Scegliere è diventata la questione più importante del nostro tempo. Non è un caso che Edward Roshental, professore di Management alla Università Gorge Mason di Philadelphia, vi abbia dedicato un libro intero (L’età della scelta, edizioni Apogeo). Sono passati i tempi in cui si poteva scegliere un auto di qualsiasi colore, purchè fosse nera (H. Ford). Oggi le possibilità di scelta sono diventate innumerevoli e ciò è diventato un problema. Ogni scelta comporta una esclusione. Se scelgo un iPad 4 scontato non potrò godere delle meraviglie che il marketing efficace di Apple mi ha raccontato del nuovo iPad5. Ogni scelta di questo tipo si traduce spesso, anziché in un piacere, un una serie di rimpianti ( avrei fatto meglio ad aspettare di avere il budget necessario…ma se lo avessi saputo che Apple avrebbe annunciato….averi atteso ancora un po’…).
"Essere moderni significa essere in grado di scegliere. Poter scegliere significa essere liberi di scegliere. Però la libertà di per sè non implica necessariamente poter scegliere" - Edward Roshental
La ricchezza dell’offerta non fa che esacerbare il paradosso del rimorso. L’amplissima possibilità di scelta influenza tutti gli aspetti della nostra vita e anche i nostri acquisti creando nuove opposizioni, contraddizioni, paradossi che ci possono anche portare alla non scelta, come ultima libertà veramente rimastaci. Lo scegliere ha fatto sorgere una moltitudine di dualismi, molti dei quali sono dilemmi che possono creare gioia ma anche nuove frustrazioni e angosce. Vale nelle scelte di vita così come in quelle, forse meno importanti ma non per questo meno angoscianti, per l'acquisto di un bene.
Quello che la tecnologia ci dice
Questa situazione di conflittualità interna è particolarmente sofferta quando la si riferisce al mondo della tecnologia e dei numerosi gadget di cui ormai non possiamo più fare a meno. Da anni siamo stati abituati a produttori che hanno inondato il mercato con nuove versioni e nuovi modelli di computer, di telefoni cellulari, di TV da poco acquistati da milioni di consumatori.
Unica eccezione in questi anni è stata la Apple di Steve Jobs che, proprio a partire dall’idea che il consumatore deve essere soddisfatto, ha sempre privilegiato prodotti con almeno un arco di vita della durata di un anno. Questa filosofia peraltro, sembra essere stata dimenticata dalla Apple di Tim Cook, obbligato forse a dover fronteggiare una competizione diventata ancor più aggressiva e competitiva.
La ricchezza attuale dell’offerta in ambito Mobile ha raggiunto livelli tali da rendere effettivamente impossibile al consumatore non solo la scelta ma anche di evitare una qualche forma di rimorso per averla fatta. La scelta è complicata dal numero di dispositivi in commercio e dalle loro caratteristiche sempre più assimilabili ma anche dalla politica dei prezzi praticata da produttori a caccia di market shra, prima ancora che di fatturato e profitto. Con i tablet si parte dai 79 euro di un dispositivo da 7 pollici, per passare ai139 e 249 dei modelli low-cost ai 500-700 euro dei modelli di fascia più alte.
Quella che sembra essere diventata una grande libertà di scelta da cui fare derivare una più grande soddisfazione, nella realtà si sta trasformando in una insoddisfazione diffusa. Una sensazione lagata al dubbio di avere fatto la scelta giusta o al rimorso di averne fatta una sbagliata. Le aspettative sempre elevate trasformano poi dubbio e rimorso e la sofferenza che ne deriva in rischio di paralisi della scelta ma anche in ansia e stress perenne. Ansia e stress sono tanto più forti quanto più grande è la dipendenza dell’individuo nei confronti del suo gadget tecnologico e l’opportunità di confronto con amici, conoscente o colleghi dotati di quegli oggetti del desiderio non posseduti a causa di una scelta diversa o sbagliata che hanno determinato l’acquisto di un dispositivo al posto di un altro.
"Quando percepisco le mie possibilità, avverto quel panico che è il capogiro della libertà e la mia scelta si compie con timore e tremore" - Sore Kirkegaard
Difficile pensare che questa situazione possa impedire un nuovo boom delle vendite nel periodo natalizio 2013, ma è facile ipotizzare un aumento di stress dovuto all’aumentata perplessità del consumatore durante il processo decisionale di acquisto. La perplessità non è tanto legata al prezzo ma allo stile di vita che un determinato prodotto rappresenta e alle aspettative ad esso associate. Un prodotto il cui possesso o privazione può fare la differenza nella percezione del Sé e di cosa pensano gli altri.
Mancano ancora due mesi a Natale ma i consumatori devono cominciare a fare i conti con la ricchezza dell’offerta fin d’ora, prestando anche attenzione ai nuovi annunci che arriveranno. Dopo Google, Samsung, Microsoft, Amazon ed Apple, altri produttori si apprestano infatti ad annunciare nuovi prodotti o nuovi modelli di prodotti già in commercio. Ne deriverà un aumento dell’offerta ed un conseguente aumento di stress del consumatore.
Per combatterlo, a nulla servirebbe neppure la scelta di non scegliere!