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Il potere delle faccine nelle relazioni digitali

Il potere delle faccine nelle relazioni digitali

07 Luglio 2022 Simone Magli
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Simone Magli
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Riflettendo sul potere delle faccine nelle relazioni digitali. In una società dove sempre meno persone ci mettono la faccia, è diventato un bisogno, compulsivo direi, quello di metterci la faccina.

Dal rispondere con essa a un commento riguardante un nostro post sui social, all’inserirla in fondo ad un messaggio di chat istantanea, la smiley ormai è entrata nel nostro vocabolario emozionale.

Scrivo questo breve testo per cercare di capire il motivo per cui la faccina sia diventata per noi una specie di dipendenza nell’esprimerci.

Bisogna partire dal bisogno (cresciuto esponenzialmente con l’avvento dei social) di piacere a tutti e di evitare il più possibile conflitti che ognuno di noi, in misure differenti, ha sviluppato attraverso un utilizzo non sempre ragionato dei like e del modo di rapportarsi nei gruppi social elitari. In soldoni si può convenire che sempre meno persone resistono alla frustrazione di un rifiuto digitale o reale.

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Più ci si espone, più cresce la possibilità di essere criticati e feriti nell’autostima. C’è chi pensa che confrontarsi sia una cosa stupida, nonché una perdita di tempo: sembra che fra questi ormai sia concepibile solo l’idolatrazione o il linciaggio. Che le opinioni servano sempre meno.

La faccina in questo panorama si è inserita appunto come un simbolo di approvazione/idolatrazione (smiley compiaciuta o sorridente) o derisione/linciaggio (smiley che ride sguaiatamente fino a piangere o molto arrabbiata). Si può dedurre quindi che la prima modalità sia divenuta uno strumento semplice (ma non per questo immediato per tutti i destinatari) di leccaculaggine avanzata, al fine di mantenere la reputazione e i benifici degli status che siamo (convinti?) di possedere.

Mi vengono in mente due parole per ipotizzare una definizione finale: scorciatoia e manipolazione. Per quanto riguarda la seconda modalità si può invece cautamente affermare che la sua attivazione, più che uno strumento, possa essere una vera e propria arma contro chi ci sbarra la strada o chi semplicemente ha un punto di vista diverso dal nostro su un argomento. In questo caso uso due parole che mi saltano alla mente per immediata associazione: di nuovo scorciatoia e bullismo.

Come avrete notato i due modi di usare la smiley hanno scorciatoia come parola comune. Personalmente credo che già questo ci debba far riflettere su come siano cambiate certe relazioni a livello d’importanza e valore.

Probabilmente a forza di dedicare ad esse sempre meno tempo e di usarle solo, o comunque in buona parte, per altri scopi, abbiamo perso di vista il nutrimento vitale che qualsiasi rapporto (dallo sconosciuto con cui scambiamo il buongiorno al bar fino ai nostri conoscenti, amici e familiari) è in grado di donare e far fluire nel nostro quotidiano e nella nostra vita.

Forse faremo bene a fare un fioretto: due faccine in meno e un sorriso (vero) in più al giorno, che ne pensate? ;-) 

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