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Lavoro, le strategie e l’efficacia dell’employer branding

Lavoro, le strategie e l’efficacia dell’employer branding

08 Settembre 2021 Redazione SoloTablet
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Nel mondo moderno del lavoro, un’azienda, oltre a dover centrare gli obiettivi essenziali nel campo in cui compete, deve anche puntare a ottenere una buona reputazione soprattutto agli occhi dei propri dipendenti.

Questo lo fa sfruttando la strategia di employer branding, che punta all’obiettivo di avere un valido datore di lavoro e degli ottimi dipendenti. Vediamo allora insieme qui di seguito cos’è nello specifico l’employer branding, quali sono i suoi vantaggi e alcuni esempi pratici per portarlo in azione.

Cos’è l’employer branding

 

L’employer branding è la strategia che si occupa di definire, gestire e promuovere l’immagine di un’azienda tramite il proprio logo. Questa parola, che letteralmente significa marchio del datore di lavoro, praticamente descrive la capacità del settore aziendale di diventare un vero e proprio brand per avere più successo dei concorrenti. L’employer branding è davvero fondamentale per i dipendenti e mette in risalto l’azienda come primo datore di lavoro, questo crea molti profitti per le imprese e porta realmente molti vantaggi. Il dipendente, così, si sente accolto e parte del luogo del lavoro in cui opera.

Non tutti ci pensano ma ben il 75% dei candidati verifica sempre l’employer branding prima di mandare una richiesta di lavoro, per arrivare subito all’azienda perfetta per sé. È una parte centrale del marketing aziendale e aiuta a comunicare valore al consumatore, fidelizzando i dipendenti. In questo modo il vantaggio sta proprio nel fatto che si risparmia anche tempo per le assunzioni, trovando fin da subito dipendenti motivati e determinati, aumentando così il valore della reputazione aziendale. In più la strategia di employer branding differenzia l’azienda dal mondo della concorrenza, promuovendo nel modo più giusto sia l’immagine che, appunto, il brand.

Gli esempi di employer branding

 

Uno dei modi più efficaci per fare employer branding, soprattutto durante il processo di inserimento delle nuove risorse in azienda, è quello di ideare una buona strategia di onboarding. Così facendo i nuovi arrivati si sentiranno più accolti e coinvolti nei progetti lavorativi sin da subito. Inoltre, per effettuare un’accoglienza migliore, sarà possibile costruire dei kit di benvenuto con alcuni oggetti utili per la propria professione. All’interno di questi kit si possono inserire anche gadget aziendali, strumenti accattivanti che attirano la curiosità delle persone, utili sul luogo del lavoro e non solo. Piccoli regali che l’azienda fa al proprio dipendente con il proprio logo sopra. Per crearne una buona quantità, da distribuire poi al personale, le aziende si affidano a dei servizi specializzati in questo settore, che velocizzano questi processi producendo ad esempio penne personalizzate con logo. Questa tipologia di gadget dedicati è un’ottima strategia per aumentare il senso di appartenenza al brand, visto che spesso si tratta anche di oggetti che durano nel tempo e che vengono sfruttati quotidianamente.  

Per parlare di altri esempi di employer branding si può pensare alla soddisfazione del dipendente nella sua quotidianità aziendale, che diventa il miglior ambassador dell’azienda stessa. Infatti, il passaparola del brand è molto importante, come anche comunicare la propria soddisfazione tramite canali digitali, sfruttando ad esempio Linkedin per raccontare le esperienze che hanno fatto scegliere il lavoro e quel suddetto brand.

Oppure, infine, ci sono alcuni colossi aziendali che per rendere soddisfatti i dipendenti realizzano delle aree relax dedicate per le pause di lavoro. In questo modo si potrà avere un ambiente di svago all’interno del posto di lavoro dove passare le pause caffè e sentirsi più a proprio agio e affezionati alla propria professione.

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