Gli acronimi con cui sono diventati noti i servizi condivisi proposti ad aziende e organizzazioni sono quelli di PaaS (Platform as a Service), IaaS (Infrastructure as a Service), DaaS (Data as a Service), SaaS (Software as a Service). In futuro ci potrebbe essere anche il servizio DaaS (Device as a Service) e PCaaS (PC as a Service). Probabilmente DaaS e PCaaS non potrebbero replicare il cosiddetto free-floating (rilascio della bicicletta in qualsiasi posto della città e possibilità di muoversi senza vincoli) delle bici cinesi ma potrebbero fornire l'opportunità di trasformare un altro ambito di mobilità, quello legato alle tecnologie dell'informazione.
Il modello bike-sharing e free-floating sta scardinando quello station-based che prevede stazioni fisse con rastrelliere predisposte per ospitare le biciclette al termine del loro utilizzo. Il sistema Bike-Me di Milano ad esempio ha già registrato un calo degli abbonamenti (-5%) e probabilmente continuerà a perdere abbonati anche nel 2018. Un approccio simile al bike-sharing applicato allo smartphone potrebbe far saltare modelli di business oggi ben consolidati e in apparenza inattaccabili, in particolare quelli che gravitano intorno a dispositivi di fascia alta e profitti elevati.
Information technology in azienda: tendenze e prove di sopravvivenza
Al momento di DaaS si parla molto sui media ma, a parte alcuni produttori pioneri come HP, nessun produttore sembra intenzionato a cambiare modelli di business, con alcune eccezioni come HP e Micorosot che ha lanciato una proposta DaaS per il suo tablet Surface. HP ha già introdotto un modello di DaaS per prodotti di Realtà Virtuale comprensivi di headset e workstation (HP Z4 Workstation e HP Windows Mixed Reality VR). Ora sembra intenzionata a proporre ai suoi clienti un modello simile per l'affitto di dispositivi mobili come iPhone, iPad e Mac. Una scelta che sembra voler anticipare quella che è una percezione diffusa sull'esistenza di un mercato ricettivo a una proposta di questo tipo. Una proposta ricca di flessibilità che potrebbe ad esempio permettere alle aziende di utilizzare, a costi abbordabili, anche dispositivi costosi come quelli di Apple.
Il mercato dei dispositivi hardware proposti in forma di servizio è già stato sondato da IDC in passato, con un'attenzione particolare rivolta al personal computer. Un mercato reale ed esistente perché concreti sono i benefici che le aziende potrebbero avere passando da modelli che prevedono l'acquisto dei dispositivi hardware e l'allocazione dei budget necessari consistenti, a modelli con vincoli finanziari minori e più facilmente gestibili e pianificabili. Il passaggio a nuovi modelli può diventare la scelta preferenziale soprattutto per realtà che hanno investito sulla trasformazione digitale adottando le nuove tecnologie Mobile, ma anche Cloud Computing e software.
Il fatto di poter pagare mensilmente nuovi PC o dispositivi mobili, sottoscrivendo abbonamenti di licensing comprensivi anche di servizi di assistenza e futuri aggiornamenti, ottimizza investimenti, gestione, supporto oltre alla gestione efficiente dei cicli di vita dei prodotti Vantaggioso può anche essere il risultato collaterale legato alla sicurezza dei dati ma anche alla disponibilità di informazioni che possono servire ad analizzare modalità di utilizzo, problematiche emergenti e nuovi bisogni degli utenti.
I modelli DaaS sono vantaggiosi anche per chi li propone. Permettono infatti di far crescere il fatturato dei servizi in un mercato sempre più saturo e competitivo. HP è stata la prima azienda a sperimentare un'offerta di questo tipo ma legata ai personal computer ma sulla stessa strada si sono incamminati anche altri produttori hardware come Delle e Lenovo. Ora HP sembra intenzionata ad allargare la sua proposta anche ai dispositivi mobili, in particolare quelli marcati Apple. Una Marca scelta perché preferita da molte aziende per le loro organizzazioni ma anche perché HP non dispone di una proposizione smartphone.
Le scarse sperimentazioni PCaaS e DaaS in corso non lasciano prevedere il diffondersi rapido di un modello di business che trasforma uno smartphone in servizio. Queste sperimentazioni evidenziano però l'emergere di una proposizione legata a bisogni reali e che potrebbero accelerare l'affermarsi del modello basato sul servizio, soprattutto se venissero vinte le resistenze attuali dei dipartimenti IT. Resistenze a oggi legate alle problematiche legate alla sicurezza e alla gestione di dispositivi considerati critici nel funzionamento efficiente di organizzazioni diventate sempre più mobili.
Le resistenze della componente IT delle aziende devono fare i conti con i numerosi benefici che l'approccio DaaS potrebbe fornire. Adottando un modello DaaS le aziende potrebbero impiegare solo i dispositivi di cui hanno bisogno in base ai carichi di lavoro di ogni dato momento e trasformare i costi per l'acquisto dei dispositivi in semplici costi operativi e gestionali. Ne deriverebbe una maggiore flessibilità sia per eventuali crescite organizzative sia per eventuali crisi o riduzioni di forza lavoro. I vantaggi potrebbero essere elevati soprattutto per piccole e medie organizzazioni che potrebbero risparmiare tempo, risorse IT e denari necessari all'implementazione di una infrastruttura informatica per la mobilità.