doveroso precisare che di metaverso si parla da molto tempo e che tale concetto non è di appartenenza esclusiva di Facebook, anzi, i primi ad aver sperimentato il metaverso sono state le aziende di videogiochi come il famosissimo Fortnite ora in forte competizione con la piattaforma virtuale Decentraland in cui è possibile vivere in una città virtuale grazie ad un avatar e partecipare a eventi quali concerti, gare mostre o addirittura comprare terreni e case tramite criptovalute, monete digitali. A questo punto ci chiediamo il metaverso è uno spazio simbolico o astratto? 

La parola simbolo deriva dal greco sun e ballo e significa “mettere insieme”, “far coincidere” dettato da un’antica usanza greco-latina di riunificare due parti di uno stesso oggetto conservati da due contraenti di un patto come sigillo di garanzia di autenticità. In teologia il simbolo è un elemento concreto, come l'acqua e il pane, che rende presente una realtà che va oltre il mondo sensibile (Dio), il simbolo è l’immanente che rimanda ad una realtà trascendentale. In merito a queste considerazioni quindi si può affermare che il metaverso non è una realtà simbolica bensì astratta poiché digitalizza il mondo umano.

Etimologicamente termini come metaverso e transumanesimo (la filosofia che incentiva nuovi spazi come il metaverso e finanzia progetti potenzianti l’uomo) che significano “oltre”, “al di la" dell’universo e dell’uomo rimandano alla sfera religiosa poiché era proprio il compito di quest’ultima riflettere su quelle realtà che prescindevano l’uomo, non disponibili all’uomo nell’immediato. Il metaverso è un universo altro dove è possibile vivere in eterno tramite degli avatar che rappresentano l’uomo. Il mondo virtuale di Second Life ne è un esempio; il nome stesso Second Life, seconda vita, attinge dal gergo religioso ateizzandolo ed è stata una delle prime piattaforme ad aver sperimentato un Metaverso con degli avatar che lo vivevano.

Solo ora si capisce che film come Matrix non erano fantascientifici bensì scientifici veicolando in termini profetici il futuro: Che vuol dire reale? Dammi una definizione di reale. Se ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel reale sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello. Questo è il mondo che tu conosci. Il mondo com’era alla fine del ventesimo secolo è che ora esiste solo in quanto parte di una neuro simulazione interattiva che noi chiamiamo Matrix. Sei vissuto in un mondo fittizio”.

Nei metaversi infatti si perde l'uso dei 5 sensi o meglio si è immersi in una realtà aumentata, è possibile quindi in ogni momento attingere a informazioni o approfondimenti in merito a ciò che si vede o si sente ma vengono esclusi l’olfatto, il gusto e il tatto. L’uomo si trova privato del suo rosminiano sentimento fondamentale corporeo, quel percepire tramite i sensi la realtà circostante e accogliere gli stimoli che da essa provengono.

Da un punto di vista filosofico nel tentativo di andare oltre l’uomo si sta procedendo verso la sua disumanizzazione, intendendo questo termine con il suo significato etimologico “dis-umanizzare” cioè togliere all’humanum ciò che gli è proprio, quel limite fisico e psicologico facente parte della struttura dell’humanum stesso. Quale sarà dunque l’evoluzione dell’umano? 

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