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Presto ogni esperienza Internet rischia di diventare pubblica

Presto ogni esperienza Internet rischia di diventare pubblica

24 Gennaio 2017 Redazione SoloTablet
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Nell'era della sorveglianza, Internet è destinata a diventare il luogo nel quale tutto rischia di diventare trasparente. Una tendenza che avrà un forte impatto sugli individui ma anche sulle organizzazioni. Soprattutto se a diventare pubblici e trasparenti non saranno solo i dati e le informazioni ma l'intera storia delle esperienze vissute online.

Probabilmente nessuno avrebbe piacere di vedere reso pubblico l'intero racconto delle sue attività online. Eppure è una realtà che potrebbe diventare possibile perchè un numero crescente di istituzioni e poteri vari ottiene l'autorizzazione necessaria per guardare dentro le storie online di ognuno e di farlo anche senza preavviso e all'oscuro della persona od organizzazione osservata.

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Il fenomeno riguarda molti paesi. Negli Stati Uniti ad esempio Internet è sempre più oggetto di analisi e sorveglianza da parte dei servizi di sicurezza ma anche della Agenzia Nazionale per il Crimine (NCA), l'agenzia per il cibo (Food Standards Agency), la commissione per il gioco d'azzardo, l'agenzia per la sicurezza della salute e molte altre realtà istituzionali e governative.

Tutto ciò sta avvenendo come se la privacy individuale non esistesse più e nel silenzio più assoluto, sia da parte dei media, sia dei diretti interessati che sembrano non essere consapevoli di quanto le loro vite personali siano esposte online. Alcuni effetti che possono derivare dall'aumento della sorveglianza online possono essere considerati positivi da molti. Ad esempio ci sarà modo di proteggere meglio il copyright e individuare più rapidamente eventuali violazioni e punirle, anche grazie a legislazioni apposite che prevedono anche condanne di detenzione carceraria. Sarà più facile anche controllare l'età delle persone per impedire l'accesso a risorse online o servizi a persone non ancora maggiorenni.

Altri effetti non sono necessariamente positivi, ad esempio la condivisione dei dati personali con realtà che ne possono fare un uso commerciale o semplicemente senza alcuna garanzia di riservatezza e rispetto della privacy individuale.

Quanto sta avvenendo, con modalità diverse ma in tutto il mondo, è una guerra sulla privacy e sulla riservatezza dei dati. I tentativi per difendere il cittadino internauta dalla raccolta indiscriminata di dati sono numerosi. In Europa ad esempio nel 2018 entrerà in vigore una nuova regolamentazione, votata prima della Brexit, che darà la possibilità all'utente di controllare il modo con cui i suoi dati sono utilizzati o di richiederne la cancellazione perenne.

Il conflitto in atto non sarà facile da comporre e neppure tenero. A trovarsi in difficoltà sarà soprattutto il cittadino consumatore, incapace di comprendere cosa effettivamente sta succedendo online con i suo dati e di sapere chi li sta effettivamente utilizzando e per quali motivi o destinazioni d'uso. Chi raccoglie e vuole usare questi dati, non farà nulla per rendere trasparente la sua raccolta e di tutto per rendere il tema della privacy un non-problema. Il risultato, la

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