
Mai in passato siamo stati esposti a così tante opportunità di lettura, eppure mai la lettura è stata così distratta, negletta, superficiale e affrettata. Per alcuni più che leggere navighiamo, per altri facciamo slalom da uno schermo a un altro. Sempre in velocità, poco concentrati e sempre un po' distratti.
Porcospini digitali
Secondo l’ ISTAT chi legge in Italia è una minoranza: pochi lettori forti (13,4%)[1] alzano la media, tantissimi non lettori la abbassano. La media è riferita alla carta e al digitale. A uscirne male è la parola scritta, compresa quella spesso abusata sulle piattaforme social.
Il libro di carta non morirà mai. La lentezza prima o poi riconquisterà anche coloro che oggi vivono in un eterno e accelerato presente, catturati dal mezzo tecnologico e dal suo schermo. Ci riuscirà chi sarà capace di non farsi distrarre, di recuperare attenzione e concentrazione, di godere del silenzio ricercando la solitudine e la disintossicazione da schermi e brusii elettronici vari. Infine apprezzandone la bellezza!
Riuscirci permetterà di reimpossessarsi del proprio tempo, il recupero della profondità della conoscenza, la riscoperta della lingua, la maggiore libertà (solo il partner presente saprà se stai leggendo), di contribuire ad alzare il livello culturale, di capire la complessità, di dare forma alla propria identità e personalità (solitamente multiple), di coltivare il pensiero critico, la consapevolezza, la coscienza e l’autocoscienza.