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Aforismi sulla tecnologia e sulla tecnoconsapevolezza

Aforismi sulla tecnologia e sulla tecnoconsapevolezza

30 Novembre 2022 Redazione SoloTablet
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Non solo aforismi ma pensieri, citazioni, riflessioni, frasi non necessariamente celebri ma utili a contestualizzare la consapevolezza in un ambito tecnologico e digitale. L'elenco è lungo, non esaustivo, sempre in aggiornamento. Le frasi che lo compongono sono state categorizzate, per quanto è stato possibile, dentro categorie specifiche. Un modo per facilitare la lettura anche se forse questa operazione non era necessaria. I lettori infatti troveranno forse più utile scorrere quanto da noi proposto, soffermandosi su ciò che ritengono più consono alle loro sensibilità, bisogni e conoscenze.

L'organizzazione per categorie segue la logica dell'analogia e genera una concatenazione logica in base al senso, agli ambiti di riflessione e alle scelte fatte per richiamare l'attenzione di chi legge.

La proposta di questo elenco nasce dall'idea di provare a illuminare le menti, toccare tasti sensibili di persone già sensibili agli effetti della tecnologia sulla vita delle persone, a fornire informazioni utili a provocare reazioni e pensieri critici

Per scoprire le fonti delle citazioni qui riportate potete accedere alla ricche TECNOBLIBLIOGRAFIA di SoloTablet che contiene più di 500 schede di testi collegati alla tecnologia e più di 100 recensioni, pubblicate anche in questo libro 100 libri per una lettura critica della tecnologiaCento libri di cui la cui lettura può alimentare l'immaginazione e regalare molte sorprese, forti emozioni e grande godimento cognitivo.... Ulteriori informazioni, in forma di viaggio sono reperibili in quest'altro libro: Nei labirinti della tecnologiaBibliografia ragionata tra nuove e vecchie forme di tecnofilia e tecnofobia!

Potete anche leggere il libro di Carlo Mazzucchelli: TECNOCONSAPEVOLEZZA E LIBERTA' DI SCELTA - Alla ricerca di senso nell’era tecnologica e digitale


 

"Sembra che “la storia abbia preso la direzione dell’abbrutimento generale, della gaffe universale, dello scherzo di cattivo gusto obbligatorio, di una specie di pornografia dell’intelligenza.” (Armand Farrachi)

[bisogna prestare attenzione alla] “siliconizzazione del mondo”, [al ruolo che l’innovazione tecnologica ha nel] “Modificare e forgiare a propria misura e senza alcun dibattito pubblico il quadro della cognizione e soprattutto quello dell’azione umana, o di quanto ne resta” (Eric Sadin)

Nell’universo binario, tutto ruota sulle scelte binarie. Il medium si rivela incline verso una certa arbitrarietà. Spesso ciò lascia fuori le cose che non abbiamo deciso di notare o di catalogare, e in altri casi impone scelte di cui non c’è alcun bisogno.”    (Douglas Rushkoff Programma o sarai programmato)

Definiamo ultra-intelligente una macchina che possa superare di gran lunga qualsiasi essere umano, per quanto intelligente, in tutte le attività intellettuali. Poiché la progettazione di macchine è una di queste attività intellettuali, una macchina ultra-intelligente potrà progettare macchine ancora migliori [… ] l’intelligenza dell’uomo rimarrebbe allora molto indietro. La prima macchina ultra-intelligente è l’ultima invenzione che l’uomo dovrà fare, purché quella macchina sia abbastanza docile da dirci come tenerla sotto controllo.” (Irving Good)

Le nostre tecnologie si sono sviluppate più velocemente della nostra capacità, come società, di capirle. Adesso dobbiamo rimetterci in pari”  (Ioi Ito)

 “Viviamo in un’epoca che afferma l’ideologia del presente, dove il passato diventa spettacolo, mentre nessuno parla più del futuro e tanto meno lo può prevedere.” (Marc Augè)

Dal punto di vista psichico, Internet consente una fuga sistematica dalla realtà. Perché viviamo in una realtà virtuale con varie personificazioni del Sé. I nostri doppi, ci consentono di parlare attraverso personalità alternative che consentono un coinvolgimento con l’altro online. Tuttavia, sebbene Facebook sembri mettere in mostra un Sé cristallino, di fatto offre soltanto semplici istantanee di coinvolgimento nel mondo reale.” (Christopher Bollas)

La nostra epoca è quella in cui i mostri che abbiamo creato generano il sonno della ragione, l’eclissi del pensiero, la progressiva atrofizzazione di quella facoltà specifica dell’uomo che permette di non subire passivamente una situazione, ma di analizzarla, sottoporla a critica ed eventualmente modificarla secondo quanto ritiene più utile e giusto.” –  (Paolo Ercolani Figli di un Io minore, Dalla società aperta alla società ottusa),

“[Bisogna] comprendere che forse mai come in questo frangente storico è a rischio, e quindi va salvaguardata, l’essenza stessa di ciò che definiamo e riconosciamo come umano”. (Paolo Ercolani Figli di un Io minore)

La tua visione diventa chiara solo quando guardi dentro il tuo cuore. Chi guarda fuori, sogna. Chi guarda dentro, si sveglia.” - (CARL GUSTAV JUNG)

"L'identità virtuale non è più virtuale ma ha preso piede anche nel mondo reale." (Pasquale Romeo - L'uomo windows)

 “Un uomo e una donna flirtano. Si danno un appuntamento, lui arriva nel suo appartamento con una vagina di gomma e lei lo aspetta con un vibratore di plastica. Non si toccano, attaccano i loro attrezzi meccanici a una spina elettrica e li osservano copulare mentre loro intanto prendono il tè parlando d’altro, magari di filosofia e di Hegel.” (Slavoj Žižek )

"Ogni tecnologia ha il potere di ottundere la consapevolezza umana." (Marshall McLuhan) 

"Un giorno le macchine riusciranno a risolvere tutti i problemi, ma mai nessuna di esse potrà porne uno." (Albert Einstein)

"Baratterei tutta la mia tecnologia per una serata con Socrate." (Steve Jobs) 

Il terzo millennio è caratterizzato da una relazione tecno-mediata. Oggi nulla è più complesso, più difficile che intessere una relazione interpersonale stabile e duratura.” Tonino Cantelmi

"La civiltà sta producendo macchine che si comportano come uomini e uomini che si comportano come macchine." (Erich Fromm) 

"Gli uomini sono diventati gli strumenti dei loro stessi strumenti." (Henry David Thoreau) 

"La differenza tra la tecnologia e la schiavitù è che gli schiavi sono pienamente consapevoli del fatto di non essere liberi." (Nassim Nicholas Taleb) 

"L'ideale di utente trasparente alle macchine implica l'azione diretta degli apparati tecnologici sulle emozioni, gli immaginari, i rituali inconsci e il sistema neuro-cognitivo." Ippolita (Anime elettriche)

"Una nuova tecnologia tende a favorire alcuni gruppi di persone e danneggia altri gruppi. Gli insegnanti delle scuole, per esempio, saranno, a lungo andare, resi obsoleti dalla televisione, come i maniscalchi furono resi obsoleti dalle automobili, come i cantastorie furono resi obsoleti dalle macchine da stampa. Il cambiamento tecnologico, in altre parole, produce sempre vincitori e perdenti." (Neil Postman)

"Il problema fondamentale è che la nostra civiltà, che è una civiltà della macchina, può insegnare all’uomo tutto ad eccezione di come essere uomo." (André Malraux) 

"L’evoluzione della tecnica è arrivata al punto di renderci inermi di fronte alla tecnica." (Karl Kraus) 

"I progressi tecnologici ci hanno semplicemente fornito mezzi più efficienti per regredire." (Aldous Huxley) 

"Un aumento di informazioni non porta necessariamente a scelte migliori." Byung-Chul Han

"... il volto umano è scomparso dalla fotografia. L'epoca di Facebook e di Photoshop fa del volto dell'uomo una faccia (face) che si dissolve completamente nel suo valore di esposizione. [...] la faccia (face) come superficie (surface) è più trasparente di un viso o un volto." Byung-Chul Han 

"A quanto si dice, il volume della conoscenza sta raddoppiando ogni cinque anni, ma in questo mondo sempre più tecnicizzato e omogeneizzato, la realtà desolante non viene sostanzialmente messa in discussione." John Zerzan

"La tecnologia ci da sempre più quello che pensiamo di volere. Oggi guardando i robot sociali e gli amici online, si potrebbe credere che ciò che vogliamo sia stare sempre in compagnia e mai da soli. Non importa con chi o con cosa. Si potrebbe credere che ciò che vogliamo sia una preponderanza di legami deboli, quelle reti informali che sono alla base degli incontri online; ma se consideriamo con attenzione le reali conseguenze di ciò che pensiamo di volere, possiamo scoprire quel che vogliamo davvero.Forse vogliamo un po’ di pace e di solitudine." (Sherry Turkle)

 

 

"Un algoritmo di ricerca è uno strumento tecnico che attiva un meccanismo di marketing estremamente sottile: l'utente si fida del fatto che i risultati non siano filtrati e corrispondano alle preferenze di navigazione che la comunità di utenti genera. In sostanza, si propaga un meccanismo di fiducia nell'oggettività della tecnica (nello specifico, la procedura algoritmica che genera il risultato dell'interrogazione) che viene ritenuta "buona" in quanto non influenzata dalle idiosincrasie e dalle preferenze di individui umani. Le macchine "buone", figlie di una scienza “oggettiva" e di una ricerca "disinteressata", non manipoleranno i risultati, non ci diranno bugie perché non possono mentire e comunque non avrebbero alcun interesse a farlo. La realtà è ben diversa e questa credenza si rivela un'ipotesi demagogica, dietro alla quale le macchine del marketing e del controllo accumulano profitti favolosi." - Ippolita, Il lato oscuro di Google

"Siamo certi che pensare le relazioni interpersonali come lavoro ci metta nella prospettiva migliore per cogliere quello che sta succedendo? O per risolvere il problema? È giusto essere pagati perché scriviamo dei messaggi a chi vogliamo bene? È vero, queste azioni generano del profitto per terzi ma le relazioni umane sono solo commerci? Quali potrebbero essere i vantaggi di un reddito di base legato all’uso dei social e della altre piattaforme digitali? Si accetterebbe di concepire la comunicazione e l'interazione con gli altri come un lavoro! Senza contare che chi ci offre certi servizi specifica nel contratto le condizioni a cui dobbiamo" - Ippolita

"La maggior parte delle persone che stanno su Facebook ritiene semplicemente di poter cedere gran parte delle proprie chiacchiere per le quali tutto sommato non sentono una grande affezione. Si tratta per l’appunto di chiacchiere, non di scritti che prevedano una codifica formale e sulla quale esercitare una responsabilità concreta.Eppure le nostre inutili ciance quotidiane costituiscono nel mondo dei social network il codice dei nostri legami sociali. Dare accesso a questo codice (in modo assoluto, libero, senza limitazioni di spazio, irrevocabile, perpetuo e gratuito) significa non avere inteso, o fingere di non voler capire, che cosa sia l’estensione del bio-potere foucaultiano alla società delle megamacchine digitali." (da Lipperatura il blog di Loredana Lipperini)

 "Questi strumenti [tecnologici] hanno la capacità di concepire e operare altri componenti della rete neurale, ovvero noi stessi." Douglas Rushkoff

"Se il cervello impara tramite il computer, si auo-configurerà in maniera diversa dall'apprendimento basato sui libri scolastici"  Douglas Rushkoff

"Il computer vive nel tic-tac dell'orologio. Noi viviamo nei grandi spazi tra il tic e il tac, nello scorrere del tempo reale. Rimanendo sempre connessi, always on, cediamo la dimensione temporale a una tecnologia che non riconosce nè necessita un simile elemento." Dougls Rushkoff

"Compiamo determinate scelte non perchè lo vogliamo, ma perchè ci viene richiesto dai programmi informatici [e dagli algoritmi]." Douglas Rushkoff

Most Internet business theorists are really looking at preserving the necks of giant, Fortune 500 companies, rather than promoting the digital, peer-to-peer economy that actually wants to happen.” -- Douglas Rushkoff

"Anzichè capire come funziona la tecnologia, optiamo per un mondo in cui è quest'ultima a imparare come siamo fatti." Douglas Rushkoff

 

 

Molte piattaforme social sono paragonabili alle megalopoli moderne. Ci si può vivere da protagonisti ma anche passare inosservati, rimanere appesi alla vita per decenni o sperimentare la rapida obsolescenza della rugiada.” (Chen Qiufan - L’eterno Addio)

“Noi siamo la generazione che vive in mezzo ai divari, tra lo stile di vita postmoderno e le aspettative tradizionali, tra l’esplosione della tecnologia avanzata e l’ideologia del consumismo conservatore”. - (Chen Qiufan - L’eterno Addio)

"Siamo di fronte a un futuro in Rete che sembra privilegiare la distrazione rispetto alla concentrazione, le reazioni automatiche ai danni di quelle ponderate [...] motivo per cui è ora di premere il tasto pausa e cosa significa tutto ciò per il futuro del lavoro, della vita e perfino della nostra stessa specie." (Douglas Rushkoff)

“[...] la cultura dominante appare sostanzialmente non interessata all’esplorazione del mondo interiore: al contrario è ammaliata dalla tecnologia delle APP e dei Social Network." (Christopher Bollas)

"social network loc. s.le m. 1. In sociologia, gruppo di persone legate tra di loro da fattori sociali e culturali condivisi, studiato in particolare nell’ambito di ricerche antropologiche sull’interculturalità. 2. Sito web che permette la realizzazione di reti sociali virtuali, consentendo tra l’altro agli utenti, di solito previa registrazione e creazione di un profilo personale protetto da password, di condividere contenuti testuali, immagini, video e audio e di interagire tra loro, e la possibilità di effettuare ricerche nel database della struttura informatica." (Treccani)

I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli.” (Umberto Eco)

"Non importa quanti amici abbiate su Facebook o quanti follower su Twitter; non sono amici reali né veri fan. A contare sono le persone che sentiranno la vostra mancanza se domani non ci sarete più." (Seth Godin)

"È iniziata la fuga dai social, c'è nostalgia e bisogno del mondo reale" (Umberto Galimberti - 2019)

"Questi mezzi sono dei condizionatori del pensiero, non nel senso che ci dicono cosa dobbiamo pensare, ma nel senso che modificano in maniera radicale il nostro modo di pensare, trasformandolo da analogico, strutturato, sequenziale e referenziale, in generico, vago, globale, olistico. Inoltre alterano il nostro modo di fare esperienza avvicinandoci il lontano e allontanandoci il vicino. Mettendoci in contatto non con il mondo, ma con la sua rappresentazione, ci consegnano una presenza senza respiro spazio-temporale, perché rattrappita nella simultaneità e nella puntualità dell'istante." (Umberto Galimberti)

 

"Flessibile, magnetico, attrattivo, tattile, irresistibile, virtuale, ologrammatico e così tanto reale. Il display è diventato metafora potente del nuovo modo di guardare e interagire con la realtà del mondo che ci appare. È usato per costruire mondi virtuali e paralleli nei quali perdersi e ritrovarsi, da soli o in compagnia, ma sempre con lo sguardo incollato alle narrazioni visuali di un’immagine o di una fotografia, a un messaggio che parla e comunica fatti, avvenimenti, sentimenti e storie, a un video che scorre, a un videogioco labirintico e senza fine o ad applicazioni che servono per portare a termine un’attività lavorativa o semplicemente per giocare. Le generazioni passate hanno guardato il mondo da un oblò, oggi le nuove generazioni lo fanno attraverso lo schermo di un display. Il primo può essere attraversato dallo sguardo e servire per annoiarsi un po’ guardando Luna che mangia le caramelle (Luna, canzone di Gianni Togni) o diventare strumento di forti emozioni per AstroSamantha, il secondo è meno noioso, non è neutrale, è aggressivo, cattura l’attenzione, rende dipendenti e a volte violenti ed ha la capacità di confondere la finzione con la realtà creando molteplici mondi virtuali nei quali abbandonarsi, perdersi, emozionarsi, rispecchiarsi, riconoscersi e sentirsi vivi.

Smartphone, phablet, tablet, personal computer, lettori musicali, televisori, bancomat, chioschi e totem multimediali, maxischermi a LED, video wall, tutti accomunati dalla presenza di un display capace di ospitare sulla sua superficie non soltanto dati, immagini e video ma in realtà il mondo intero. Il display enfatizza il ruolo della visione, il senso umano per definizione secondo Aristotele, ma virtualizza e rende trasparente il corpo, facendoci perdere la capacità di collezionare esperienze percettive capaci di cogliere il mondo nella sua interezza e materialità. A forza di guardare il mondo da un display, il suo ruolo nel condizionare la nostra esperienza visiva è diventato invisibile e impercettibile. La realtà, al di fuori della cornice dello schermo, diventa invisibile o semplice sfondo. I contenuti che scorrono sul display assumono al contrario una crescente autonomia, assomigliando sempre più agli originali naturali di cui sono copia o rappresentazione, diventano oggetti comunicanti e parlanti, si svincolano dall’interazione con gli altri sensi impedendo una relazione con il mondo, di usarlo e di portare a termine azioni e attività.

Perduti e innamorati dei propri display, gli umani dell’era tecnologica postmoderna sembrano tante monadi Leibniziane, tutte in armonia tra di loro ma perse in universi differenti e alla costante ricerca di unità e di esperienze non soltanto visuali ma materiche, cinestetiche, prossemiche, sonore, linguistiche, olfattive, gustative e tattili. Esperienze che anche il display più innovativo e tecnologicamente avanzato non è ancora in grado di regalare." Carlo Mazzucchelli - E guardo il mondo da un display

 “Lo schermo del computer è il luogo dove andiamo interpretando i nostri stessi drammi, quei drammi di cui siamo produttori, registi, attori.” –  (Sherry Turkle - La vita sullo schermo - 1996)

Una volta che i computer ci hanno connessi gli uni agli altri, una volta cioè che ci siamo allacciati alla rete, non c’è stato più bisogno di tenere occupati i computer. Sono loro a tenere occupati noi. E’ come se fossimo diventati la loro APP killer, la loro applicazione vincente”. (Sherry Turkle)

“In a time not distant, it will be possible to flash any image formed in thought on a screen and render it visible at any place desired. The perfection of this means of reading thought will create a revolution for the better in all our social relations.” - (Nikola Tesla) 

What I was proud of was that I used very few parts to build a computer that could actually speak words on a screen and type words on a keyboard and run a programming language that could play games. And I did all this myself.” - (Steve Wozniak)

La società dello schermo si fonda sullo sviluppo […] rappresentato dall’invenzione e dalla diffusione prima di tutto del cinema […]: grande schermo, effetto potenza dell’immagine, partecipazione sociale attraverso le sale e partecipazione emotiva nel buio delle sale. La televisione va oltre ma è ancora tecnologia dello schermo. […] Le nuove tecnologie della visualizzazione si fanno passare attraverso lo schermo; possiamo vedere attraverso schermi di diverso tipo e partecipando con altri, non più attraverso processi di socializzazione ma esternalizzando e rendendo comuni processi di personalizzazione sempre più spinti […] con effetti pervasivi anche nelle sue ambiguità e contraddizioni.” – (Mario RicciardiIl museo dei miracoli)

 

Quel che mi attira del computer è la possibilità di tenere delle conversazioni tra le molteplici finestre sullo schermo e il modo in cui una macchina, dalle risposte immediate, lenisce le mie ansie…”Sherry Turkle (La vita sullo schermo)

“Il nuovo mondo vive sulla superficie di un display, lo schermo rappresenta la ‘satellizzazione del reale’ ottenuta attraverso la velocità di fuga nell’iper-realtà, il display diventa un veicolo iperreale per un viaggio attraverso un mondo simulato” - (Baudrillard)

“Lo schermo parla in primo luogo al corpo e non alla mente…se lo schermo video ha un impatto così diretto sul sistema nervoso e sulle emozioni, e un effetto così ridotto sulla mente, allora la maggior parte dell’elaborazione di informazione è in effetti opera dello schermo.” (De Kerckove nel suo libro Brainframes del 1991)

L’interfaccia non è sempre trasparente e la sua conformazione porta i segni di chi l’ha progettata, racconta della nostra cultura, di una visione del mondo.” - Jay David Bolter e Diane Gromala (Windows and Mirrors)

“…la questione che si pone è quella del confine tra finzione e realtà. Ed essa si pone da quando viviamo in un mondo di immagini che non è né vero né finto. In questo senso, la realtà è diventata finzione; ma deve essere chiaro che questa finzione non è del tutto menzognera…né del tutto inventata, anche se l'immagine rimane ingannevole: non facendo vedere tutto, non dice nulla; e non dicendo tutto, non mostra nulla.“ - Marc Augè

Se i colori del mondo reale appaiono veri soltanto quando li si vede sullo schermo, è soltanto lo schermo che ha la capacità di rivelare, di illuminare, di interpretare la realtà”. (Alex, il protagonista del film Arancia meccanica)

“Immagina di vivere in un mondo dove non ci sono specchi. Il tuo viso lo sogneresti e lo immagineresti come un riflesso esterno di quello che hai dentro di te. E poi, a quarant’anni, qualcuno per la prima volta in vita tua ti presenta uno specchio. Immagina lo sgomento! Vedresti un viso del tutto estraneo. E sapresti con chiarezza quello che ora non riesci a comprendere: tu non sei il tuo viso.” – Milan Kundera, L’immortalità 

Lo specchio non basta più. C'è bisogno dello schermo e dello sguardo degli altri. Una volta private dello schermo, le immagini muoiono in fretta, anche se per qualche tempo la stampa specializzata continua a dar loro un po' d'ossigeno e un'illusione di sopravvivenza.”  -  Marc Augè

State per leggere questo capitolo. Senza che ne abbiate coscienza il vostro cervello compie una prodezza notevole. In questo stesso istante i vostri occhi percorrono la pagina con piccoli movimenti, rapidi e precisi. Quattro o cinque volte al secondo il vostro sguardo si ferma su una parola che riconoscete subito senza sforzo. Com’è possibile che un qualche segnetto nero su un display illuminato e trasparente si imprima nella vostra retina, riuscendo a evocare un universo intero di colori ed emozioni, come accede con l’incipit della Lolita di Nabokov?...Dietro ogni lettore si nasconde un meccanismo neuronale…”I neuroni della lettura di Stanislas Dehaene

“I ragazzi e le ragazze sono alla costante ricerca di attenzione reciproca. Sono cresciuti in una cultura della distrazione. Si ricordano dei loro genitori sempre attaccati ai loto telefoni cellulari mentre li spingevano nei passeggini o nelle carrozzelle. Ora, i loro genitori sono impegnati a scrivere sui loro tablet  o smartphone BlackBerry a tavola e quando li prelevano con i loro pick-up al termine della giornata scolastica….”Sherry Turkle 

C’è stato un tempo in cui per socializzare le persone suonavano i campanelli di casa, oggi visitano pagine web e muri delle facce. Nel frattempo i campanelli continuano a suonare, forse più di quelli degli smartphone […]  se non ci credi, sei invitato a suonarli anche tu.” – Anonimo

 

 

 

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