
L’emergenza COVID19 dalla sera alla mattina ha stravolto tutto: con la chiusura delle scuole, molti dei nostri contratti con gli istituti comprensivi sono stati cancellati o congelati. Ci siamo attivati immediatamente per trasformare le lezioni private a domicilio in corsi online di inglese.
Abbiamo provato a tenere il contatto con i nostri bambini, ormai costretti a casa: quando ancora non era certo cosa fosse la didattica a distanza e e i docenti si limitavano a dare compiti con il registro elettronico, abbiamo cominciato a registrare decine di video-lezioni di inglese e a diffonderle massivamente e gratuitamente.
L’intento era dare una continuità sulla lingua inglese e anche una chance educativa ai tanti bambini tagliati fuori, assieme alla scuola, alle occasioni di intrattenimento intelligente e culturale: con i nostri video gratuiti e diffusi il piuì possibile usando le pagine sociali, la mailing list, la segnalazione ai blog e i portali per l’infanzia abbiamo cercato di fare la nostra parte nell’emergenza educativa che è stata tanto ignorata in questo periodo.
Mano a mano che la DAD prendeva forma, almeno come condivisione di materiali didattici audio e video, abbiamo messo a disposizione libera e gratuita delle scuole e dei docenti tutti i materiali didattici che abbiamo prodotto in queste 7 settimane, dando anche le informazioni per scaricare i video e metterli su padlet o sulle varie piattaforme didattiche.
Oggi la sfida è diversa. Sono molti (forse non abbastanza, ma molti) coloro che si sono attivati in nome della solidarietà digitale e che stanno offrendo video didattici, utilizzati quotidianamente nelle piattaforme scolastiche per fare didattica a distanza. In molti casi (non abbastanza, sicuramente) le scuole si sono attivate per raggiungere gli studenti senza dispositivi, distribuendo tablet e attivando i dati gratuiti).
Il rischio non è piu’ il silenzio digitale della scuola. Come docenti di inglese specializzati in didattica per bambini, però vediamo un altro rischio e un altro problema: le lezioni online sono piatte, come è piatto lo schermo di un pc. Sono lezioni frontali, dove una persona spiega e le altre ascoltano. Nelle sessioni registrate, alle volte addirittura con la telecamera spenta e con i microfoni chiusi (per evitare il sovraccarico della banda e i rumori). Nelle lezioni registrate, i bambini guardano una “performance” e sono passivi rispetto ad essa. La stragrande maggioranza dei video didattici sono cosi: una lezione frontale, nel silenzio del pubblico.
Mi metto in vetrina di Codeluppi Vanni
Chi segue il dibattito sulla didattica, sa che sono anni che si lavora contro questo tipo di impostazione della didattica, a favore di una concezione più partecipata della lezione. Per chi si occupa di lingue, la consapevolezza che didattica comunicativa, ludica e attiva è più efficace della lezione frontale è una delle certezze su cui si basa il lavoro. E’ fondamentale rendere i bambini partecipi e attivi nella lezione, perché la passività è nemica dell’apprendimento. Si impara ciò che si fa: ascoltare passivamente non è il modo adatto di imparare una lingua.
Le video lezioni sono il trionfo della lezione frontale e della passività nell’ascolto.
La nostra proposta per evitare questa passività è coinvolgere i bambini in attività pratiche: le videolezioni si trasformano in istruzioni per compiti senza schede, che sono compiti di realtà, utilizzati per far fare cose pratiche ai bambini: bambini che tornano protagonisti delle loro lezioni!
Sulla base della nostra esperienza, profondamente analogia, consigliamo queste strategie ai docenti di lingue che fanno lezioni a distanza:
- Evita l’autoreferenzialità: il protagonista della lezione è lo studente
- La creatività è motivante, incentiva i tuoi studenti a creare
- L’obiettivo di una lezione di lingua è ascoltare e parlare: nessuno lo ha mai imparato con le schede
- Le competenze orali sono il punto di una lezione di lingua: porta lo studente alla necessità di ascoltare e capire e fallo rispondere oralmente: valuta elaborati audio, non scritti.
- Se i bambini non sono in grado di parlare, attiva altre forme di comunicazione: disegni, azioni, video.
Per aiutare i docenti delle scuole abbiamo creato delle pagine ad hoc, come questa dedicata alla Didattica senza schede.
Invitiamo tutti coloro che si occupano di didattica, e particolartmente di didattica dellle lingue, a condividere le proprie riflessioni su questo tema: la didattica a distanza non può e non deve diventare una scusa per tornare alla didattica frontale e autoreferenziale, ma troviamo soluzioni insieme perché la tecnologia sia uno strumento per una pluralità di voci e per la creatività e partecipazione. Certi atteggiamenti creativi e partecipati , che fanno crescere la società (anche digitale) possono iniziare a scuola!