Un pomeriggio, mentre Rebecca aspettava sua mamma è rimasta in compagnia di un bidello, che l’ha avvicinata a se con parole “dolci” e improvvisamente l’ha baciata sulle labbra stringendola. Al momento Rebecca non ha raccontato nulla dell’accaduto ma, nei giorni successivi era molto arrabbiata, assente e nervosa, la mattina lamentava mal di pancia e implorava di non farla andare a scuola. I genitori hanno cercato di indagare cosa la turbasse, ma Rebecca era impenetrabile! Solo a distanza di qualche mese dall’accaduto Rebecca è riuscita con grande fatica a raccontare l’accaduto.
In che modo è possibile superare un tale trauma? Come possiamo trasmettere ai bambini l’importanza di comunicare subito un fatto così grave? Come possiamo aiutare i nostri figli a difendersi, a riconoscere il pericolo e ad esprimere le proprie sensazioni?
Questi fatti gravi accadono e i bambini sono indifesi. Quando i nostri figli non sono con noi ci assicuriamo che siano al sicuro e protetti, ma spesso il pericolo è dietro l’angolo, purtroppo a volte anche nel contesto familiare. E’ importante insegnare ai bambini, già dall’età dei cinque anni, a riconoscere le situazioni di rischio, a difendersi e a comunicare e chiedere aiuto ad una persona fidata.
Spesso i bambini che subiscono molestie o atti aggressivi da parte di altre persone si sentono in grande imbarazzo a raccontare l’accaduto. In questo senso, come équipe specializzata, suggeriamo due tipi di intervento.
Per superare la vergogna e sciogliere i blocchi emotivi viene in nostro aiuto il dispositivo mobile, per esempio il cellulare, un depositario terzo che, ponendosi tra i bambini e i genitori facilita la comunicazione e la libera espressione. Il genitore può porgere una domanda attraverso un sms in modo che il bambino possa sentirsi meno esposto e più protetto nel raccontare un eventuale episodio di molestie. Il dialogo può poi proseguire in un incontro a tu per tu, in cui l’aspetto imbarazzante si è già un po’ sciolto e l’intimità comunicativa della relazione diventa ancora più speciale.
L’illusione della concentrazione nel mondo digitale
E’ importante che ogni bambino impari a difendersi attraverso un corso-gioco in modo che abbia già in mente le parole da dire e come gestire una situazione così problematica.
La nostra équipe propone da anni il corso “Fuori dal mio giardino”, rivolto a bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni per insegnare loro come difendersi dalle molestie, fornendo gli strumenti per riconoscere quei comportamenti degli adulti inadeguati e pericolosi.
Gli esercizi proposti nel corso allenano il bambino a riconoscere in maniera sempre più veloce e precisa gli ambienti rischiosi e i modi di fare di certi adulti mal intenzionati.
I giochi aiutano i bambini a difendere il loro spazio personale, che è come un giardino, ed imparano a dire di “NO!” agli adulti o ragazzi pericolosi e a distinguere tra gesti buoni e cattivi. Altri giochi stimolano i bambini ad individuare gli adulti di riferimento ai quali affidarsi in caso di bisogno. In questa direzione, il Tablet e gli altri dispositivi mobili rappresentano uno strumento molto efficace per promuovere e facilitare la comunicazione di episodi che suscitano nei bambini sentimenti dolorosi e contrastanti tra cui vergogna, imbarazzo e senso di colpa. Ogni dispositivo mobile può svolgere la funzione di schermo protettivo favorendo l’apertura dei bambini verso i genitori e gli adulti di riferimento.
Con il programma “Fuori dal mio giardino”, il bambino impara a riconoscere e affermare il suo spazio intimo, unico e privato, imparando gli strumenti per proteggersi e per comunicare in modo efficace.
Una parte del programma è rivolta anche ai genitori, per fornire loro suggerimenti e per confrontarsi su come comunicare e affrontare l’argomento con i propri figli, anche attraverso i dispositivi mobili e le nuove tecnologie.
Autori: Francesca Pirovano, Elisabetta Rossi, Ornella Convertino