La crisi delle competenze è uscita dal dibattito accademico e coinvolge oggi realtà diverse, in primo luogo la scuola e l'azienda. La scuola come fonte e palestra per l'acquisizione di sapere e di conoscenze, l'azienda come realtà alla costante ricerca di personale qualificato in ambiti diversi e con skill che nel mercato attuale fa fatica a trovare.
E-Learning: narrare gli ostacoli
Il passaggio da un mercato del lavoro con prevalenza di contratti a tempo indeterminato a una realtà fatta di lavori a tempo, a progetto o di lavoretti, non ha solo determinato effetti sociali rilevanti sulle persone ma ha anche creato una crisi delle competenze. Le aziende si stanno rendendo conto della crescente impossibilità di reperire personale, opportunamente istruito e addestrato per il settore nel quale operano. L'impossibilità si lega alla difficoltà nell'attrarre personale qualificato e con le giuste competenze, disponibile sul mercato ma, proprio per la conoscenza e la competenza che possiede, molto richiesto.
Formazione e sviluppo delle competenze sta diventando un obiettivo non soltanto necessario ma prioritario. Urgente sia per risolvere i problemi del presente sia per pianificare il futuro e per attirare nuovi talenti. In un mercato del lavoro in continuo cambiamento e che non garantisce più alcuna occupazione duratura nel tempo, un numero elevato di persone basa le sue scelte occupazionali in base alle possibilità di apprendere cose nuove o rafforzare e aggiornare le conoscenze e le abilità che già possiede.
La percezione, da parte delle aziende, della crescente difficoltà nel reperire le competenze, gli skill e i talenti di cui hanno bisogno sta facendo emergere approcci e strategie finalizzate a una nuova filosofia e a investimenti maggiori per l'apprendimento continuativo e perseverante nel tempo. Queste scelte strategiche richiedono risorse, strumenti e soprattutto tempo, ma permettono di far crescere una forza lavoro competente, attrezzata con le giuste conoscenze, in grado di facilitare, sostenere innovazione e cambiamento e anche meglio motivata.
Alla percezione del problema non sempre segue l'azione. A oggi le aziende che investono strategicamente in formazione continua sono ancora un'eccezione. La formazione continua al contrario sarà sempre più centrale in ogni strategia di crescita, sia per vincere l'obsolescenza delle competenze sia per continuare a innovare, sia per stare al passo con la concorrenza sia per essere in grado di intercettare i nuovi trend emergenti e associati nuovi bisogni. Un modo per sviluppare progetti di formazione continua è di stringere rapporti di collaborazione con scuole e università che prevedano sia corsi specialistici per i lavoratori, magari su tematiche suggerite dalle aziende e legate alle loro necessità di business, sia la possibilità per gli studenti di fare diretta esperienza del lavoro in azienda. La collaborazione con le università potrebbe permettere l'adozione di nuove metodologie formative applicate a una formazione continuativa nel tempo e non semplicemente complementare alle ore di lavoro.
Per poter avere successo le strategie aziendali per la formazione continua devono poter contare sui loro dipendenti e sulla loro disponibilità ad apprendere. Cosa non facile in un periodo nel quale tutti sembrano essere diventati esperti per il semplice fatto di poter accedere, grazie alla tecnologia, a qualsiasi tipo di nozione, sapere e informazione. La disponibilità alla formazione continua deve partire dalla convinzione che l'acquisizione di un sapere non è il punto di arrivo ma il punto di partenza di un'istruzione finalizzata a superare le lacune della conoscenza personale e a dotarsi delle competenze che possono servire ad affrontare un mercato in continua e rapida trasformazione.